Per doc e Docg una legge più snella di Gianfranco Quaglia

Per doc e Docg una legge più snella LA BOZZA DI REVISIONE DELLA 164 E' STATA PRESENTATA AL CONGRESSO DI ASSOENOLOGI Per doc e Docg una legge più snella Annata in etichetta e cambio dell'indicazione «sottozone» Gianfranco Quaglia REGGIO CALABRIA Snella e meno complessa. E' l'obiettivo della proposta di legge per rivedere la legge 164 del 1992 su doc e docg. E' stata presentata ufficialmente al congresso nazionale che Assoenologi ha tenuto nei giorni scorsi a Reggio Calabria, dove il verbo «sburocratizzare» è riecheggiato con insistenza. In un momento diffìcile per il mercato, con la concorrenza spietata di Usa e altri paesi-emergenti, il settore chiede più certezze e chiarezza. Ezio Rivella, presidente dell'Unione italiana vini, è esplicito: «Solo poche regole ci permetteranno di vincere ed è bene tenere presente una costante: il consumo sta calando nei paesi tradizionali, cresce invece in quelli non consumatori, dove si parla inglese ed è più facile recepire il linguaggio americano. Vendere è più importante che produrre quello che nessuno vuole comprare». La proposta di legge arriva dopo un iter durato un anno e mezzo, frutto di confronti e . dibattiti a largo raggio. Sarà ancora oggetto di modifiche, perché non tutti sono d'accordo anche se da parte di ciascuno (produttori, imbottigliatori, enologi) c'è la consapevolezza che una revisione di quella attuale è necessaria. Teresio Delfino, promotore della proposta di legge: «La legge 164 ha costituito uno strumento importante per il rilancio qualitativo della nostra vitivinicoltura: varata a pochi anni dalla crisi del metanolo, è stata capace di offrire un valido punto di riferimento allargando, con l'introduzione dell'ordinamento delle Indicazioni geografiche tipiche, il ventaglio di possibilità. Ma ora è necessario adeguare questa legge al mutato scenario istituzionale e di mercato. E' indubbio che anche la recente posizione della Commissione europea in materia di etichette sia un passo indietro rispetto al passato. Ebbene, la lotta all'agropirateria si fa anche con una legislazione coraggiosa». Il disegno di legge vuole tutelare e valorizzare le produzioni doc e a indicazione geografica, da considerare patrimonio economico, culturale e dell'ingegno nazionale, come tali - dice il testo - «protette nell'ambito degli accordi intemazionali concernenti i diritti di proprietà intellettuale». Uno dei punti fondamentali della proposta: rafforzamento del ruolo dei viticoltori nell'ottenimento delle denominazioni, modificando i requisiti di rappresentatività dei proponenti (almeno il 3596 dei viticoltori. che sottoscrivono personalmente la proposta di riconoscimento). L'arrivo alla denominazione deve essere graduale: prima l'Igt (che il Piemonte non ha mai adottato), poi dopo almeno 5 anni si ottiene la doc; quindi, alla cima della piramide, la docg. Nell'ottica della valorizzazione della qualità sono state rinominate anche le sottozone, proponendo la dizione «zone caratteristiche» per sottolinearne la tipicità. Altri cambiamenti riguardano l'obbligo per le denominazioni dell'indicazione in etichetta dell'anno di produzione, una semplificazione delle procedure di riconoscimento. Giuseppe Martelli (direttore Assoenòlogi): «Sono state recepite le nostre proposte, bene soprattutto per l'obbligatorietà dell'annata in etichetta. Occorre dare anche più peso all'istituto della revoca, oggi sostanzialmente dimenticato, là dove le doc non sono utilizzate». Oggi in Italia le doc sono 330 e le docg 27. In Piemonte : 46 le doc e 7 le docg. Sofisticazioni e controlli. Conclude Rivella: «L'ultimo episodio al Sud è isolato, ma il rischio dell'enfatizzazione può innescare meccanismi perversi. Non dobbiamo più lasciare intaccare l'immagine del vino italiano nel mondo». IL DECALOGO DELLA PROPOSTA ■ 1. ■ 2. «3. ■ 4. .«5; ■ 6. «7. ■ 8. ■ 9. ■10. Le Doc devono essere considerate patrimonio economico e culturale Le procedure di riconosdmento devono fruire dì una partecipazione delle Regioni nell'ambito di una competenza statale. Almeno il 35»Zo dei viticoltori deve sottoscrivere la proposta dì riconoscimento Denominazione graduale: prima Igt, dopo 5 anni Doc e infine la Docg Aderenza alla regolamentazione comunitaria in materia di etichettature. Definizione più netta dei contenuti dei disciplinari I consona dì tutela diventano veri promotori e custodì della denominazione Semplificazione delle procedure amministrative per il riconoscimento Profonda revisione (con depenalizzazione) delle sanzioni della legge 164 Rafforzato il valore della certificazione del vino a denominazione d'origine da parte delle camere di commercio. UNA DOC ALLA SETTIMANA FARA ■Riconoscimento a doc: 13 agosto 1969 ■Vitigno: Nebbiolo (Spanna) dal 30 al SO'/t; Vespolina dal 10 al 30IK: Bonarda Novarese (Uva Rara), fino ad un massimo del 400Zo ■Colore: rosso rubino ■Profumo: fine, ricorda la mammola ■Sapore: asciutto, sapido, armonico ■Gradazione alcolica minima complessiva: 12 gradi Zona di produzione: Comuni di Fara e Briona Invecchiamento minimo per legge: 3 anni. Va conservato per almeno due anni (su 3) in botti di legno di rovere o castaqno NOVE ANNI DI PRODUZIONE .. 1995^12 , 1996 1.266 '1998 848 1999 1.259 2002 ^175 2003 443 in ettolitri ■ Superficie di vigneto; 183.620 mq Z' r ■', La proposta dopo un anno di consultazioni

Persone citate: Briona, Ezio Rivella, Fara, Giuseppe Martelli, Nebbiolo, Rivella, Spanna, Teresio Delfino

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Reggio Calabria, Usa