Glastonbury la Valchiria diventa pop

Glastonbury la Valchiria diventa pop WAGNER AL RADUNO ROCK Glastonbury la Valchiria diventa pop Maria Chiara Bonazzi LONDRA Avviluppate nelle loro tute sadomaso di pelle nera, coi capelli a campanile come le Bananarama in versione dark e a cavalcioni di altrettanti eroi caduti, le valchirie di Wagner hanno preso d'assalto il festival pop di Glastonbury, tradizionalmente noto per ospitare droghe, tende piantate nel fango e amore libero, piuttosto che il Valhalla della lirica. Tutt'intomo, una folla di cinquantamila giovani era in visibilio: a bocca aperta, in silenzio. A margine, vi era chi celebrava con un elmo di plastica da vichingo in testa, chi fumava calumet di hashish, chi giocava a palla e chi ballava selvaggiamente al ritmo della cavalcata, ovvero «la famosa musica di Apocalypse Now». Il terzo atto della «Valchiria», nell'attuale allestimento della English National Opera, ha portato con successo un nuovo scontro culturale nel cuore di questo grande accampamento pop. Bruennhilde e le sue compagne hanno riscosso le folle, intrattenute soltanto poche ore prima da Paul McCartney, dal tipico torpore del mezzogiorno a Glastonbury dopo una nottata passata a fare bagordi. Chi non aveva mai ascoltato un cantante lirico dal vivo è rimasto elettrizzato e ha invano implorato un bis. «Non pensavo che la lirica potesse essere tanto "cool" e tanto fuori di testa - gesticolava entusiasta una ragazza in body leopardato e piercing al labbro -. Se non costasse tanto, adesso mi piacerebbe andare per la prima volta all'opera». Dopo un sabato passato a ciabattare nel fango tra un acquazzone e l'altro, domenica alcune fanciulle dotate di spirito teatrale hanno approfittato di una tregua del cielo per tirare fuori dallo zaino i vestiti lunghi e per l'occasione hanno fatto finta di essere a Glyndeboume, il proibitivo tempio della lirica estiva inglese, dove le donne sfoggiano abiti lunghi e aristocratici cappelli per il tradizionale picnic sull'erba: «Era da tanto tempo che volevamo andare all'opera, ma non ci siamo mai riuscite. E'fantastico». La coraggiosa scommessa della EngUsh National Opera e dell'organizzatore di Glastonbury, Michael Eavis, si è rivelata vincente. Accostare Wagner agli Oasis, Chemical Brothers, Basement Jaxx e Jamie Cullum, per citarne solo alcuni, è stato imo choc benefico. Due mondi musicali paralleU si sono abbracciati, grazie allo spirito vagamente fricchettone che aleggia da sempre a Glastonbury. Quanti siano stati i convertiti alla lirica, è difficile dire. Ma l'orizzonte musicale si è allargato per tutti, sotto il mutevole cielo del Somerset. Un giornalista inglese, con evidente allusione ai rituali New Age del solstizio a Stonehenge, ha osservato che la folla è metaforicamente passata dai circoli di pietre al ciclo del Ring. E per inciso, gli artisti della ENO, saggiamente aiutati dai sottotitob sugb schermi malgrado cantassero Wagner nella traduzione inglese, si sono divertiti un mondo.

Persone citate: Jamie Cullum, Maria Chiara Bonazzi, Michael Eavis, Paul Mccartney

Luoghi citati: Londra