«Alessia era entrata in coma per un panino»

«Alessia era entrata in coma per un panino» STUDENTESSA PER UN ANNO IN BOLIVIA, ERA STATA COLPITA DA UNO CHOC ANAFILATTICO «Alessia era entrata in coma per un panino» NOVARA L'ultima mail era arrivata pochi giorni fa: «Alessia non è più in terapia intensiva ed è stata spostata in una camera da sola. E' molto seguita, ha cominciato a parlare, anche se occorrerà ancora del tempo perchè la sua voce torni normale. Ha anche cominciato a muovere le gambe, le braccia un po' meno, ma i dottori dicono che è solo questione di tempo e noi confidiamo anche nella forza di Alessia. Domani sapremo quando potrà essere trasportata in Italia, naturalmente con un volo speciale che dovrà essere organizzato da Afs, l'organizzazione con la quale Alessa si trova a Quito». Il messaggio era di Paola Di Gregorio, la giovane madre, indirizzato a «Novara Soccorso», l'associazione di volontari per il trasporto dei malati alla quale con la figlia prestava quasi tutto il tempo libero. Il presidente, Aldo Pollastri, le ricorda con ammirazione: «Erano impegnatissime, accomunate dallo stesso entusiasmo nel servizio. Dal giorno in cui la figlia si era aii^malata ih Ecuador, rischiaiido la vita, i genitori erano andati a Quito e noi eravamo diventati il loro punto di riferimento. Ieri ci eravamo organiz¬ zati per inviare un'ambulanza a Malpensa, dove avremmo preso in consegna Alessia per trasportarla a Novara. E invece...». Una famiglia molto conosciuta quella dei Mairati. Il padre Giovanni, 50 anni, è direttore dell'agenzia della Banca di Legnano ad Arona, mentre la madre era impiegata allo stabilimento «Pavesi-Barilla» di Novara ed era proprio con una borsa di studio deh'azienda che la figlia, studentessa dell'istituto per corrispondenti in lingue estere «Pascal» di Romentino, aveva deciso di frequentare l'ultimo anno in Ecuador per perfezionare lo spagnolo, appoggiata dall'organizzazione «Intercultura». In Italia era la prima del suo corso. A Quito aveva trovato sistemazione presso ima famigha. Alcune settimane fa, dopo aver mangiato un panino ai semi di sesamo, era crollata: choc anafilattico con arresto cardiaco. All'ospedale di Quito i medici erano riusciti a salvarla, ma con conseguenze motorie che fino all'altro ieri non erano ancora completamente risolte. Ad assisterla erano arrivati i genitori: dopo la fase critica il padre era rientrato in Italia, la madre era rimasta per organizzare il volo con l'ambulanza. Tutto era pronto per venerdì: partenza dall'aeroporto di Quito con ur «West Wing» attrezzato per il trasporto dei malati. Il programma di volo prevedeva uno scalo tecnico a Tocumen, a 25 chilometri da Panama. La morte che era riuscita ad evitare è arrivata senza scampo sulla pista, trascinando nel tragico destino anche la madre, con la quale aveva condiviso interessi e impegni nel sociale. A Novara sono rimasti il padre di Alessia e la secondogenita. Chiara, 12 anni, circondati da amici e parenti. C'è anche Ivan Negri, il tutor di Alessia: «A scuola era molto brava e volitiva, una ragazza di grande carattere. Pochi giorni fa l'avevo sentita al te efono e mi aveva rassicurato: "A settembre sarò di nuovo in classe"». [g-f-q-J

Persone citate: Aldo Pollastri, Alessa, Barilla, Ivan Negri, Mairati, Wing