Al Qaeda libera tre turchi: «Sono fratelli nell'Islam» di Giuseppe Zaccaria

Al Qaeda libera tre turchi: «Sono fratelli nell'Islam» I TERRORISTI SODDISFATTI ANCHE PER LA GUERRIGLIA URBANA ANTI-BUSH A ISTANBUL Al Qaeda libera tre turchi: «Sono fratelli nell'Islam» Giallo su un altro video di un ostaggio ucciso e sul marine musulmano Giuseppe Zaccaria inviato a BAGHDAD Tre lavoratori turchi rilasciati dalle brigate di Al Qaeda, un soldato americano ucciso da un altro gruppo: il terribile fenomeno degli stranieri presi in ostaggio non muta, però nella linea dei terroristi islamici sembra aprirsi per la prima volta uno spiraglio che potrebbe condurre a svolte inaspettate. Già l'altra sera imo dei turchi sequestrati aveva potuto telefonare a casa e aveva detto al padre: «Ci lasceranno andare». Poche ore dopola tv Al Jazeera annunciava il rilascio: minacciando decapitazioni gli uomini di Al Zarqawi avevano chiesto la partenza dall'Iraq di tutti i lavoratori turchi e dimostrazioni ad Istanbul contro la visita di Geoide W. Bush, evidentemente le scene di guerriglia trasmesse da tutte le televisioni del mondo li hanno soddisfatti. Ma nel messaggio che ha accompagnato il rilascio i terroristi dicono che la decisione viene presa «in omaggio ai fratelli islamici di Turchia». Poche ore prima le tv arabe avevano trasmesso una sequenza di tutt'altro tono: l'esecuzione di un giovane, visto inginocchiato e di spalle mentre gli sparano e ne fanno rotolare il corpo in una fossa. Dovrebbe trattarsi di Keih Mattew Maupin, un ragazzo di vent'anni arruolatosi da pochi mesi e scomparso dalla sua imita il 9 di aprile. All'orrore per questa esecuzione a tempo si affiancano però nuove speranze circa la sorte di Wassef Hassoun, il marine di origine libanese mostrano pochi giorni fa in veste di prigioniero. Hassoun era rimasto in Libano fino a dieci anni fa, prima di raggiungere un fratello emigrato a Salt Lake City, arruolatosi nel corpo di incursori era giunto in Iraq in qualità di interprete. E soprattutto è un islamico convinto. Suo padre abita ancora a Tripoli del Libano, e ieri ha rivolto ai rapitori un appello fondato proprio sulla comune rehgione: «Mio figlio non è mai stato impegnato nella guerra contro l'insurrezione - ha detto - faccio appello ai rapitori ed alla loro fede, liberate mio figlio perchè lui non è un combattente,1 spero mi rispondiate positivamente e che Allah possa ricompensarvi». Fino ad oggi fra le decine di stranieri presi in ostaggio mai è accaduto che la guerriglia irachena eliminasse un ostaggio di religione islamica. Oggi alle bande della resistenza per la prima volta si pone il problema della scelta, se cioè uccidere un ostaggio tenendo conto della nazionalità o risparmiarlo per via della religione. Il dilemma è molto più profondo di quanto un occi¬ dentale possa credere, non a caso chiunque abbia titolo per farlo nelle ultime ore ha puntato il dito sulla compatibilità fra precetti del Corano ed il rapimento di ostaggi. Il primo ministro turco Tayyp Erdogan, nel suo Paese leader di un grande partito islamico,!, «Akp» sia pure felicitandosi per il rilascio dei tre connazionali insiste sul fatto che il sequestro di persona e più ancora l'assassinio di ostaggi è vietato ai credenti. «L'Islam non consente simili azioni - dichiara - anzi condanna apertamente la presa di ostaggi, e dunque imprese del genere non hanno nulla a che fare con la nostra religione». Dal leader di un Paese appena riconosciuto come "fratello" dai guerriglieri iracheni giunge una reprimenda forte ed assieme autorevole che potrebbe avere qualche influenza sui carcerieri di Wasswf Hassoun. Anche i termini della cattura del "marine" sono diversi dall'usuale: il generale Mar Eimmit ha detto ieri che il soldato "mancava all'appello" da alcuni giorni, si ha addirittura il sospetto che l'americano di origine araba avesse lasciato il servizio tentando di rientrare in Libano. Per una volta dunque la scelta sulla vita di un ostaggio rischia di trasformarsi in pericoloso 'boomerang" anzitutto per i sequestratori. Assassinare un soldato dell'esercito occupante può anche essere considerato accettabile da parte di quanti continuano combattimenti ed attentati, però troncare la vita di un islamico praticante sarebbe peccato gravissimo, qualsiasi divisa egli porti. il video sull'uccisione del soldato Usa

Persone citate: Bush, Erdogan, Hassoun, Maupin, Wassef Hassoun, Zarqawi

Luoghi citati: Baghdad, Iraq, Istanbul, Libano, Salt Lake City, Turchia