Penne d'argento a notizia è salva di Fulvio Milone

Penne d'argento a notizia è salva CONSEGNATI I PREMI ISCHIA DI GIORNALISMO Penne d'argento a notizia è salva Fulvio Milone Inviato a ISCHIA DA decenni raccontano e interpretano il mondo sui giomah e in tv, da cronisti di razza e acuti osservatori della società che si è trasformata in un quarto di secolo. E' dedicato anche a loro, agh over 80, il Premio Ischia intemazionale di giomahsmo, che mf atti ha assegnato la «Penna d'Argento» a Gaetano Afeltra, Giulio Andreotti, Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Mario Cervi, Walter Cronkite, Antonio Ghirelh, Igor Man, Eugenio Scalfari e Sergio Zavoh. Il premio principale di quest'anno è andato ai direttori della Stampa e di EZ Pois Marcello Sorgi e Jesus Ceberio per l'informazione scritta, a Eduardo Montefusco e Piero Marrazzo per la televisione, a Samia Nakhoul della Reuters per le agenzie e da Guido Graverò di Raitre per i telefotoreporter. La giuria presieduta da Biagio Agnes ha inoltre conferito un premio speciale a ErfamRashid dell' Adnkronos International e a Bianca Malia Piccinino, primo volto femminile del Tg nazionale. Riconoscimenti sono stati assegnati infine ai giornalisti under 35 Dario Del Porto, Pierluigi Diaco, Emanuele Fameti, Federico Pini e Paolo Bemacchio. Per questa edizione (la 25ma), gh organizzatori hanno guardato al passato deU'informazione, per interpretame megho il presente e il futuro. Non a caso Giuho Andreotti, Sergio Zavoh, Marcello Sorgi e Paolo Gambescia (direttore del Messaggero) sono stati protagonisti di un dibattito moderato dal direttore dell'Ansa Pierluigi Magnaschi: «25 anni di Premio Ischia, 25 anni di giornalismo, 25 anni di storia. E adesso quale futuro?». E' un bilancio che Sorgi traccia in chiaroscuro: «Se prendiamo come unità di misura la Jesus Ceberio, d rettore di El Pais libertà del giornalismo, devo dire che nell'ultimo ventennio ci sono stati alti e bassi non sempre da imputare al potere, ma anche agh stessi giornalisti». Se il direttore della Stampa pone l'accento sul!' esigenza di un equilibrio fra esigenze informative e competizione sul mercato, Zavoh non nasconde il pessimismo suha tivù: «Potremmo definirla coriandolizzata. Si ha l'impressione, dopo aver ascoltato i titoh dei tg, di sapere già tutto, di essere già sazi di informazione. Non c'è più approfondimento. E i palinsesti sono fatti dai pubblicitari e non dai dirigenti». Ma davvero è la superficialità il carattere del giornalismo itahano oggi? «C'erano buoni e cattivi giornalisti 25 anni fa come oggi - spiega Gambescia -. C'è chi è convinto di esercitare un diritto-dovere di informare e chi, invece, ha scelto questo mestiere per opportunismo. Oggi chi lavora in una redazione è avvantaggiato, perchè sulla sua scrivania giungono informazioni da tutto il mondo e c'è una grande disponibilità di fonti. I pericolo di scadere nella superficialità è forte». Di un'altro rischio, quello conseguente alla deriva giustiziahsta, parla Giuho Andreotti. «Non lo dico perchè ho vissuto un'esperienza personale di questo tipo avverte -. Io me la sono sempre cavata, sono duro a morire e come vedete sono ancora qui a resistere. Ma penso alla gente comune che legge sul giornale di aver ricevuto un avviso di garanzia e ha la vita distrutta». Andreotti porta ancora impresso nella mente il ricordo di un sindaco di Roma, Clelio Darida, «arrestato e poi scarcerato con tante scuse». «La sua foto - prosegue - fu messa in prima pagina con titoh enormi. Quando tomo in libertà, fu dato pochissimo spazio alla notizia». Jesus Ceberio, direttore di El Pais

Luoghi citati: El Pais, Ischia, Roma