«Clelia è stata uccisa dal camionista» di Lodovico Poletto

«Clelia è stata uccisa dal camionista» IL DELITTO DELLA DONNA SULL'EX 460: LA PROCURA CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO DELL'INDAGATO «Clelia è stata uccisa dal camionista» Lodovico Poletto Sospettato, indagato, rinchiuso in carcere già per un altro omicidio e adesso anche pronto ad entrare in un'aula di giustizia per rispondere di un secondo delitto. Antonino Spanò, 47 anni, l'autotrasportatore torinese sospettato di aver ammazzato, due anni fa, una donna di reietto, Clelia Rossi, 38 anni, giovedì prossimo comparirà davanti al gup, Paola Trovati. Il pm Giuseppe Riccaboni ne ha, infatti, chiesto il rinvio a giudizio: contro di lui ci sarebbero ima raffica di elementi raccolti dai carabinieri in mesi di indagini: dalle intercettazioni nel carcere alle analisi sia dei tabulati telefonici sia del traffico sulle celle nell'area attorno al luogo del delitto: una piazzola di sosta sulla statale 460, tra Lombardore e Leinì. Per il magistrato che ha coordinato l'inchiesta non ci sono dubbi: fti proprio Antonino Spanò a sferrare quelle 16 coltellate - almeno due delle quali mortali - a quella dorma che, il mattino del 15 novembre 2001, al volante della sua utilitaria andava a lavorare a Torino. Come abbia fatto l'assassino a convincere Clelia Rossi a fermarsi su quella strada, e per quale ragione abbia poi infierito in quel modo sul suo corpo, questi sono aspetti ancora in parte da chiarire. Ma alcune intercettazioni in carcere non lascerebbero spazio a dubbi. «Ma talune frasi, che erano state formulate in relazione all'assassinio della Torgneur, sono state poste erroneamente in relazione con l'omicidio Rossi» aveva detto l'avvocato difensore di Spanò, Antonio Mencobel- lo, il giorno dopo la notifica in carcere dell'ordinanza di custodia. «E ci sono anche traduzioni imprecise dal palermitano: sono tutti elementi sui quali riflettere» aveva detto sempre allora Mencobello. Oggi, la sua posizione è cambiata di poco, ma sostiene sempre la necessità di andare a giudizio, rinunciando alla strada costellata da sconti di pena dei riti abbreviati. L'accusa sostiene pure che Spanò tentò di confondere le acque, di incolpare di quel delitto, il suo socio in affari, Francesco Rizzi. Come? Effettuando quattro telefonate anonime (dal 20 novembre al 6 di dicembre) ai carabinieri di Chivasso, ai loro collegbi di Leinì e al 112, fornendo una descrizione fisica del suo socio in affari, numero di targa del mezzo posseduto e raccontando con certezza di averlo visto quella mattina sulla piazzola dove la povera Clelia Rossi venne e uccisa. In aula, giovedì, ci sarà anche il marito della vittima, Adriano Peri che, venduta la casa di Feletto, oggi vive con la figlia da un'altra parte. Assistito dall'avvocato Roberto Macchia si costituirà parte civile. E lo stesso faranno anche i parenti di Clelia, che saranno, rappresentati dall'avvocato Loredana GemeUi. Antonino Spanò, già condannato a 21 anni per l'omicidio della direttrice del supermercato «A&O» di Morgex, accoltellata la sera del 26 gennaio 2002 nel cortile della sua casa di La Salle, in frazione Derby, adesso è rinchiuso nel carcere di Biella. E continua a negare di aver mai avuto che fare con la mamma di Feletto, massacrata in un mattino di novembre. L'uomo è già in carcere per un delitto commesso in Valle d'Aosta La donna fu assassinata con 16 coltellate Ma il movente non è ancora chiarito e il camionista continua a negare le accuse I delitto fu commesso 1115 novembre 2001 Antonino Spanò, 47 anni, giovedì comparirà davanti al Gup con l'accusa di aver uccìso a coltellate una donna dì Feletto due anni fa