Gli «orange» celebrano il nuovo mito

Gli «orange» celebrano il nuovo mito E' NATO LO STESSO GIORNO, MESE E ANNO DI KLUIVERT, E' CRESCIUTO SOGNANDO VAN BASTEN VINCITORE DELL'EURO 1988. ORA E' LUI IL BOMBER DI ADVOCAAT Gli «orange» celebrano il nuovo mito Van Nistelrooy, l'anti-Beckham: ecco il leader che mancava reportage Ruberto BeccantmT inviato a LISBONA RUUUTJUD. Come un brusìo. Di più: come un coro che comincia lontano, fende il chiasso e arriva dritto al cuore. Ruud Van Nistelrooy è il centravanti dell'Olanda, 4 gol in quattro partite, uno dei più forti ed eleganti in circolazione. Questa sera il Portogallo e poi chissà. Domani compie 28 anni, il 10 luglio sposerà Leontìen Slaats, conosciuta ai tempi in cui studiava a Den Bosch. Campione d'Europa o di niente, ma nella chiesa di Oss, dov'è nato il 1" luglio 1976, lo stesso giorno, lo stesso mese é lo stesso anno di Patrick Kluivert, ci sarà anche il nonno. Al diavolo i paparazzi e i curiosi: unica concessione, una' webcam che trasmetterà la cerimonia. Ruud è l'anti-Beckham, alto come Marco Vàn Basten, 1,88, e non meno fragile: lui il ginocchio. Marco le caviglie. Tutti coloro che amano il calcio,, sono in debito con l'Olanda: per le emozioni che scaturirono dal suo gioco improvviso e rivoluzionàrio, per lo stile che ne ha sempre illustrato la scuola. Saranno pure cicale impenitenti, i batavi, ma quell'Ajax e quella Nazionale sbranarono la storia. Van Nistelrooy, nell'Ajax, non ci ha mai giocato. Quando, nel 1995, Kluivert firmò la resa del Milan nella finale di Champions League a Vienna, Ruud sbarcava il lunario a Den Bosch a 550 euro il mese. Centrocampista dopo pranzo, studente dopo cena. Uno dei tanti. La molla scatta nel 1998, quando dall'Heerenveen passa al Psv Eindhoven per una cifra, allora record, di 6,29 milioni di euro. Ha cambiato ruolo,'ha scoperto la porta. L'impatto, però, non è semplice: da garzone di provincia qual è, deve misurarsi, subito, con le orme di Romario e del primo Ronaldo europeo. La gente di Eindhoven lo aspetta al varco, curiosa e diffidente. Morale: sessanta reti in 67 partite. Il papà, idraulico, gli ha inculcato il gusto per i dettagli, l'amore per le sfumature che sembrano inutili e invece si rivelano preziose. Al Manchester United, Ruud avrebbe dovuto trasferirsi già nel 2000, ma la rottura dei legamenti crociati del ginocchio destro fa saltare l'intesa. In un'amichevole con la Svezia, i primi sinistri scricchiolii. A Old Trafford gli impongono un check-up supplementare. Attratto dagli Europei, che fra parentesi si svolgono proprio in Olanda (e in Belgio), Van Nistelrooy rifiuta: o vi fidate di me o peggio per voi. Scappa da Manchester, rientra a casa, si allena: e si rompe. Peggio per lui. La sua fortuna è che Alex Ferguson non si fida di chi non si fidava. Lo adotta a distanza e il 23 aprile 2001 lo arruola, ufficialmente, per 48 milioni di euro. Sarà un matrimonio strepitoso. Fra il 12 dicembre 2001 e il 19 gennaio 2002, segna per otto gare consecutive, polverizzando tutti i record. Non ha la miccia esplosiva di Thierry Henry, e neppure il talento naturale di Marco Van Basten, ma sa essere, nelle occasioni che contano, un po' l'uno e un po' l'altro, metà predone e metà ballerino. Il suo curriculum deborda: due scudetti olandesi e uno inglese, una FA Cup, capocannoniere in patria e nella Premiership. E poi la Nazionale, naturalmente. Il battesimo risale al 18 novembre 1998, Germania-Olanda 1 -1. Da quella sera, 37 presenze e 18 gol. Tre dei quali nello spareggiobis con la Scozia, quando Advocaat lo preferisce a Kluivert, 40 gol, massimo realizzatore orange di ogni epoca. Come Christian Vieri, anche Van Nistelrooy ha sulla coscienza una bottiglia presa a calci: succede a Praga, nel corso di Repubbhca Ceca-Olanda 3-1; non accetta il cambio, pagherà con una «panchina» di sospensione. Sembra incredibile, ma uno della sua classe e del suo rendimento non aveva mai partecipato alla fase finale di un Mondiale o di un Europeo. Questa è la prima volta. Un gol, strepitoso, alla Germania. Uno ai cechi, due ai lettoni. E stasera, il Portogallo. Lo United gli passa un ingaggio annuale di 4,5 milioni cu euro (Vieri ne prende sette, Zidane sei. Del Piero cinque e mezzo), i pissi-pissi dei tabloid lo danno in partenza per Madrid oppure ostaggio di Wayne Rooney. Ci è abituato, ci scherza su: «Una sera, a Manchester, ordinai una pizza per telefono. Me la portarono. Dentro al pacco, c'era un bigbettino: non lasciarci». Adesso che gioca davanti a 60 mila spettatori, non ha dimenticato il periodo in cui il Den Bosch rischiava la bancarotta e allo stadio andavano sì e in 1500. «Mi vergogno di quello che guadagno». Ruud detesta il glamour e i riflettori, vive nell'ombra, pronto ad azzannare gli episodi: con una pennellata, se può; con una randellata, se deve. E' fiero della sua Nazionale, «giovani come Heitinga, Robben, Van der Vaart e Sneljder ci garantiscono il futuro. L'Olanda cambiò il mondo, non succederà mai che il mondo cambi lei». Van Nistelrooy, Van Basten. Impossibile non rincorrerli e affiancarb. Anche Marco fece bingo al suo primo Europeo. Era il 1988, e Ruud aveva appena dodici anni. «Me lo mangiavo con gli occhi. Quel gol alla Russia: nessuno poteva immaginarlo, una traiettoria così folle, un'idea così "disumana". Un tiro che riassumeva il sogno di una carriera, mica solo di una finale». Il Porto lo ha eliminato dalla Champions League. Van Nistelrooy smania dalla voglia di metterci una pietra sopra. Una pietra e, magari, un gol. Oggi o mai più. Si scrive RuudT si pronuncia Ruuuuuuuud. Uno che si ciba di attimi, ha sempre fame e non finisce mai. Ruud Van Nistelrooy e Patrick Kluivert con i figli Il bomber olandese di questi Europei (4 gol in 4 partite) ha tolto il posto al compagno (40 reti con gli orange)