«Ricordatevi dì spegnere la luce» di Alain Elkann

«Ricordatevi dì spegnere la luce» L'AMMINISTRATORE DELEGATO: LA NOSTRA E' UN'AZIENDA RADICATA NEL PAESE, COME I CARABINIERI «Ricordatevi dì spegnere la luce» Scaroni, numero uno dell'Enel: l'energia va risparmiata Alain Elkann PAOLO Scaroni è amministratore delegato dell'Enel, ha studiato alla Bocconi di Milano e alla Columbia'University di Ney York, prima di ricoprire questo incarico ha lavorato a lungo in Inghilterra. Eppure in ogni suo intervento pubblico, la frase ricorrente è: «Sono vicentino». Perché questa insistenza? Che cosa significa? «Ho un legame profondo con le mie radici. Considero i vicentini e i veneti persone che sul piano del lavoro hanno avuto successi straordinari. Grandiimprenditori, gr^pdi., lavipratori. e anche grandissimi letfteratti». Che spazio ha la cultura nella sua vita da manager? «A me interessa molto. Non mi occupo molto di architettura o di visitare mostre ma mi concentro molto su letteratura, saggistica e storia. Compro e leggo molti libri». Attaccato al suo territorio e nomade per lavoro. Ma la casa di famiglia dov'è? «Ho difficoltà a rispondere da alcuni anni, ma se proprio devo rispondere dico Milano, perché è la città dove ho cresciuto i miei tre figh». A Londra dirigeva un'azien¬ da privata. Oggi una con partecipazione dello Stato e anche molto radicata sul territorio nazionale. Che differenza fa? «La presenza dello Stato nella proprietà non fa nessuna differenza, visto che l'Enel ha due milioni e mezzo di azionisti, tra cui molti investitori istituzionali stranieri. Il nostro modo di agire non può che essere quello di un'azienda che vuole creare valore per tutti gli azionisti. Quello che è molto diverso è appunto il fatto che siamo un'azienda di servizio molto radicata sul territorio e che ha una presenza in Italia un po' come quella dei Carabinieri e con lo stesso attaccaménto al senso del servizio dei Carabinieri». In questo periodo comt, vanno le cose all'Enel? «Siamo soddisfatti dei risultati che abbiamo raggiunto e ci siamo dati nuovi ambiziosi obiettivi futuri. Certo che l'economia italiana abbia battuto un po' in testa ce ne siamo accorti dai consumi elettrici, ma da qualche settimana sentiamo però che il clima è cambiato e forse anche l'Europa e l'Italia si stanno agganciando alla fortissima crescita dell'economia mondiale del 2004». E' un'azienda òhe si può definire felice? «Spero di sì. Certamente credo siano felici gli azionisti che hanno visto il valore delle azioni accrescersi negli ultimi dodici mesi. In Enel lavoriamo ogni giorno su piani di sviluppo professionah, formazione, assunzione di giovani talenti e spero che siano febei i nostri clienti e che vedano la qualità del nostro servizio in mighoramento e che apprezzino il nostro sforzo per fare della nostra società una casa di vetro, un luogo dove tutti possano accedere». Lei continua a dire a sua moglie e ai suoi figli: «Spe- J;nilaluce»? tro che. E anzi, ho sempre pensato che il modo migliore per essere "verdi" sia quello di non sprecare energia o di non usare in modo irrazionale l'automobile e l'aria condizionata». Lei l'energia la vende. Non le sembra un discorso «poco commerciale»? ((Al contrario. Perché un'azienda viene accettata dalla comunità in cui opera solo se si fa carico degli interessi a lungo termine e non c'è dubbio che la tutela dell'ambiente sia per tutti un primario interesse. A questo proposito vogbo dire che dal I luglio i nostri clienti potranno sceghere una tariffa "bi-oraria" che consentirà loro di risparmiare sulla bolletta, spostando alcuni consumi elettrici dalle ore di punta alle ore serali». Lei sostiene che in Italia ci sono troppe poche grandi aziende multinazionali. Cosa bisogna fare per invertire questa tendenza? «Non si inventano le multinazionali per decreto, ma si può creare un ambiente in cui la possibihtà di crescita aumenti. Non c'è dubbio#per esempio che una riforma p'ensionistica che crei anche da noi i grandi fondi pensione, come negb Stati Uniti, in Inghilterra, in Olanda o in Svizzera, facUita la creazione di mercato di capitali, che è la vera benzina delle multinazionali». I casi Cirio, Parmalat e altri hanno spaventato gli investitori negli ultimi mesi. Sta tornando la fiducia? «Devo dire di sì, perché noi negli ultimi sei mesi abbiamo fatto importanti operazioni, sia sul mercato obbligazionario che su quello azionario e mi riferisco alla recente quotazione di "Tema" (la rete elettrica di alta tensione italiana) che hanno avuto un formidabile successo. Pensi che a Tema hanno creduto più di 200 mila italiani». Ma la nostra economia, dove va rispetto agli altri Paesi europei? «La nostra economia, con quella francese e tedesca, ha passato tre anni difficili, perché il processo di adattamento alla globalizzazione dei mercati si è rivelato più faticoso del previsto. Per fare un esempio, solo da qualche settimana le esportazioni hanno ripreso a crescere, dopo molti mesi di segno negativo. I nostri imprenditori stanno riorientando le loro produzioni in 'modo da essere meno esposti alla concorrenza delle nuove economie emergenti, prima fra tutte la Cina. Un tema però irrisolto è che rimaniamo un Paese dove il costo della manodopera è alto, mentre il salario netto è molto più basso che in l'Inghilterra e Francia. Questo perché teniamo in piedi un sistema pensionistico costosissimo che grava sul costo del lavoro. Non sarebbe megho andare tutti in pensione più tardi, ma ;uadagnare di più tutti finché si avora?». ^^fe La tutela "™ dell'ambiente è un interesse primario pertutta la comunità Non sprecare è il modo migliore per essere ecologisti 99 Paolo Scaroni, 57 anni, amministratore delegato e direttore generale dell'Enel

Persone citate: Paolo Scaroni, Scaroni