Irresistibili: Koller e Baros cancellano la Danimarca di Roberto Beccantini

Irresistibili: Koller e Baros cancellano la Danimarca DOPO UN PRIMO TEMPO DI MARCA NORDICA SALGONO IN CATTEDRA I CECHI E SI GUADAGNANO LA SEMIFINALE CON I GRECI Irresistibili: Koller e Baros cancellano la Danimarca Gol del gigante e micidiale uno-due del neo capocannoniere del torneo Roberto Beccantini inviato a 0P0RT0 Quattro partite, quattro vittorie, l'Europeo della Repubbhca Ceca sembra proprio un'altra cosa, un tomeo negato albrivido dei rigori, una zona franca in cui l'equilibrio come tale esiste e resiste soltanto nella bozza del testo e non più nella stesura definitiva. Il 3-0 alla Danimarca appartiene a una variante scenica, è la prima volta che Nedve-3 e e. non hanno bisogno di essere pugnalati per buttarsi sull'avversario, e stenderlo. Su tutti e su tutto, la freschezza, le qualità e la forza di Milan Baros, 22 anni, attaccante del Liverpool. Ha sempre segnato, un gol alla Lettonia, imo all'Olanda, uno alla Germania, due ai danesi: scavalca Ruud Van Nistelrooy e Wayne Rooney, da ieri sera è il nuovo capo-cannoniere assoluto. L'Europa dei giovani, orfana di Rooney e Cassano, è sempre in buone mani. . Nel calcio degli uguali, la ola del pubblico comincia al 37' del primo tèmpio: è un modo come un altro per resistere ai morsi del sonno. Per lunghi tratti, e non è una battuta, Repubbhca Ceca-Danimarca sembra molto più arrangiata del famigerato 2-2 tra Svezia e Danimarca, quello che ci è rimasto sullo stomaco. Tre rimonte su tre, i cechi si lasciano cullare da un ritmo fin troppo languido. Con la Germania, Bruckner ha schierato le riserve, ma che i suoi siano più freschi non emerge da nessun colpo di remo. La palla, la porta avanti Rosicky. Christian Poulsen, il lanzichenecco che aveva armato la saliva di Totti, lo aspetta al varco: o lui o Nedved, un altro che ha deciso di calarsi nella parte in maniera molto soft. I «do di petto» di Koller non servono se non a esasperare Baros, il suo partner. E così i danesi, sornioni, si limitano a ricacciare la palla di là, con Gronkjaer e Jorgensen estemi, e Tomasson boa avanzata per l'assenza di Band Ujfalusi e Bolf danno l'impressione di non essere dei fulmini di guerra, ma vigliacco se qualcuno ne approfitta. Gravesen disegna parabole troppo ardite, Helveg e Bogelund, precettato al posto di Niclas Jensen, si sporgono poco, Laursen e Henriksen si dedicano a Koller. Detto che il più pericoloso è Poulsen (tiro rimpallato, incornata sotto misura), mi pare di aver detto proprio tutto. Jankulovski ha l'acceleratore bloccato (non solo da Helveg), Galasek fa da tappo e Jiranek ci lascia dopo 37', infortunato: dentro Grygera. Emozioni? Una punizione di Nedved, parata. Una sgrullata alta di Koller, gli episodi di Poulsen, un tiro-cross di Poborsky ad accarezzare la traversa (ma la palla era uscita). Servirebbe un'idea, un guizzo. Meglio ancora, una scossa. È il 4' della ripresa, quando Nedved conquista un corner e Poborsky lo deposita sul teschio di Koller che, dimenticato da Laursen, sorprende Sorensen. La partita comincia qui. Ujfalusi patisce lo scodinzolare di Tomasson, che, privo com'è di Sand, il suo grimaldello personale, è costretto a lavorare di gomiti e di anche. Gronkjaer e Jorgensen faticano a rifornirlo: Jankulovski e Grygera sono doganieri inflessibili, anche se magari non così generosi come il momento e gli spazi suggerirebbero. La reazione della Danimarca non ha nulla di epico, possibile che soltanto contro l'Italia sia riuscita a sfoderare gli artigli e disputare un partitone? In compenso, delle sedici Nazionali in lizza la Repubbhca Ceca è quella che meno di tutte cura il possesso palla. Non si trucca, non si pettina, veste comodo, jeans e maglietta. Ma quando le vengono i due minuti, non ce n'è per nessuno. Milan Baros è lo strumento che il destino e Bruckner impiegano per liquidare la pratica: 18', tocco flitrante di Poborsky (cresciuto), lob mortifero sull'uscita del portiere; 20', assist di Nedved, il capitano, volatona e sinistro squassante. E Laursen? E Henriksen? Dispersi da qualche parte. Ormai, i danesi non ne hanno più. Madsen subentra a C. Jensen e impegna Cech da lontano. È, costui, un portiere alto alto e secco secco dalle risorse esplosive, che il Chelsea di Abramovich ha scovato al «mercato» di Rennes. Tornando alla partita, la farsa diventa monologo, e alla luce dello scarto, tremendo, persino il primo tempo va forse riletto e adeguato al risultato: scrivendo in diretta, mi era sembrato, davvero, poca cosa. Con il 3-0 negli occhi non si può non risalire a un approccio più studiato dei cechi, già campioni d'Europa nel 1976 a Belgrado, e vice campioni nel 1996 a Wembley. Il gol di Koller, su calcio d'angolo, ha squarciato un equilibrio di marmo. La Svezia eliminata ai rigori dall'Olanda, la Danimarca sculacciata dai cechi. La sorte dei nostri «aguzzini» conferma che lltalia del Trap ha buttato via un'opportunità colossale. E ora, avanti tutta. Portogallo-Olanda mercoledì a Lisbona, Repubbhca Ceca-Grecia giovedì qui a Oporto: e la fine non è per niente nota. REPUBBLICACECA II DANIMARCA (4-4-2) Cedi 7; Jiranek 6 (39' pt Grygera 6,5), Ujfalusi 6, Bolf 6 (19' st Rozehnal sv), Jankulovski 6; Poborsky 7, Galasek 6,5, Rosicky 6, Nedved 6,5; Keller 6,5, Baros 8 (25' st Heinz sv). AI!.: Bruckner 7. (4-2-3-1) |fe Sorensen 6; Helveg 6, Laursen S,S, Henriksen 5,5, Bogelund 5,5; C. Poulsen 6,5, Gravesen 5,5; Gronkjaer 5 (31' st Rommedahl sv), C. Jensen 5 (26' st Madsen sv), Jorgensen 5 (40' st Lovenkrands sv); Tomasson 6. AII.:M.0lsen5. Arbitro: Ivanov (Russia) 7. Reti: st 4'Koller, 18'e 20'Baros. Ammoniti: Jankulovski, Ujfalusi, C. Poulsen, Bogelund, Nedved, Gravesen. Spettatori: 40 mila. Keller festeggia la sua rete ai danesi. Alle spalle Barosche segnerà una doppietta ed è il neo capocannoniere (5 gol) del tomeo