Battiato: racconterò Beethoven al cinema di Marinella Venegoni

Battiato: racconterò Beethoven al cinema IL MUSICISTA PRESENTA IL SUO FESTIVAL «IL VIOLINO LA SELCE» Battiato: racconterò Beethoven al cinema Dopo «Perduto amor» candidato al Globo d'oro, gira «Musikanten» protagonista Alejandro Jodorowskij. Presto un ed con dieci canzoni Marinella Venegoni inviata a MILANO Con Franco Battiate, si fa ormai fatica a capire se l'estroso personaggio che parla sia il musicista raffinato, oppure il regista di mature speranze, o ancora il direttore artistico della consueta rassegna marchigiana estiva «Il violino e la selce». In quest'ultima veste lo abbiamo incontrato, a rivendicare le «scelte senza complessi» di un Festival consolidato e questa volta molto dedito alla musica elettronica, che si svolge fra Jesi, Fano e Fermo, a partire dal 10 luglio, quando si apre con i Momix a Jesi, e dove poi l'I 1 ci sono Coil-Anthony con Julia Kent (Anthony è il controtenore scoperto da Lou Reed), il 13 Telefon Tel Aviv-Dani Siciliano, il 16 Khaled re del rai. A Fano: il 23 Winton Marsahs, 24 Carmen Consoli e Nada, 25 Christian Fennesz, 31 Einstuzende Neubauten, 5 agosto Giovanni Sollima nella prima opera commissionata dal Festival. A Fermo invece, il 27, lo stesso Battiate, in una tappa del suo tour di 10 date. L'umore del maestro di Milo sembra ottimo; la sua dispo¬ nibilità è proporzionale al cumulo di progetti che va elencando. Cominciamo dal cinema. «Perduto Amor» ai festival di New York e di Mosca, ha avuto un bel successo, tanto che si cerca un distributore negli Usa del film, che è pure candidato al «Globo d'oro» della stampa estera in Italia. Ma il secondo film, che doveva girare ora? «E' slittato di qualche mese. S'intitolerà "Musikanten", lo giro l'anno prossimo e per la parte del protagonista mi ha dato la sua disponibilità un grande, Alejandro Jodorowskij. La storia si svolge nel mondo contemporaneo nella prima e nell'ultima parte, mentre la parte centrale risale con una regressione alla vita di Beethoven». I concerti che sta per iniziare, partendo il 21 dal Ravenna Festival, saranno pop o più «classici»? «Tomo alla dimensione del quartetto d'archi più pianoforte. E' il versante "Ombra della luce" o "La cura". Ma ci sarà anche un inedito, con il titolo "La porta dello spavento supremo"». II nuovo disco esce ben pri¬ ma del film, dunque. «Uscirà all'inizio di ottobre. Il pezzo che canterò in concerto è l'unico che, essendo per pianoforte, pedale tonale e una spruzzatina di archi, può trovare spazio in un tour come questo: anche l'argomento che affronto è impegnativo. "La porta dello spavento supremo" viene direttamente dai Veda del Buddhismo, dove si dice che per passare a sfere più elevate devi abbandonare non solo la materia ma anche la sua memoria». E il resto dell'album ancora senza titolo, come sarà? «E' un buon disco, e non sempre questo succede: anche se rivendico che un disco non riuscito sia essenziale, in un percorso. E' un lavoro forte, di dieci brani, più vicino a "Gommalacca"». Il «Violino e la selce» si conferma una rassegna per palati fini. «Noi amiamo la nicchia, ma qui c'è di tutto. La forza del Festival è che negli anni è arrivato di tutto, da Bjiork ai Coldplay a Lou Reed. Certo, esistono canzoni di musica leggerissima che possono essere dei gioielli, ma se una canzone manca i propri obiettivi diventa inascoltabile. E' vero che noi mescoliamo l'alto e il basso, ma l'alto è quella cosa che ti consente di non essere un animale. Certo materiale che offriremo ha poco a che vedere con gli stilemi correnti, specie Ryoji Ikeda che sarà a Fano il 30 lugho ed è spesso estremo, ai limiti del credibile: può metter dei rumori in un loop». Come ricorda, giusto un anno dopo, il suo tanto chiacchierato concerto per Alleanza Nazionale? «Ripeto: il problema è loro, non mio. Io sono quello che sono, canto quello che canto. Per esempio, chiunque ha fatto sua "Povera Patria". A Milano è stata dura: non sono uscito di casa finché non hanno tolto le bandiere dal palco, e sono andato via quattro canzoni prima, per evitare che le bandiere tomassero. Ma sappia che nel nuovo disco c'è un brano che s'intitola "Ermeneutica" e che dice: "Eiacula precocemente l'impero/Ritoma Q circolo dei combattenti/Gli stati servi si inchinino/A quella scimmia del presidente..."». Alejandro Jodorowskij interprete del prossimo film di Battiate