Playboy firmato Dolce e Gabbana di Antonella Amapane

Playboy firmato Dolce e Gabbana DA COSTUME NATIONAL IL «MIUTAR-TRIBALE». POLEMICHE PER UN GESTO OSCENO DEL ROCKER KEITH FLINT Playboy firmato Dolce e Gabbana Dalla Westwood t-shirt con un inno al sesso Antonella Amapane inviata a MILANO E' un homo eroticus, che non deve chiedere mai, il playboy targato Dolce e Gabbana. E quando passeggia ai bordi della piscina di un immaginaria penthouse - in mini costume oro - sprizza un tale sex-appeal che tutte le donne gli si appiccicano addosso come mosche. Compresa Naomi Campbell in bikini viola, orgia di Svarowski, che poco lascia all'immaginazione. «Bono», un po' arrogante, conscio del suo potere fallico che azzera gli status sociah, lui, garzone mantenuto o manager in carriera, sfoderando una fisicità animale, conquista la preda. Femmina o maschio che sia, libero ormai dalgioco dei ruoli, dai clichè. Non ha importanza dò che mette, ma chi è, quanto osa. S'inaugura la cinque giorni della moda maschile a Milano dedicata alla prossima estate e il sesso spopola sulle passerelle. Addirittura da Vivienne Westwood, fra pantaloni bondage, kilt e slip a cappuccio per enfatizzare gli attributi, compaiono maghe inno alle pratiche orah e omaggio al fallo. Fioccano gli applausi nel parterre di Dolce e Gabbana di fronte ai macho dal piglio sicuro, il petto villoso rastremato e incorniciato da blazer serrati con un bottone in vita. Pettorali sempre in vista, sottolineati da camicie incrociate e mai abbottonate, da catene e ciondoli. «Super nature», canta Jean Marc Cerrone e il manzo italiano gongola. Non è elegante con quel gigante orologio Santos di Cartier al polso e una sfilza dibracciah d'oro. Però è figo, statuario, ricorda le foto di Herbs Ritts. Come Dennis da Cinisello Bàlsamo, 18 anni occhi acquamarina e un corpo da adone che esce vestito in denim stracciato ad arte, accanto a un indossatore con un tigrotto in braccio. Ogni capo è lavoratissimo. Dai mocassini in pelle di carpa, con il logo dorato sulla suola, ai jeans svarechinati, ricamati, incastonati di pietre dureeborchie. Raddoppiare va alla grande : giacche alla Gigi Rizzi con doppi revers da sollevare per un effetto bel tene¬ broso, doppie camicie e giubbotti parlano di dettagli sartoriali studiatissimi. Mascolinità è la parola d'ordine. Sublimata dalla mostra fotografica allestita nella boutique di corso Venezia degh stilisti, con 60 conighette ritratte da Angelo Frontoni. «Perchè che cosa legge uno ragazzo del genere? Play Boy no! 11», spiegano i Dolce e Gabbana. Al lusso di essere se stessi (fregandosene dello chic tradizionale) se ne aggiunge un altro, quello high society firmato dalla Medusa, che ieri sera per la gioia della platea - dove spiccavano la fascinosa Catherine Zeta Jones e Deborah Harry - ha invitato a suonare dal vivo i Clever Brains Fryin'. E pazienza se Keith Flint si butta tra il pubblico, con gesti osceni. Contomo rock per una collezione fatta per ostentare ricchezza fin dalle scarpe in coccodrillo, che lasciano le orme dell'euro e del dollaro. In un mix di decadenza stile Costa Azzurra e dettagli contemporanei nascono i completi dalle linee asciutte. In lane e seta, sposate a fili di metallo, dai colorì forti e cangianti, come il verde, il lilla, l'arancio. Teschi simbolo del rock, stampe barocche e rifiniture in jeans sono invece gli ingredienti di una nuova «caos couture» studiata per la compagna di questo giovin sperperone. Pensando alla colorata cinematografia indiana, Rocco Barocco riscrìve la sua «Bollywood», decorando le camicie con le locandine dei film più gettonati sul Gange. I ragazzi, con pettinature Shiva e occhi bistrati di kajal, uniscono Oriente e Occidente, mescolando jeans strappati a t-shirt istoriate, il vezzo di collane folk d'argento. Mai più senza gioielli. Pendagli e catene sono un tonnentone, finiscono in versione scaramantica anche al collo del capitano Kurz di «Apocalypse Now» ipotizzato da Costume National. Sopravvissuto elegante versione «tribal army» con gilet-zaino attrezzati, scarpe con tacchi ad aria amortizzanti, giacche dell'esercito stinte. L'ispirazione operaista si fonde ai dettagli mimetici da Ermanno Scervìno, prodigo di ricami etnici sulle camicie di batista, giacche in nappa usurate e pantaloni da lavoro. La cerimonia da Gai Mattiolo trionfa con formule innovative, cravatte da serrare con fedi nuziali e blazer lucidi, ma anche tespestati di Svarowsky neri, come quello scelto da George Michael. Una proposta di Dolce e Gabbana Nella foto sopra un modello di Costume National

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