La piccola e strana finale che fa infelice l'Europa di Roberto Beccantini

La piccola e strana finale che fa infelice l'Europa IL PUNTO La piccola e strana finale che fa infelice l'Europa Roberto Beccantini inviato a LISBONA E" ' una finale troppo piccola e troppo strana, ' perché all'Uefa siano davvero febei. Portogallo-Grecia, dieci miboni di abitanti l'uno, dieci l'altra, totale venti: non è su questo «mozzicone» di audience che le televisioni speravano di allungare le antenne; e gb sponsor, gb avidi canini. Passi per il Portogabo, padrone di casa e dotato di una rispettabile tradizione, ma i greci, come si permettono? «Mi auguro che questo epilogo rappresenti un'eccezione», ha dichiarato Franco Carraro. Anabsi sbrigativa ed esageratamente elitaria, faziosa. Precipitare da Francia-Itaba del 2000 a una partita così «minore» scortica i nervi, d'accordo, ma il calcio è unico proprio per le opportunità che, quando vuole, concede anche aUe sue pecorelle più smarrite e neglette. In Cbampions League, già Porto-Monaco era sembrata un'eresia. Figuriamoci PortogaUo-Grecia. La stagione ha frantumato le gerarchie vigenti: nei club e a bvello di Nazionab. Milan, Juventus, Real Madrid, Manchester United, Arsenal, Bayem, Deportivo, Chelsea: spazzati via. Spagna, Itaba, Germania, Inghilterra, Francia, Olanda, Repubbbca Ceca: arrivederci e grazie. Mai, nella storia degb Europei, l'atto conclusivo aveva coinciso con la sfida inaugurale. Era il 12 giugno, e gb ebenici bastonarono i rivab al di là deUo scarto (2-1): Karagounis subito, con un destro dal bmite deb'area, poi Basinas su rigore e, agli sgoccioli. Cristiano Ronaldo di testa. Febpe Scolari ha rivoltato l'assetto, dopo quel battesimo trasformatosi in funerale. Otto Rehhagel ci ha costruito su, viceversa, una striscia di risultati che, salvo il platonico k.o. con i russi, ha assunto il fascino e le dimensioni di una regale scalata. La Grecia finalista è come la Reggina promossa allo spareggio-scudetto. Una belbssima «bestemmia». E pazienza se la marcatura a uomo è stata espulsa dabe vetrine alla moda. Comunque vada, avremo una regina nuova di zecca. In cima alla classifica generale, spicca la Germania (3 titob), tallonata dalla Francia (2). Poi, con uno, e in ordine cronologico, Unione Sovietica, Spagna, Italia, Cecoslovacchia, Olanda e Danimarca. A Rehhagel mancherà Karagounis, squalificato. Scolari, in compenso, gli opporrà la formazione tipo. In un anno così tecnicamente dispari, il Portogabo rappresenta il riferimento più sobdo e omogeneo, dal Porto vincitore deba Cbampions League (e, nel 2003, della Coppa Uefa) alla Nazionale finabsta nell'Europeo. Figo e Cristiano Ronaldo ne incarnano lo spirito guerriero: sono ab che interpretano il ruolo con la spensieratezza di coloro che hanno scelto il dribbling come simbolo di appartenenza. Troveranno, lungo gb ultimi tornanti, rovi e buche, serpenti e zanzare. Il tifo del pubblico e il peso del pronostico andranno maneggiati con la cautela con cui, di sobto, si scarta un regalo atteso ma debcato. È la copertina di un calcio che ha sacrificato le scobature e privilegiato gli abiti sobri. La Grecia, che ad agosto ospiterà le Obmpiadi, è un inno al coro; il Portogabo, che nel 1966 fu terzo ai Mondiab, ha saputo emendarsi dei propri peccati di superbia. Sono allenati da tecnici stranieri e appartengono a scuole diverse. Non è colpa loro se l'Europa che tira, in tv e nel business, aveva le gomme a terra, i piloti stressati e qualche navigatore distratto. Stadio da Luz, ore 20,45: la cicogna è in viaggio, Zidane aspetta l'erede.

Persone citate: Basinas, Cristiano Ronaldo, Franco Carraro, Karagounis, Rehhagel, Zidane