La Grecia dei miracoli sul trono d'Europa Portogallo in lacrime

La Grecia dei miracoli sul trono d'Europa Portogallo in lacrime ATENE IN FESTA A POCO PIÙ DI UN MESE DALL'OLIMPIADE: ESPLODE LA GIOIA DEI TIFOSI DOPO LA GRANDE IMPRESA DI UNA SQUADRA IN CUI NESSUNO CREDEVA La Grecia dei miracoli sul trono d'Europa Portogallo in lacrime Battuti in finale i padroni di casa: di Charisteas il gol decisivo Un trionfo per il et tedesco Rehhagel e il suo calcio «antico» Roberto Beccantini inviato a LISBONA Il calcio è popolo, e il popolo è passione. Per questo, un Paese piccolo ma ostinato, di guardia alla civiltà, non sta più nella pelle. Mai, nella storia, la Grecia si era laureata campione d'Europa. Mai aveva alzato una coppa, sfiorato im titolo, accarezzato l'impossibile. Cadeva sempre all'inizio di ogni film, comparsa arruolata per creare un minimo di atmosfera e poi via, passasse pure alla cassa. L'impresa che trancia tutti i luoghi comuni e spemacchia noi critici le riesce nell'arena del Benfica, al culmine di un'arrampicata che il Portogallo aveva inaugurato e il Portogedlo suggella. E' un verdetto che, per pathos e pronostico, rimanda a BrasileUruguay dei Mondiah 1950, quando ai brasiliani sarebbe bastato un pareggio e invece, al Maracanà, piansero in duecentomila, e qualcuno si sparò pure. In alto i cuori, come scriveva Gianni Brera, per Otto Rehhagel, il precettore tedesco che ha trasfonnato ima scolaresca svogliata e ignorante in una classe in cui l'ordine regna sovrano, tutti per uno, uno per tutti. Dellas e Charisteas invadono, così, l'albo d'oro e raccolgono, increduli, la corona e lo scettro che, quattro anni fa, la Francia di Zidane aveva sfilato all'Italia di Zoff. In attesa delle Olimpiadi, non poteva esserci fuori programma più glorioso e clamoroso: e chiedo scusa per la banalità degh aggettivi. La finale ha riassunto i tormenti, gh squarci e i limiti del torneo. C'è uno striscione anche per noi, lassù nel loggione: «Italia guarda e impara, meno vanità più serietà». Se il Portogallo ha fatto tesoro della lezione di Oporto, non si può dire che la Grecia ne abbia dimenticato i contenuti. Anzi. Dellas libero, marcature bloccate, una sola concessione al catechismo di moda: Seitaridis e Fyssas non seguono Figo e Ronaldo, ognuno tiene la posizione e martella ai fianchi il cliente di turno. Al posto di Karagounis, squalificato, c'è Giannakopoulos; e su Deco, come già su Nedved, Katsouranis. Il copione non incanta, né potrebbe essere altrimenti, visto l'attendismo degh uni e le polveri bagnate degh altri. Charisteas parte da destra (Nuno Valente), Vryzas fa a cornate con Jorge Andrade e Ricardo Carvalho, Giannakopoulos si oppone a Miguel, un tiro, il primo della serata, e poi tanto dolore: lo sostituisce Paulo Ferreira, Non è menu da palati fini, Kapsis rosola allo spiedo Pauleta, Basinas e Zagorakis dedicano il loro furore non solo a Costinha e Maniche. Un'uscita di Bicardo su Charisteas (bella azione, i greci), una «telefonata» di Pauleta, una sventola di Maniche. Briciole. Occhio, se mai, a Figo: al 34' cambia lescaipe. E' proprio sulle fasce che il Portogallo non trova spazio. Quel marpione di Rehhagel le ha chiuse a chiave. Tocca molti palloni, Deco', ma senza la magia che ha trasformato Mourinho nell'ultimo