Cerimonia in sorcina Baghdad toma «sovrana» in anticipo

Cerimonia in sorcina Baghdad toma «sovrana» in anticipo IL PASSAGGIO DEI POTERI 48 ORE PRIMA PER SPIAZZARE I TERRORISTI Cerimonia in sorcina Baghdad toma «sovrana» in anticipo Alle 10,26 Paul Bremer ha consegnato i documenti al ministro della Giustizia, l'operazione è durata quattro minuti. Poco dopo Presidente e premier hanno giurato, mentre l'amministratore Usa lasciava il Paese Giuseppe Zaccaria inviato a BAGHDAD Trascorsa la notte in cui si addormentò occupata per risvegliarsi indipendente, Baghdad si guarda attorno per capire cosa c'è di diverso, e scopre che poco è cambiato tranne il fatto che la città si sente confusa e si scopre militarizzata. Più che il giorno della sovranità recuperata, questo sembra l'inizio di un lungo coprifuoco e di un interminabile rimescolarsi di carte. La nuova polizia ha bloccato i grandi alberghi, ostacola le uscite a muso duro e impedisce le entrate, pattuglia ogni quartiere, ferma le rare auto che transitano, i negozi che prima dell' annuncio avevano aperto hanno chiuso i battenti prima del tempo. S^nza^he.leggi.d'emergenz? siano state ancora emanate, la capitale già si appiattisce in un'emergenza istintiva e spontanea. 0,Se qpestaAJ.'allSa^di, urtnuovo giorno, la giornata sarà lunga e tempestosa; dinanzi al colpo di teatro, al giochetto che ha fatto anticipare di 48 ore una scadenza preparata da 14 mesi e sbandierata al mondo, dibattuta in ogni sede internazionale e discussa con le Nazioni Unite, gh iracheni restano anzitutto choccati. Non che la loro opinione conti molto, però la sorpresa non è legata tanto alla fiducia nel nuovo corso quanto ai modi in cui le cose si sono svolte. Quando, in una stanzetta della Green Zone, fra le pareti bianche di un salotto finto Luigi XIV e un mazzo di fiori con bandierina irachena sette persone si sono frettolosamente riunite sotto l'occhio di una telecamera, erano esattamente le 10,26. L'Iraq aveva da poco ripreso la faticosa esistenza di ogni giorno fatta di povertà e disillusione, paura continua e rabbia montante, però pur sempre ancorata a scadenze precise e vitah, il danaro da mettere assieme per la sopravvivenza quotidiana, l'inseguimento del dottore per il bambino che sta male, la medicina da procurarsi al mercato nero. In quella stanzetta invece la prospettiva delle cose mutava ancora una volta. Nell'intento di spiazzare i terroristi che in vista del 30 giugno si suppone avessero preparato un «giorno dei fuochi» (la sollecita intelligence curda fa sapere che le autobomba pronte a esplodere sarebbero migliaia), la scadenza veniva anticipata come se trasferendo quella scadenza al 1", al 15 cai 28 di luglio la realtà possa cambiare. Dunque la cerimonia veniva abolita, la sacralità del momento piegata a furbizie tattiche. Un momento di rinascita politica e civile ha finito così col ridursi a una dimensione privata, frettolosa, falsamente gaia e semiclandestina, in cui l'occhio della tv tentava di sostituirsi alla gravità che un simile evento avrebbe meritato. Il primo ministro lyad Allawi ha detto poche frasi sul «momento storico», il governatore Paul Bremer ha consegnato al ministro della Giustizia documenti ufficiali racchiusi in una cartella di pelle blu, il presidente Ghazi al-Yawari (l'unico vestito non del tipico blazer frescolana ma con la «abaye» degh sceicchi e il velo dorato dei potenti, che qui si chiama «ikal») ha retto la parte dicendo due frasi incoraggianti. La cerimonia si è conclusa in poco più di quattro minuti, o, secondo altri cronometristi, sei. Quattro minuti (o forse sei) per segnare il ritomo dell'Iraq alla vita. Quattro, forse sei minuti per comunicare agh arabi della più antica civiltà del mondo che tornavano parzialmente padroni di se stessi, prolungando così in maniera indefinita i tempi dell'incomprensione. Alle 10,38 locali, mentre l'Iraq veniva benevolmente informato di quanto era accaduto nel frattempo, la nuova bandiera nazionale è stata innalzata sull'antica reggia del Raìss. Intanto la casa Bianca comunicava agh alleati quanto già reso noto dalla Crm (soltanto la Gran Bretagna era stata avvertita anticipo). Poco più tardi, mentre Paul Bremer volava via in fretta, come a sottolineare il volersi lavare le mani da quanto accadrà, i 26 ministri del nuovo governo hanno giurato in un'atmosfera più formale. Allawi ha lanciato il primo amo alla guerriglia: «Questo è il giorno che ogni iracheno aspettava da molto tempo - ha detto - ci aspettiamo che tutti i vecchi esponenti del Baath partecipino ai nostri