Karagounis e Baros i gregari al potere

Karagounis e Baros i gregari al potere DOMANI L'ALTRA SEMIFINALE EUROPEA TRA GRECIA E REPUBBLICA CECA Karagounis e Baros i gregari al potere Titolari inamovibili delle nazionali di Rehhagel e Bruckner, nei loro club l'interista e il capocannoniere del torneo (è tesserato per il Liverpool) hanno giocato pochissimo. Jankulovski: «In Italia avete sempre fretta» Roberto Condio inviato a SINTRA Domani sera, a Oprato, si giocherà la sfida-simbolo di questo Europeo delle sorprese, delle gerarchie rivoluzionate. Repubblica Ceca contro Grecia: una semifinale tra due squadre che - come l'Olanda, peraltro nel Mondiale 2002 nemmeno c'erano. «Il calcio è cambiato e io lo sostengo da un bel po' di tempo garantisce Karel Bruckner, 65emie et ceco dall'aspetto confortante del nonno saggio -. Domina l'equilibrio, in un grande torneo com'è questo tutti possono vincere e perdere contro tutti. La differenza la fanno i dettàgli, la fortuna, là forma del giorno del match». La differenza, almeno nel caso di cechi e greci, l'hanno fatta finora le motivazioni. Tolto Nedved, il Pallone d'Oro, non c'è nessuna vera stella in campo. Anzi, c'è tanta gente costretta a fare il fenomeno in patria, in campionati a scarsissima visibilità, oppure relegata da scelte tecniche o infortuni a moli di secondo piano all'estero. Da Baros e Rosicky ai «nostri» Karagounis e Dellas, da Grygera a Fyssas: sono almeno una dozzina i giocatori oggi ancora in corsa per l'oro europeo e per un posto nella formazione ideale del torneo, che da settembre a maggio hanno fatto i gregari in giro per il continente. «Non è la prima volta che capita e probabilmente non sarà nemmeno l'ultima - dice Marek Jankulovski, uno che la sua stagione nel!' Udinese Iha però vissuta da protagonista -. Il calcio dei "grandi", quello dei club più ricchi e importanti, si accorge di noi squadre di seconda fascia soltanto in queste occasioni. Magari hanno un tesoro in casa e nemmeno se ne accorgono. E' tutta questione di tempo, di fiducia da offrire a chi arriva da un'altra realtà. Ma purtroppo in giro c'è troppa gente che ha fretta, che pretende risultati subito. Soprattutto in Italia». Jankulovski, beato lui, ha trovato qualcuno che gh ha concesso del tempo. Napoli e poi Udine. Adesso si sente pronto per il grande salto, per provare a fare il Nedved. Sarà della Juve? «Lo spero. D mio sogno è quello», ammette. Ha invece un futuro diverso da quello di ogni altro calciatore dell' Europeo Themistoklis Nikolaidis, altro emigrato che all'estero ha dovuto accontentarsi delle briciole. Era im eroe nell'Aek Atene: Sstagioni piene di gol e il matrimonio con la cantante di grido Despina Vandi che ha fatto la gioia della stampa «rosa». Poi, un anno fa, il passaggio all'Atletico Madrid con tanti bei progetti presto scontratisi con la realtà di un calcio e di un ambiente tanto diverso: 22 presenze (ma molti spezzoni), 6 gol e qualche critica di troppo. A 30 anni, «Niko» ha cosi scelto di cambiare vita. Giusto un mese fa ha coronato il suo sogno: a capo di una cordata di armatori ha comprato l'Aek, di cui diventerà presidente dopo l'Europeo. Quella di domani, quindi, potrebbe essere la sua ultima partita: «Spero di no, , anche perché titolare dovrebbe partire Vryzas, che contro la Francia era squalificato. Conto di chiudere con la finale. Sarebbe meraviglioso». I cechi, naturalmente, non sono d'accordo. Si toccano quando sentono lo scaltro Rehhagel urlare dal ritiro greco: «Loro sono i grandi favoriti del torneo, hanno tutto da perdere contro di noi». E le provano tutte per proteggere il loro leader sull'orlo di una crisi di nervi: ieri hanno cercato di far cancellare l'ammonizione subita da Nedved contro la Danimarca, che rischia di far rivivere allo juventino l'incubo della finale di Champions 2003 saltata per un doppio «giallo». «Abbiamo rivisto l'azione: il fallo su Gronkjaer non c'era proprio», ha spiegato Petr Fousek, segretario della federcalcio ceca. LUefa, però, ha risposto picche: «Agiamo solo in caso di comprovato scambio di persona». Nedved ha ricevuto la notizia nel ritiro di Sintra. Il suo umore faceva contrasto con l'allegria di una città in festa per 1850 ', anniversario della sua fondazione: «Non voglio perdere un'altra finale per nessuna ragione al mondo, ma non per questo contro i greci cambierò stile di gioco. Combatterò, metterò la gamba. Come sempre». Lo stesso dice Jankulovski. Per lui, pure diffidato, nessuno ha chiesto la «grazia»: «Non c'è problema. L'importante è non farsi condizionare dalla paura di un nuovo cartellino. Domani conta solo vincere la semifinale». SNOBBATI NEI CLUB, LEONI IN NAZIONALE Tra i principali protagonisti di Repubblica Ceca e Grecia, ve ne sono Darecchi che, per scelta tecnica o infortuni, nel corso della stagione lamio trovato poco spazio nei rispettivi club all'estero per poi scatenarsi in Nazionale. Ecco I casi più significativi. REPUBBLICA CECA GIOCATORE #BÀROSv #LOkVÉNC ^crStgéra ÌTrÒSÌCKY ^Ml'CEIlf Mmm GRECIA ^CHÀRISTEAS *bA8ÌZAS m DELLAS .«FYSSAS RUOLO attaccante attaccante difensore CLUB i Liverpool (ing) kaisersi. (Gér) Ajàx (pia)fi, PRESENZE 13 243 20 33 v centrocampista attaccante B. Dortmund (Ger) Liverpool (Ing) i Amburgo (Ger) 18 20 M" attaccante difensore difensore difensore KARAGOUNIS centrocampista Inter (ita) 9 IMikÒLAibis attaccante Àtì. Madrid (Spa) 22 Werder (Ger) Leicester (ing) Roma (ita) BenfÌca(Por) 24 18 14 22 La mezzala greca Karagounis ha giocato solo 9 partite quest'anno nell'Inter Fra tutti ì cechi Baros è quello con meno presenze nel suo club, il Liverpool