Partorirai gratis e senza dolore di Daniela Daniele
Partorirai gratis e senza dolore UNA LEGGE RIVOLUZIONARIA PER FINE ANNO. PAGHERÀ IL SERVIZIO SANITARIO Partorirai gratis e senza dolore Libertà di scelta per la struttura e la modalità Daniela Daniele ROMA Tu, donna, partorirai senza dolore. E ovunque, a carico del Servizio sanitario nazionale. Questo, almeno, nelle intenzioni di una legge che, secondo le previsioni, dovrebbe essere pronta entro la fine dell'anno. La notizia arriva dall'SC" congresso della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, in corso a Genova. E promette una vera e propria rivoluzione della sala parto. Il disegno di legge consente di scegliere la struttura (pubblica, privata o casa propria) in cui mettere al mondo un figlio e la modalità di parto preferita, da quella tradizionale ad altre innovative. Inoltre, dimessa dalla struttura che ha scelto, la neomamma potrà essere seguita, sempre gratuitamente, dall'ostetrica che Iha assistita e dal pediatra. L'annuncio è stato dato dall'onorevole Giuseppe Palumbo, presidente della commissione Sanità della Camera e ginecologo, relatore del testo sulla nascita. «E' una legge rivoluzionaria - spiega norme trasversali che partono da una mozione che ha ottenuto, in Parlamento, l'unanimità». Eccone i passi salienti. Scelta del punto parto. La donna può decidere in quale luogo vuole partorire, struttura pubblica o privata, senza alcuna spesa. Se preferisce, può rimanere a casa, ma deve essere autorizzata da un ginecologo che certifichi l'assenza di rischi. Tutte le spese del parto, anche a domicilio, sono a carico del Ssn. Tipo di parto. Sempre con il consenso del medico curante, la donna può scegliere quale modalità ritiene più idonea per sé e la sua creatura, dal parto tradizionale ad altre forme innovative, come quello nell'acqua. Non è richiesta alcuna spesa a carico della partoriente. Stop al dolore. E' la norma più attesa. La legge introduce l'obbligo, in tutti i punti nascita, pubblici e privati, di applicare l'analgesia durante il travaglio, compresa quell'epidurale. Una norma importante, perché tesa a ridurre il numero dei cesarei che in Italia ha raggiunto il tetto del 35.2 per cento, quando l'Oms invita a non superare il 15 per cento. Dopo il parto. La donna dimessa dal "punto nascita", ma anche se ha partorito in casa, potrà essere seguita dall'ostetrica che l'ha assistita e da un pediatra. A spese del Ssn. Consensi, con qualche riserva, dall'ampia platea di specialisti. «Oggi - secondo il presidente dell' Associazione ginecologi universitari, Massimo Moscarini - la stragrande maggioranza delle partorienti chiede di non soffrire. Ma purtroppo solo nel 10 per cento dei casi può essere accontentata con l'epidurale, e questo per motivi organizzativi». Dagli universitari, invece, bocciatura per il parto in casa che, a loro giudizio, non dà sufficienti garanzie di sicurezza. Soddisfatto per la norma sulla terapia antalgica il presidente dell' Associazione degli ostetrici e gine¬ cologi ospedalieri, Aogoi, Mario Campogrande. Riserve, invece, per Ù parto in casa: «In linea di massima, non siamo contrari, purché esistano le condizioni di sicurezza, ma soprattutto di vicinanza con una struttura ospedaliera». Pieno consenso, invece, dal direttore del Dipartimento di ginecologia all'ospedale San Martino di Genova, e copresidente del Congresso Sigo, Nicola Ragni. «E'una legge - commenta - che recepisce molte istanze avanzate da componenti del mondo medico che si interessano alla donna». Alcune di queste istanze sono state già recepite, in modo autonomo, dall'ospedale Sant'Anna di Torino (8 mila parti all'anno) che mette a disposizione équipe di specialisti per garantire assistenza a chi decide di partorire in casa (circa 50 nascite all'anno). In sala parto
Persone citate: Giuseppe Palumbo, Mario Campogrande, Massimo Moscarini, Nicola Ragni
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