Nedved: Juve, dammi Jankulovski

Nedved: Juve, dammi Jankulovski POSITIVI I CONTROLLI AL GINOCCHIO DESTRO. NESSUNA LESIONE, SARA' PRONTO PER IL 23 LUGLIO Nedved: Juve, dammi Jankulovski «Un paio di ritocchi e vinceremo la Champions» Aurelio Benigno TORINO Dura mezz'ora la grande paura di Pavel Nedved: il tempo di una risonanza magnetica. Poi arrivano la carezza del dottor Riccardo Agricola e il responso confortante dello speciahsta, il professor Carlo Paletti: il ginocchio destro martirizzato neUa semifinale con la Grecia ha subito solo un lieve trauma distorsivo, nulla di serio. Legamenti e tendim sono perfetti. Qualche corsetta durante la meritata vacanza e poi la ripresa il 23 luglio a Salice Terme, quando il Pallone d'Oro si aggregherà ai compagm. Reduce da un Europeo amaro, Nedved è arrivato puntualissimo ieri mattina al Centro di Medicina dello Sport di Torino. Preoccupato e visibilmente accighato, testa bassa, poca vogha di parlare, solo una rapida stretta di mano e qudche autografo. Insomma, molto teso. Dopo 35 minuti Nedved è ricomparso e sembrava un dtro: sorridente e disponibile, rinfrancato. «Sono febee della notizia che mi hanno dato. Parto per le vacanze sereno. Sono esausto, lo confesso. Ho lasciato tutte le mie energie in Portogallo». Non passerà in fretta la delusione di un epilogo senza finale, un verdetto che ritiene ingiusto per la Repubblica Ceca: «Non volevo nemmeno vederla quella finale senza di noi, ho rivissuto l'amarezza di Manchester, quando perdemmo la Champions contro il Milan. Ho finito per guardare la partita che avrei voluto giocare con un occhio solo. Quello che ha concluso l'Euroseo non è il mio edeio, è molto ontano dalla mia mentalità. Dopo PortogaUo-Grecia ho capito tante cose...». Si lascia andare, il triste Pavel. Interrompe la frase sul più bello. Vorrebbe concluderla lasciarla in sospeso, ma la rabbia è più forte di lui: «Dovevamo esserci noi. Perchè la vera finde doveva essere Portogallo-Repubblica Ceca. Io amo il calcio d'attacco e questo è stato l'Europeo del gioco d'attacco: il nostro, quello della Francia, del Portogallo e deh'Olanda. Sono rimasto sorpreso quando il nostro allenatore non ha inserito attaccanti contro la Grecia. Ma non mi dispero più di tanto. Sono ugudmente orgoghoso della mia Nazionde e dei miei giovani compagni». Poi si toghe un sassolino: «Certo, se fossi rimasto in campo quella semifìnde non l'avremmo persa. Io urlo e i miei compagm mi ascoltano. Ma dalla panchina non ho potuto far nulla. L'importante è andare avanti su questa strada, con questa mentalità. Aveva ragione Zeman: non è importante vincere, ma divertire e divertirsi. Almeno questo obiettivo l'ho centrato, alla grande. Il futuro in Nadonde? Mi hanno già chiamato i miei compagm e l'allenatore, mi voghono ancora con loro. Ci sarò». Dall'Europeo alla Juventus, non c'è sosta. Nedved si dice soddisfatto e riparte con un grande obiettivo: «Dopo due finali perse, una per squalifica e l'dtra per infortunio, vorrei finalmente vincere la Coppa. Con questa Juve ho la possibilità di provard. Ci siamo rinforzati, da quello che leggo sta nascendo una grande squadra. E il mio amico Jankulovski? Arriva o no? Mi parlava in continuazione della Juventus, ha lo spirito giusto, lo vorrei come compagno di squadra, perchè è un grande». I consigli per gh acquisti continuano, Pavel ne suggerisce un dtro: «Il difensore Ujfalusi. Un grande centrale difensivo, lo prenderei al volo». Appoggiato al muro del vecchio stadio Comunde, Pavel Nedved parla a ruota libera, senza nessun problema. «Quest'anno d divertiremo - assicura -. Credo che arriverà ancora qualcuno, ma questa squadra è già veramente forte». Lo blocca solo il dottor Agricola: «Andiamo Pavel, non abbiamo fimto». Lo aspetta il dottor Flavio Quagha, l'ortopedico. Pronta la risposta di Nedved: «Per favore, adesso fatemi andare in vacanza». «I medici mi hanno reso felice, vado in vacanza tranquillo. Ho lasciato le forze in Portogallo» «Gli Europei? In finale dovevamo esserci noi: la Grecia non attacca mai e non fa divertire» Pavel Nedved all'Istituto di Medicina dello Sport di Torino con Riccardo Agricola, il medico della Juve