sforzi per sradicare il male del terrorismo dall'Iraq». Con cadenza sospetta, citando fonti del nuovo ministero degh Interni, Al Jazeera, network specializzato in ammazzamenti e decapitazioni, diffondeva la notizia della cattura di Al Zarqawi, il macellaio di Al Qaeda che da due settimane pare essere diventato il solo nemico del nuovo semiregime iracheno. Non era vero purtroppo, come non è vero che il subgovemo di lyad Allawi annoveri il terrorismo islamico come unico avversario, però sarà meglio abituarsi a questo continuo confronto di false verità e al rincor- rersi di novità tanto clamorose quanto funzionai alla nascita eh un nuovo e indistinto potere. Il governo ad interim di lyad Allawi da (presto momento in poi occupa militarmente il Paese e potrà solo difendere se stesso con ogni mezzo a disposizione. Pochi minuti ed era finito tutto, i singulti di un momento cerimoniale trasformato in spot televisivo hanno accentuato l'idea di una sovranità di carta e soprattutto trasmesso alla popolazione il senso di paura provato dal governo: ecco perché il clima si è si è fatto più cupo, anche le mosse degh americani hanno finito con l'irradiare un messaggio di allarme anziché il senso di un momento di passaggio. Il governatore Bremer é partito con ima furia che già le forze della guerriglia definiscono fuga, ha lasciato in eredità agh iracheni un messaggio televisivo registrato che dovrebbe ricompensarli del contatto mai avuto in 13 mesi di governatorato. Dice: «Adesso il vostro futuro dipende da voi», e poi: «Una parte del mio cuore resterà sempre nella Terra dei due fiumi». Gh iracheni vedono solo che le truppe americane hanno preso a ritirarsi negli acquartieramenti mentre nuove forze armate prendono possesso delle strade, e capiscono che adesso il campo resta sgombro fino a consentire ogni sorta di scorreria. Se il trasferimento di sovranità è parziale, la questione sicurezza è passata totalmente in mani irachene e la gente di questo Paese porta ancora sulla pelle le cicatrici del lavoro di questo o quel reparto speciale. Questo storico giorno é partito zoppo, eppure sarebbe sbagliato credere che oggi in Iraq tutto sia paura. Una parte del Paese comincia a vivere come ebrezza il fatto di tomare a far parte della comunità intemazionale dopo un ventennio di esclusione; oggi, sia pure dopo il giochetto delle tre carte, per questa potenza petrolifera sotto tutela si apre una stagione ricca di opportunità straordinarie e di altrettanto straordinarie incognite. Paul Bremer non c'è più, ottocento dei mille funzionari del governatorato partono in attesa deffarrivo dei milleseicento impiegati della nuova ambasciata che gh Stati Uniti affidano all'esperto Negroponte, i 150 mila soldati della coalizione rimangono pronti ad ogni evenienza, il terrorismo non allenta la presa. Come ieri ha detto il presidente acconciato nell'antica foggia araba, «che Allah protegga l'Iraq». La «consegna delle chiavi» è stata ripresa dalla tv che ne ha informato gli iracheni a cose fatte In serata è arrivato l'ambasciatore americano PRESIDENTE B Ghazi Yawar Sunnita, capo degli Shammar, una delle più grandi tribù del Paese e di tutta la regione del Golfo, che include anche clan sciiti VICEPRESIDENTI M Ibrahim Jaafari Portavoce del Partito Islamico Dawa, una delie principali formazioni sciite irachene MINISTRO DEGLI ESTERI 9 Hoshyar Zebari (confermato) Ex peshmerga (combattente curdo) membro del Pdk, 51 anni GIUSTIZIA B Malik Dohan Al-hassan Prigioniero politico ai tempi di Saddam B Rowsch Shaways Presidente del "Parlamento" della regione autonoma curda di Erbil e membro del Partito Democratico curdo (Pdk) FINANZE B Adel Abdel Mahdi Formatosi in Francia, è un esponente del potente Consiglio supremo per la rivoluzione islamica in Iraq (Sciri) PRIMO MINISTRO B lyad Allawi Presidente del Movimento per l'Intesa Nazionale, un ex partito di opposizione di ispirazione laica che ebbe stretti rapporti con la Già e i servizi segreti britannici ai tempi di Saddam Hussein VICEPRIMO MINISTRO B Barham Saleh (Sicurezza nazionale) "Primo ministro" della regione autonoma del Kurdistan (Puk). considerato vicino agli Usai INTERNO B Falah Hassan Al Nakib Funzionario della provincia di Tikrit, la regione natale di Saddam Hussein. Figlio del generale Hassam Al Nakib " PETROLIO B Thamer Abbas Ghadbhan Vicino agli Stati Uniti, ha una lunga esperienza nell'industria petrolifera CULTURA B Mufid Al Jazairi (confermato) Membro del partito comunista iracheno L'amministratore americano Bremer saluta il vice premier iracheno Barham Saleh