Wimbledon, vetrina ci assi e seduzioni di Stefano Semeraro

Wimbledon, vetrina ci assi e seduzioni A LONDRA SI E' GIOCATO ANCHE DI DOMENICA PER RECUPERARE IL TEMPO PERSO PER PIOGGIA Wimbledon, vetrina ci assi e seduzioni Hewitt in recupero, Roddick guerriero, Henman sogno inglese Senza freni Serena Williams, Capriati, Mauresmo e Davenport Stefano Semeraro WIMBLEDON Ci sono lenti movimenti, sopra e sotto l'erba più famosa del mondo. Wimbledon pare uguale: la pioggia è sempre qui, puntuale al solstizio d'estate come una lavoratrice stagionale. Ha lavato via metà della prima settimana, e costretto ieri i membri del Committee la divinità composita e imperscrutabile che governa il torneo - ad aprire i cancelli dell'Ali England Club la domenica di mezzo, per la terza volta nella storia dei Championships dopo il 1991 e il '97. Una decisione necessaria a recuperare i match arretrati, ma capace di provocare la quieta irritazione dei residenti, che almeno nel giorno del Signore vorrebbero andarsene tranquillamente a messa, senza i marciapiedi ingombri di tennisomani. Tensioni sottili, fra devozioni confinanti, sacre e profane. Wimbledon pare diverso: l'erba è più alta, il rimbalzo delle palline più alto, meno indigesto ai tennisti non ruminanti. A terraioli e regolaristi, per intenderci. Risultato: meno volée, meno ace, più scambi. Pare giardinaggio, invece è una discreta operazione di marketing, studiata sottotraccia per attirare chi, come argentini e spagnoli, negli ultimi lustri aveva preso a snobbare Church Road. E gli attaccanti mugugnano. Wimbledon resta uguale: qui, salvo rarissime eccezioni, vincono sempre i mighori. Ieri Federer, il n. 1 del mondo e «defending champion», ha firmato da padrone l'approdo del tabellone agli ottavi, sradicando Thomas Johannson in tre set. Finora lo gnomone fatato ha tenuto un passo da leggenda: in tre turni ha perso appena 19 games. Solo l'immortale yankee Jack Kramer, fra i vincitori, ha un record migliore del suo. Nel 1947 giunto al terzo turno ne aveva concessi appena nove, poi finì in trionfo lasciando per strada giusto un set, e la miseria di 37 games. A Federer tocca ora il pivot croato Karlovic, che fulmina servizi dal primo piano: ai suoi 208 centimetri, aggiungendo avambraccio e racchetta, siamo attorno ai tre metri. Sempre nella parte alta del tabellone allupa il match fra il campione 2002 Hewitt, in via di recupero, e il re di Roma, Carlos Moya. In basso r«enfant du pays» Tim Henman, ieri vincitore con brividi del fantasista Arazi, tenta invece di consolare i british degli infortuni calcistici. Dalla regina in giù, un popolo intero spera che «TimBledon», l'eterna promessa, quest'anno con le 7,olle se la sappia cavare meglio di Beckham, lo zappatore sexy. A Henman, peraltro, il tifo genuino degli spettatori domenicali - casuali e caciaroni - piace molto. Lo carica, lo esalta: «Se mai diventerò io presidente del Club - ha scherzato ieri farò giocare la domenica tutti gli anni». Anche il favorito numero 2, Andy Roddick, avanza lanciando segnali di guerra, mentre fra le ladies la Williams rimasta, Serena, continua a macinare avversarie, e come lei le altre favorite Capriati, Mauresmo e Davenport. Mancano all'appello degli ottavi le due russe finaliste di Parigi, Myskina e Dementieva, ma la grande madre Russia ha provveduto a inviare valide sostitute. Maria Sharapova, siberiana cresciuta negli States, illumina di sorrisi, grugniti, trasparenze e bionde chiome la parte bassa del tabellone, in alto è la russaparigina Tatiana Golovin a richiamare gli sguardi dei tecnici e dei voyeur. Nata a Mosca, ma esportata quasi subito in Francia (aveva un anno, l'infante), Tatiana gareggia per i transalpini ma tradisce tutti i suoi inconfondibili cromosomi sla¬ vi. Ieri il suo match di terzo turno con la Gagliardi è stato uno dei due non conclusi, interrotto da un beffardo nubifragio serotino insieme a quello fra la nostra Farina e la spagnola Ruano Pascual. Ma a fare giornata bastano le sue mise scosciate. O spanciate: un pantaloncino micro micro, arricciato in vita a scoprire il derma dove l'occhio batte. Qualche giorno fa sul centrale ha fatto epoca il match-passerella fra la Sharapova e la ceka Hantuchova, ma per gli osservatori più curiosi Tatiana è la terza via. «I raccattapalle dei campi estemi - racconta golosetta Natasha Bykanova, ima collega rusky - le hanno fatto trovare una dedica su un cartellone: «I ballboys amano Tatiana». E lei è sempre lì che si arriccia l'orlo degli shorts, che già sono ridotti ad una strisciolina di stoffa, per essere sicura di averli sempre bassi in vita. Forse la nuova Koumikova sarà proprio lei. Campi con erba più alta studiata per far tornare argentini e spagnoli, mentre la russa-parigina Golovin inaugura la moda-ombelico Federer in 3 turni ha perso appena 19 games, batterà Kramer che vinse nel 1947 perdendone in tutto 39? Ora avrà il gigante Karlovic Rispetta il classico bianco, ma la Golovin porta a Wimbledon la moda della «vita bassa»

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