fcCoiidanna a morte? Dipenderà da lui» di Giuseppe Zaccaria

fcCoiidanna a morte? Dipenderà da lui» IL RESPONSABILE DEI TRIBUNALI SPECIALI PER I CRIMINI DEL VECCHIO REGIME fcCoiidanna a morte? Dipenderà da lui» Salem Chalabi: non è detto che debba essere comminata per forza intervista Giuseppe Zaccaria inviato a BAGHDAD POSSO difendermi da solo?». La prima richiesta del detenuto Saddam Hussein all'avvocato Salem Chalabi, incaricato dell'istituzione dei tribunali speciah iracheni, è stata questa. Poco prima delle nove del mattino un Raìss sbarbato, un po' smagrito ma apparentemente molto tonico, è stato condotto in un luogo beffardamente simbolico, il «Saat Baghdad)), ovvero orologio di Baghdad, il palazzone turrito che un tempo accogheva il museo dedicato alle sue gesta. Oggi alTintemo della Green Zone, ospita le aule in cui si svolgerà il processo. Il prigioniero è entrato con la scorta eh due soldati americani, Chalabi lo aspettava seduto a fianco del magistrato che presiederà la Corte. «Sabah el-kher», ha detto, augurando il buongiorno al detenuto, e Saddam ha risposto: ((Buongiorno, sono Saddam Hussein alMajid, presidente della Repubblica irachena». La conversazione è stata breve e imbarazzata: Saddam è stato informato che all'indomani sarebbe comparso dinanzi al tribunale per udire la lista delle accuse, suddivise in quattordici capi d'imputazione che vanno dalla guerra contro llran all'invasione del Kuwait alle stragi dei curdi all'emininazione di questo o quell'oppositore. Lui ha ribattuto: «Quah sono le domande che potrò fare?». Il giudice glielo ha spiegato, aggiungendo che quanto al metodo di difesa l'imputato può sceghere come comportarsi. Saddam può dunque difendersi da solo, come Slobodan Milosevic continua a fare al tribunale dell' Aja,odesignaredifensorinelnumero che gh sarà più conveniente: un luminare francese attende l'incarico come il legale giordano nominato dalla moglie. Il giudice l'ha informato che se non possedesse danaro sufficiente a pagarsi un legale lo Stato iracheno prowederebbe d'ufficio. Un avvocato di Baghdad di cui ancora non si conosce il nome ha già fatto sapere che è disposto ad assistere il suo ex presidente anche gratis. L'ex dittatore è uscito di scena pochi minuti dopo mentre dinanzi a Chalabi comparivano prima ((Ah il chimico» e dopo Tareq Aziz. Il vero processo s'inizia stamani, e in questa occasione attraverso le tv il mondo tornerà a vedere le sembianze di un uomo che nella memoria è rimasto impresso com'era al momento della cattura: scarmigliato, con l'aria attonita e una barba di settimane. Salem Chalabi non accetta di farsi fotografare, ma in omaggio al proprio mandato è prodigo di informazioni. E' iscritto al partito del cugino Ahmed Chalabi il cui portavoce è Falsai Chalabi, inoltre per via di matrimoni è anche parente del presidente ad interim lyad Allawi nonché del ministro della difesa Ah Allawi. E se da questa ragnatela di parentele scute si può ricavare l'impressione che nel nuovo Iraq il principio della terzietà del giudice non venga troppo considerato, il primo giustiziere del Paese dice di attendere con serenità gh eventi, però intanto ritiene più prudente non farsi vedere. Al telefono la sua voce esibisce un elegante accento inglese: come molti della famiglia anche Salem ha trascorso anni d'esilio in Inghilterra, e in quanto avvocato d'affari si è occupato di transazioni importanti, fra cui quella che riguardò fondi di provenienza irachena recuperati in casse itahane, quehe della Bnl, ed è dunque persona abbastanza nota all'estero. In Iraq invece esiste ma non si vede: ha lasciato la famiglia in Inghilterra, a Baghdad vive blindatissimo nella Green Zone e quando, alcune settimane fa, ha accordato interviste prima ad Al Arabiya e poi alla Cnn si è fatto riprendere di spalle, come un testimone della Corona. Le temperie del momento suggeriscono prudenza, eppure dal bunker mesopotamico l'accusatore senza volto ostenta sicurezza. Poche ore fa Saddam le è comparso davanti: non ha provato d'emozione? «Per la precisione non è comparso tanto dinanzi a me quanto al cospetto del giudice che presiederà il processo, e credo che la mia emozione sia stata poca cosa rispetto a quella che pervaderà tutti gh altri iracheni». Chi è dunque il giudice da cui dipende la sorte di Saddam? «Un magistrato esperto di cui per ragioni di riservatezza preferisco non fare il nome, immagino lei capirà... E poi non credo proprio che un simile giudizio possa ridursi a una questione di nomi, il responsabile di un ventennio di disastri compare dinanzi alla giustizia del suo Paese e questo è un fatto storico». Fra poche ore Saddam ascolterà le accuse e potrà dichiararsi colpevole o innocente: quando s'inizierà il vero processo? «In tempi brevi, prevediamo che possa durare circa sei mesi, penso che di una sentenza non si potrà parlare prima novembre o dicembre». Se non si nutrono dubbi sulla personalità del Raìss esistono perplessità circa l'equilibrio dei magistrati: il nuovo Iraq ha un sistema giudiziario all'altezza del compito? «La nostra magistratura ha una tradizione che neppure la dittatura di Saddam Hussein è riuscita a incrinare, è nata negh Anni Venti sotto l'egida inglese, e poi prepariamo questo processo da mesi». Tempo fa lamentò il fatto che gh americani avessero rilasciato alcuni testi chiave, li avete ritrovati? «Nonostante molti esponenti del vecchio regime abbiano lasciato il Paese, noi abbiamo raccolto più di mille testimonianze. Saddam Hussein sarà il primo di 44 imputati ad essere giudicato, venti dei nostri magistrati hanno svolto istruttorie per mesi con l'assistenza eh ima cinquantina di esperti legali americani: insomma, il quadro probatorio è più che sufficiente». Chi garantisce che i giudici saranno imparziali? «Nei mesi scorsi ne abbiamo inviati alcuni al Tribunale dell'Aja, dove hanno svolto un corso intensivo». Però si parla già di pena di morte, e questa non sembra ima grande garanzia di serenità. «La pena di morte esiste in molte altre nazioni sviluppate, in Iraq è tornata possibile da quando il governo ha tolto efficacia alla sospensiva del governatore Bremer. Questo però non significa che debba essere comminata in ogni caso, tutto dipenderà dal dibattimento e dal modo in cui Saddam Hussein riuscirà a difendersi». Nessuno ha paura di ciò che Saddam potrà dire? «Nessun timore. Fra l'altro il nostro vecchio dittatore è stato sempre abituato a fare discorsi, non a fornire argomenti». i^ÉL II giudice che "w condurrà il processo è un uomo esperto di cui per ragioni di riservatezza preferisco non fare il nome. Prevediamo la sentenza A A a fine anno ^7 éfrégL Abbiamo "" raccolto più di mille testimonianze Venti magistrati hanno svolto istruttorie per mesi, e alcuni sono stati mandati a fare uno stage all'Aja " 99