Il «volontariato» è cittadinanza attiva

Il «volontariato» è cittadinanza attiva Il «volontariato» è cittadinanza attiva Gent.ma Stefania, desidero replicare brevemente alla lettrice Raffi a proposito di volontariato. Comprendo che nell'immaginario collettivo la parola «volontariato» evochi ancora attività consolatorie e spontaneistiche piuttosto che un sistema di azioni e competenze legate tra loro da valori e fini solidaristici ma incardinate su funzioni sociali e metodologie progettuali. Forse sarebbe meglio parlare di organizzazioni non profit e/o del terzo settore comprendendo con questo termine tutte quelle realtà che operano con logiche diverse da quelle del profitto ma che risultano essere, contrariamente a quanto afferma Raffi, dei piccoli ma solidi bacini occupazionali (circa 800.000 collaboratori, secondo le ultime stime). Inoltre, contrariamente a quanto si crede, il «volontariato» non supplisce alle carenze istituzionali ma, paradossalmente, è più sviluppato ed efficiente proprio in quei teiritori dove le istituzioni funzionano e dove esistono politiche sociali e sistemi di welfare (ad esempio, nei paesi islamici non esistono né il volontariato né la cultura del volontariato). Al di là di questioni etiche e organizzative, il «volontariato» non rappresenta altro che l'espressione della cittadinanza attiva, della volontà di partecipare in prima persona ai cambiamenti sociali e di occuparsi delle sorti della propria comunità e del proprio territorio, senza delegare allo Stato, senza attendere interventi assistenzialistici e discrezionali, in linea con i principi Costituzionali che prevedono che qualsiasi cittadino, in forma singola o associata, possa occuparsi di questioni di interesse collettivo anche senza essere Stato. Aldo Trucco GRAZIE per questa precisazione. «Cittadinanza attiva» è un'espressione felice. Non le nascondo che mi piacerebbe moltissimo se dalla rubrica, che peraltro raccoglie volentieri sfoghi di carattere personale, potesse venire un piccolo contributo in questa direzione. Per il Sindaco Buongiorno, le scrivo in base agli ultimi aggiornamenti politici sulle esumazioni a Torino, premetto che anche mio padre è da «esumare» anticipatamente. Penso che sia giusto che, dopo le parole del Cardinale a San Giovanni rivolte a tutti. Municipio compreso, il Sindaco abbia fatto una riflessione sul suo operato e adesso intervenga in maniera concreta, autorevole e dura. Però mi sento anche di dire che se qualcuno deve accettare il suo errore e dimettersi in maniera umana e politica questo è l'Assessore Lodi, responsabile di quel settore che ha provocato un tale casino, e se sono stati i suoi collaboratori a consigliarlo va ricordato che tutto va valutato anche con la testa, non nascondendosi dietro leggi e regolamenti. Quindi Chiamparino resti e si comporti da Sindaco anche con chi pensa di essere sopra le parti, i suoi assessori, senza logiche politiche e/o di convenienza. Vorrei che inoltrasse la mia mail al Sindaco. Cordiali Saluti Riccardo Vernerò Per Luca Bersi In risposta alla lettera di Luca Bersi del 27.06.2004. Dalla sua lettera sembra che Lei non conosca la differenza tra il rapporto con una compagna (con la quale si può anche fare i galanti) e quello con una «entraìneuse». Se crede che sia la stessa cosa Lei ha già fatto la sua scelta. Ma pensa di non meritare niente di meglio? Pensa di non meritare affetto? Ha forse timore di confrontarsi, di mettersi in discussione? lo, signor Bersi, al suo posto mi chiederei il perché di tanta rabbia e di tanta aggressività verso la figura femminile. Beatrice La felicità secondo me Spesso ci sembra di scendere rapidamente quel monte sul quale siamo saliti con tanta fatica; in qualche caso l'umiliazione è forte poiché notiamo che chi era dietro di noi ora è più in alto; tuttavia ciò non autorizza a fermarsi in quanto non è tanto importante quanto si rimane sulla punta di una montagna ma piuttosto l'avere il coraggio di scendere e di cominciare a salirne un'altra. La felicità, secondo me, non è il traguardo in fondo alla strada ma è la strada stessa, il nostro modo di percorrerla senza rinunciare a goderne il panorama e le mille possibilità di svolta che essa ci riserva; io penso che l'essere felici non si misuri con la triade «soldi, bellezza, giovinezza», anche se ciò indubbiamente è di ausìlio, ma con altri parametri quali l'avere buoni amici, il credere in qualcosa, il matrimonio sempre che, in quest'ultimo caso, il partner o la partner non sia più attento alla dichiarazione dei redditi che alla persona che ritiene di amare. Silvano Deregìbus LE LETI-ERE VANNO INVIATE A: come va? -LASTAMPA-VtA MARENCO 32,10126 TORINO SMS: 335(7520300 - e-mail: stefania.miretti@lastampa.it

Persone citate: Aldo Trucco, Chiamparino, Silvano Deregìbus

Luoghi citati: Torino