Trenfanni fra gli industriali di Gilberto Ferrando
Trenfanni fra gli industriali OGGI IL CONGEDO DEL DIRETTORE DELL'UNIONE. NELLA «GRANDA» UN'IMPRESA OGNI SETTE ABITANTI Trenfanni fra gli industriali Damiano Fiasco: «Credo nella cultura del lavoro» intervista Gilberto Ferrando TRENTATRE anni in Confìndustria; 4 all'Assolombarda e 29 all'Unione industriale di Cuneo, che ha diretto per 22 anni. Oggi Damiano Fiasco, 59 anni, si congederà dall'associazione a cui ha dedicato gran parte della vita professionale. Dottor Fiasco, quali sensazioni prova un manager che lascia dopo tanti anni e un forte impegno a servizio delle imprese e del loro sviluppo? «Un po' di emozione e nostalgia sono inevitabili. Spesso rivedo come in un film i tanti anni trascorsi alla direzione dell'Unione, i problemi che, con i collaboratori, ho dovuto affrontare, i successi delle aziende della "Granda" e le tante persone che mi sono state vicine. Ma la vita è così, ora si volta pagina». Lei ha conosciuto e lavorato con t?mti presidenti dell'Unione. Quali sono stati i rapporti, con chi si è trovato meglio? «Ho iniziato nel 1982 con Paolo Albonico. Poi Enrico Conte, due volte Antonio Antoniotti, Ottaviano Anselmino. Con tutti il rapporto è stato ottimo, da tutti ho mparafèYrqìjMciosa.":^ E'' stata un'espériiniizà-'iijaipeipiatiW^iara' molto gr#i6cante».v-' In quéèti 29"anhi com'è cambiata l'industria? «I mutamenti sono stati molto consistenti: dopo il 1982 il comparto si è rafforzato, oggi è il vero motore dell'economia provinciale. Ho avuto la fortuna di assistere al consohdamento della crescita. Eravamo ultimi in Piemonte negli Anni Sessanta, adesso siamo il Nord Est del Nord Ovest. Lo sviluppo dell'industria non è stato però sempre lineare, di problemi ce ne sono stati tanti, e complessi. Ricordo, fra i momenti di tensione, la chiusura della vetreria di Vernante, negli »j*Anni Settanta. Il conflitto con le organizzazioni sindacali fu particolarmente forte. Devo tuttavia rilevare che con il sindacato il rapporto è sempre stato improntato a stima reciproca». Ha qualche consiglio da offrire al suo successore Ramondetti? «Confido nel mantenimento dei princìpi che hanno improntato l'attività dell'Unione. Da un lato non va dimenticato che arriviamo da una cultura contadina: occorre fare il passo non più lungo della gamba. Così, come gli alpini, si scalano le montagne. In secondo luogo, va sostenuta la cultura del lavoro. Nella "Granda" ogni sette abitanti c'è un'impresa e sono ottantamila le aziende iscritte al registro della Camera di commercio. Un patrimonio prezioso che la nostra associazione deve sostenere e rafforzare». Damiano Fiasco ha diretto l'Unione industriale per 22 anni
Persone citate: Antonio Antoniotti, Damiano Fiasco, Enrico Conte, Granda, Ottaviano Anselmino, Paolo Albonico, Ramondetti
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