dei vati. Figo cerca se stesso in troppe zone del campo, Pauleta non dà segni di vita, e questo costringe la squadra a soluzioni temerarie, il dribbling da vicino o il tiro da lontano. La Grecia è ima signora alla quale il vento non scompiglia un capello: per quanto soffino ì rivali, eccola sempre lì, sorniona, truccata, le gonne magari un po' datate, ma le gambe, mamma mia. Le gambe di Seitaridis, per esempio. Siamo al 12' della ripresa, quando il terzino vola vìa e conquista un calcio d'angolo. Contro i cechi, lo calibrò Tsiartas e lo incomò Dellas. Questa volta, la parabola è di Basinas e lo stacco di Charisteas, già a segno di testa al cospetto dei francesi (su cross di Zagorakis, sempre dalla destra). I lusitani reagiscono dì puro istinto. Nikopohdis rintuzza un destro di Ronaldo, Rui Costa avvicenda Costinha, affettato da Basinas e Zagorakis, Figo ha un sussulto, Nikopohdis è lì. Il pubblico non sa più cosa fare e cosa pensare, la macchia greca deborda, in campo e fuori, il cronometro tortura i nervi, Charisteas è un tir che trasporta mobili e frigo da un'area all'altra. La staffetta tra Pauleta e Nuno Comes è un atto dovuto, e tardivo. Deco, improvvisamente. scorge un pertugio e ci infila Ronaldo, sbilanciato dalla sagoma arrembante del portiere: era un'occasione. Giannakopoulos, una delle colonne, esce stremato. Tocca a Venetidis. E di lì a poco a Papadopoulos (per Vryzas, un altro che ha dato l'anima). Ci prova Ricardo Carvalho: Nikopohdis sventa alla grande e nella sua rete, in compenso, ci finisce l'immancabile invasore. Figo a una spanna dal palo, è l'ultima virgola che avrebbe potuto cambiare la storia. Fra Oporto e Lisbona la Grecia ha in pratica affrontato due Portogallo - il primo con Rui Costa titolare, il secondo con Deco -eh ha battuti entrambi, Russia a parte, ha rimontato la Spagna, eliminato la Francia e la Repubblica Ceca, strappato la coppa ai padroni di casa. Difesa e contropiede: e allora? Tre 1-0 consecutivi, dai quarti in poi: perché, è un sacrilegio? Scolari (fino a ieri, un genio...) paga l'assenza di un centravanti, aveva ah come Figo e Cristiano Ronaldo, Seitaridis e Fyssas ghelharmo tagliate. Così, in uno stadio stremato dalla sofferenza ma composto, la Grecia celebra la riscossa di un calcio che mai morirà finché potremo assistere a simili verdetti. Dal cielo piovono stelle. Fuochi d'artificio solcano le nubi. Grecia, ti rendi conto di cosa hai combinato? mmsm (4-2-3-1) ^ Ricardo 6; Miguel 6,5 (43' pt Paulo Ferreira 5,5), Ricardo Carvalho 6, Jorge Andrade 5,5, Nuno Valente 5,5; Costinha 5,5 (16' st Rui Costa 6), Maniche 6; Figo 5,5, Deco 5,5, Ronaldo 6; Pauleta 5 (29' st Nuno Comes sv). (4-4-2) ^| Nikopolidis 7; Seitaridis 8, Dellas 8, Kapsis 7, Fyssas 7; Zagorakis 8, Katsouranis 7, Basinas 7, Giannakopoulos 7 (31' st Venetidis sv); Charisteas 8, Vryzas 7 (36' st Papadopoulossv). Ali.: Scolari 6. | Ali.: Rehhagel 10. Arbitro: Merk (Ger) 7. Reti: st 12'Charisteas, Ammoniti: Costinha, Basinas, Seitaridis, Fyssas, Papadopoulos, Nuno Valente, Spettatori: 62.500, Piazza Omonia ad Atene letteralmente gremita da una folla in delirio subito dopo la vittoria in Portogallo Charisteas ha segnato di testa la rete decisiva, la terza del suo torneo europeo dopo quelle contro la Spagna e la Francia