E' Pietro Ferrerò il «campione» 2004

E' Pietro Ferrerò il «campione» 2004 BEN 160 CAPITANI D'INDUSTRIA HANNO SCELTO NOVE AZIENDE MODELLO E' Pietro Ferrerò il «campione» 2004 Le migliori imprése piemontesi premiate da Itp, McKinsey e Politecnico Giovanna Favro TORINO Il fior fiore dell'imprenditoria pie^. montese s'è dato appuntamento ieri al Politecnico di Torino per il premio «Campioni d'impresa 2004»: 160 capitani d'industria con fatturati superiori ai 15 milioni hanno scelto nove aziende-modello, premiate come casi eclatanti di successo, ed elette a paradigmi di riferimento per tutte le industrie itahane. A Pietro Ferrerò, amministratore delegato del colosso dolciario di Alba, è andata la palma di vincitore assoluto. Insieme a lui altri 8 industriali, a loro volta indicati dai colleghi in ragione dell'esemplarità dei risultati raggiunti: «the most admired» come «campioni di crescita» sono state l'Azimut-Benetti, leader nella fabbricazione di yatch, il gruppo Merlo, primo al mondo nel settore dei sollevatori telescopi, e ri marchio Miroglio (915 nuhom di fatturato l'anno nel tessile). Italdesign-Giugiaro, Mondo e «Successori Reda» sono stati i più votati per l'innovazione, Guala ed Ermenegildo Zegnà per l'internazionalizzazione. L'iniziativa che premia l'eccellenza delle aziende piemontesi è stata promossa da Itp insieme all'Università degh Studi e alla McKinsey SCompany, con la partecipazione di Cònfìndustria, Politecnico e ateneo Amedeo Avogadro e il sostegno di SanPaolo e Unicredit. Pietro Ferrera ha parlato delle difficoltà del settore agro-alimentare, «definito spesso anticiclico, ma che risente invece dell'andamento congiunturale: i dati sui consumi mostrano segnah di indebolimento, specie nella quarta settimana del mese quando le famiglie aspettano lo stipendio. Non è del tutto vera neppure che si tratti di un mercato globale: si parla piuttosto di macroregioni. Per il cioccolato, ad esempio, il gusto americano è molto diverso da quello inglese o centroeuropeo». Per Ferrera, «nei confronti della competizione intemaziona¬ le, e soprattutto degh Usa, in Italia ci sono ancora lacci e lacciuoli che rendono più difiicile la vita delle aziende». Ciò anche se «L'Italia ha tra le sue ricchezze un grande tessuto industriale e una predisposizione alla libera iniziativa quasi unica al mondo». E ha concluso: «Se da qualche anno il quadra italiano è difficile, si tratta di una situazione simile al resto d'Europa. Dieci anni fa, la Germania sembrava una locomotiva inarrestabile». Me Kinsey 8- Company ha presentato i risultati della ricerca condotta tra le aziende e confluita in una pubblicazione curata da «La Stampa». Gh imprenditori hanno indicato la centralità del prodotto e gh investimenti in tecnologia come chiavi per la crescita, mentre la ricerca e la qualificazione delle risorse umane sono alla base di innovazione e sviluppo. La «piemontesità» è vissuta come valore aggiunto per la diffusione della cultura d'impresa, oltre che per la disponibilità di personale preparato.

Persone citate: Amedeo Avogadro, Ermenegildo Zegnà, Ferrera, Giovanna Favro, Giugiaro, Guala, Kinsey, Miroglio, Pietro Ferrera

Luoghi citati: Alba, Europa, Germania, Italia, Torino