Valentino: che occasione buttata

Valentino: che occasione buttata GIBERNAU SI SCUSA PER L'ERRORE, CAPIROSSI FA FESTA: «ADESSO COMINCIO PROPRIO A DIVERTIRMI» Valentino: che occasione buttata «Ma è troppo facile dire, dopo, che dovevo accontentarmi» RIO DE JANEIRO E' tomato ai box in scooter. Non gli capitava da tre anni, dal Gp d'Italia al Mugello. Era il 2001 quando (per l'ultima volta prima di ieri) Valentino assaggiava il gusto amaro dell'asfalto, finendo a gambe all'aria in una gara. Per la verità era caduto anche dopo, ma solo in prova. Il più rovinoso dei tonfi a Donington nel 2002, quando all'ultima curva prima dell'arrivo si stese dopo un parabolico e pericolosissimo volo. Prima o poi doveva capitare di nuovo: la legge dei «grandi numeri» cominciava ad essere contro di lui. Valentino non dà l'idea di essersela presa troppo. Vincere, forse, sarebbe stato impossibile, ma dare un altro colpo al morale Honda, conquistando quei punti preziosi per portarsi davanti a Gibemau, avrebbe fatto comodo. E invece... «Invece sono finito per terra. Ed è un peccato che sia finita così, questa era l'occasione buona per mettere fieno in cascina e levarci di dosso Gibemau, che era caduto subito. Peccato, ma che posso farci? Ho fatto un errore, questo è cbiaro: in quella curva sono arrivato un po' troppo stretto e m: è partito l'anteriore. Ma è successo perché ero troppo a limite e quando corri così, prima o poi l'errore ci scappa. Ero andato largo già qualche giro prima, poi le buche di cui è disseminato il circuito non mi hanno certo aiutato. Certo che le Honda qui avevamo un ritmo impossibile. Chissà, tutto il lavoro che ho fatto io lo scorso anno è ancora valido oggi...». Qualcuno lo stuzzica: perché non accontentarsi? E lui: «Sì, avrei dovuto farlo: ma è facile dirlo dopo, quando hai fatto la frittata. Io a vincere ci provo sempre. Eppoi sia chiaro che l'errore di Gibernau è più grave del mio. Lui poteva far sicuramente bene, mentre io ero in difficoltà comunque. È stato lui a perdere l'occasione più grossa». La sfida riparte da zero, con qualche nome in più. «Vero, Biaggi toma in corsa per il mondiale, ma devo ringraziare Tamada che gli ha tolto 5 punti». Le gomme? «Non cambierei le Michelin con le mie Bridgestone, perchè loro indovinano una gara su cinque. E questa era una pista loro». Max Biaggi ha un sorriso grande così, nonostante il secondo posto: ((Perché mai dovrei lamentarmi? E' stata un bella gara, abbiamo portato a casa punti pesanti, abbiamo ricucito lo strappo con i primi. Logico, nella vittoria ci avevo cre¬ duto ma sentivo arrivare Tamada. Temevo di non poter resistere a un suo attacco e difatti è andata cosi. Bravo lui, ma adesso è tempo che vinca una gara anch'io». Chi invece ha un diavolo per capello è Sete Gibemau: ((Non è bello pensare che va bene cosi per la classifica solo perché dopo il sottoscritto è caduto anche Valentino. E' però l'unica botta di fortuna della giornata, dopo un magnifico weekend. Avevo la possibilità di andare via ma sono entrato stretto (come Valentino, ndr) e ho preso una buca. Ho sbagliato io, chiedo scusa alla squadra, a tutti». Qualcuno domanda se adesso teme Biaggi. Sete è talmente demoralizzato che sbotta: «Signori, io faccio la mia strada, degli altri non mi curo: voglio pensare ai miei problemi, grazie e arrivederci». Non salta dalla gioia soltanto perché è stanco da morire Loris Capirossi. Ma i baci della bella moglie Ingrìd e le calorose pacche sulle spalle dei tecnici Ducati, dicono tutto della sua gioia per il quarto' posto guadagnato: «Sinceramente poteva andare meglio se soltanto, al via, la mia moto non si fosse messa a "pattinare" di quel tanto che mi ha fatto perdere posizioni preziose. L'importante comunque è stato rimanere tranquilli s dare di gas : ho visto che piano piano rimontavo e gli altri non erano poi troppo distanti, soprattutto Hayden. Quando ho visto, però, che oltre il quarto posto avrei rischiato l'impossibile, mi sono dato una calmata. Bene così, l'avevo detto che eravamo finalmente usciti dal tùnnel Lo confermo, questa Ducati adesso vola e fa un po' come dico io. D'ora in poi, ne sono certo, ci divertiremo davvero». [e.b.] Loris Capirossi con la Ducati davanti alla Honda ufficiale di Barros: solo un mese fa sarebbe stato impossibile. Ieri, invece, il sorpasso: tutto merito del nuovo motore «twin pulse» che permette a Loris di sfruttare meglio tutta la potenza della «rossa»

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