«Con questo team è un divertimento giocare d'azzardo»

«Con questo team è un divertimento giocare d'azzardo» SCHUMACHER RACCONTA COME E' MATURATA L'IDEA VINCENTE «Con questo team è un divertimento giocare d'azzardo» Euforico il campione tedesco: «Non avevamo nulla da perdere e abbiamo deciso di adottare il piano di riserva. Eppure quando l'abbiamo studiato ero poco convinto, mi veniva quasi da ridere» inwatqà:'NIAGHY^OUfe El stata una gara da sogno», esulta Jean Todt, cuore francese della Ferrari. Stringe a sé i due piloti: «Hanno corso per 70 giri al 100 per cento delle loro possibilità». Rubens Barrichello non è convinto. Non gli basta: «Nel finale viaggiavo all'85 per cento, poi ho intravisto la possibilità di salire sul podio e ho aggiunto un altro 20. Alla fine ho dato il 105 per cento». Michael Schumacher deve spiegare a tutti di quei quattro pit stop. Innanzitutto perché? «Se non rischi non vinci. E neppure ti diverti. Non avevamo nulla da perdere e ci è parsa la migliore tattica. Mi sono accorto che avrei fatto fatica a passare Alonso». Chi lo ha deciso? «Me lo ha comunicato Ross Brawn via radio. Ne avevamo parlato alla vigilia con gli ingegneri: era il nostro piano di riserva. Io ero poco convinto. Anzi, quando Iho sentito mi è venuto da ridere». Quando è scattato? «Tra il primo e il secondo pit stop, non ricordo esattamente in quale giro». Soddisfatto? «Sì, sono orgoglioso. E' la prima volta che un pilota arriva primo con questa strategia. Credo che il nostro risultato entrerà a far parte della storia della Formula 1 ». Il circuito francese ha una particolarità: la via di accesso ai box è molto veloce perché consente di saltare ima chicane: l'intera manovra di rabbocco e sostituzione gomme richiede tra i 15 e i 18 secondi appena. Esiste un precedente: nel Gran Premio di Ungheria del '98 la Ferrari e Schumacher stupirono e sconfissero gli avversari facendo tre soste. Nessuno se lo aspettava, perché a quei tempi non si anelava mai oltre le due. La strategia, d'accordo, però dietro il trionfo di Magny-Cours c'è dell'altro; Schumi ringrazia la squadra: «Bravi tutti, come sempre. In occasione dei pit stop i ragazzi sono stati eccezionali. Prima della partenza non ero molto ottimista, poi ho capito che le gomme Bridgestone miglioravano con il passare dei chilometri, a differenza di quanto accadeva ai nostri avversari. Ciò mi consentiva di guadagnare terreno nei loro confronti. E' stata ima corsa bella e sfiancante. Era dura, ma con una vettura così tutto è fattibile». Todt si è complimentato, dice di aver visto 70 giri tirati come una qualificazione. «Lo ringrazio, ha ragione. Però devo ammettere che negli ultimi dieci ho avuto finalmente l'opportunità di tirare il fiato e di controllare la situazione alle mie spalle». Nel 2002, il pilota tedesco festeggiò aMagny-Cours la conquista anticipata del titolo. L'anno successivo fu modificato il sistema di assegnazione dei punti proprio per rendere più combattuta la sfida. Così, malgrado le nove vittorie in dieci Gp, Schumi ha soltanto 22 punti di vantaggio sul compagno di squadra e 42 su Button: il campionato è virtualmente suo, tuttavia l'aritmetica offre ancora parecchie soluzioni. Forse la festa si terrà in settembre a Monza. Nostalgia per il vecchiuo punteggio? «Un po' sì. Immagino che al pubblico mvece piaccia di più l'attuale meccanismo. Queste sono le regole e io le accetto». Il campione loda il compagno, protagonista di una gara spettacolare che lo ha portato dal decimo posto sulla griglia di partenza fino al podio: «E' statò grande e ha dato ima enorme soddisfazione alla squadra. Siamo stati perfetti e abbiamo dimostrato che gruppo eccezionale sia la Ferrari. La fortuna non c'entra. Dietro ai nostri successi c'è un lavoro duro. Ogni dipendente della Ferrari si impegna per questi risultati». Le ultime parole del campione del mondo sono per Jean Todt, il direttore generale che il 1 luglio del '93 cominciò proprio a MagnyCours la sua avventura alla guida della scuderia italiana: «Vincere in Francia ha un significato speciale per lui. Inoltre siamo impegnati insieme nel progetto lem contro le malattie cerebrospinali e questo trionfo ci aiuetrà nella nostra battaglia». Il Cavallino festeggia 176 successi in 696 gare, di cui 14 ottenuti in terra transalpina. Il sesto Mondiale costruttori consecutivi è a un passo e Barrichello ne è di nuovo protagonista. Ieri ha dato un dispiacere grosso a Trulli, che probabilmente avrà trascorso la notte a rimuginare sul suo errore «da pollo». «Mi spiace per Jamo. E' un caro ragazzo e un amico, ma siamo due professionisti e in ballo c'era il podio. Nell'ultimo giro ha rallentato troppo alla curva 13 e così sono stato in grado di affiancarlo alla 15. E' stato rischioso e sarebbe stato ^H^f.> hbBBarrichello e Sc un .peccato rimontare dal decimo posto e poi perdere tutto sul più bello, ma ho pensato che ne valesse la pena. Lui è stato molto corretto a non chiudere la traiettoria, altrimenti ci saremmo toccati». A pochi giri dalla fine, il dt Ross Brawn gliel'aveva preannunciato: «Il podio sarebbe un bel posto in cui rivederci più tardi». Detto e fatto. Domenica si corre a Silverstone, dove Rubinho nel 2003 fu protagonista di sorpassi in serie. «Ci riproverò», assicura. L'ambizione di vincere un campionato? «Ho 68 punti, 22 in meno di Michael che va fortissimo. Il suo momento finirà prima o poi». E sorride. Barrichello riceve gli elogi del compagno (è stato grande, ha dato una gioia straordinaria, alla squadra) e racconta: «Con Trulli nel finale ho corso qualche rischio ma dovevo provarci Sarebbe stato un peccato rimontare dal decimo posto e poi perdere tuttosul più bello» Michael: «Sono orgoglioso E1 la prima volta che un pilota arriva primo con questa strategia Credo che il nostro risultato entrerà a far parte della storia della Formula 1 Bravi tutti, certe imprese non arrivano mai per caso» Schumacher nel 2002 festeggiò qui la conquista anticipata del titolo ^H^f.> hbBS^^9 ^K^^Kl&8t^*isSH sift ■ ^ Barrichello e Schumi, una giornata da ricordare Fernando Alonso, secondo dopo la pole ìnm PREMBO DI FRANCIA: UN

Luoghi citati: Francia, Monza, Silverstone, Ungheria