E il buono gridò: quel cattivo sono io

E il buono gridò: quel cattivo sono io UN'INVENZIONE LETTERARIA MODERNA: TRA SETTECENTO E NOVECENTO IL TEMA DELL'«ALTER EGO» HA DATO UNA SVOLTA ALLA NARRATIVA. UN'ANTOLOGIA NE INDICA IL PERCORSO E il buono gridò: quel cattivo sono io Da Chamisso a Calvino gli scenari imprevisti del Doppio Guido Davico Bonino QUANDO nasce all'interno della letteratura occidentale, quando prende corpo sulla pagina il tema del Doppio in senso stretto, quello del «soggetto che vede dinnanzi a sé un altro se stesso (autoscopia) come un'entità autonoma ma identica, o che s'imbatte in un individuo simile a sé in tutto e per tutto»? Rispondono Jourde e Tortonese: «Questo Doppio è essenzialmente moderno, è il romanticismo tedesco che lo mette in auge, e Jean-Paul Richter (1763-1825) inventa per lui, nel 1796, il termine di Doppelgànger». A coniare questo neologismo (letteralmente, «chi cammina al tuo fianco», «il tuo compagno di strada») non ha mancato di contribuire la riflessione di un filosofo come Johann Gottlieb Fichte (1762-1814), chiamato alla cattedra di filosofìa dell'Università di Jena nel 1794, anno in cui pubblica i suoi Fondamenti dell'intera dottrina della scienza. Il sistema fìchtiano prevede una sorta di raddoppiamento del soggetto: c'è un Io assoluto e originario, che ingloba in sé il non-io, cioè il mondo estemo, che a sua volta include l'Io empirico. «Il mio Io (empirico) è orrificato dal mio Io (assoluto), questo Démogorgon ripugnante che mi abita», postilla Jean-Paul Richter nell'Appendice comica del suo romanzo Titan (1800-1803), in cui è compresa, nel registro della parodia, una Clavistfichtiana. Ma è Adalbert von Chamisso (1781-1838) con la sua Storia meravigliosa di Peter Schlemil o L'uomo che ha perduto la sua ombra (1814), romanzo breve dallo straordinario, immediato successo in tutta Eurdpa, a consacrare il Afifflai {ùfib i Doppi» al più alto livello di espressività. Chamisso racconta la storia di un individuo che, giunto in una cittadina dove dovrebbe socialmente affermarsi e divenire in breve tempo agiato, vende ad un uomo in grigio la propria ombra in cambio della borsa magica di Fortunatus, fonte di inesauribili ricchezze: «Il nostro eroe - ha osservato la belga Anne Richter, un'altra specialista di letteratura fantastica perde a questo punto la propria identità e diventa oggetto di scandalo e di pubblico disprezzo. Rifiutando un secondo patto con il diavolo, che gli offre di barattare la propria ombra con la propria anima, Schlemil finisce per accettare la sua condizione, rinuncia al suo doppio ingannatore, e preferisce serbare l'anima pura, vivendo ormai in solitudine lontano dall'umano consorzio». Sta di fatto che con il suo piccolo capolavoro narrativo von Chamisso aveva aperto una strada, che dai suoi'colleghi della «scuola» romantica si inoltrerà sino al Novecento, sia sul versante del romanzo che su quello del racconto. Il tedesco Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1776-1822) rimane folgorato dal Peter Schlemil e a lungo vagheggiò di scrivere col suo autore un racconto a quattro mani. Quando comprese che ciò sarebbe stato impossibile, e si decise negli ultimi dodici o tredici anni di vita ad esordire come scrittore, inserì nei Racconti fantastici alla maniera di Callot (1813-15), la' sua opera prima, le Avventure della notte di San Silvestro, verso la fine delle quali il protagonista Erasmo Spicker, l'uomo che non si riflette in alcuno specchio, incontra pròprio Peter. Hoffmann è lo scrittore moderno più ossessionato dal tema del Doppio. Gli dedica almeno quattro romanzi di diversa ampiezza, nel più celebre dei quali - Gli elisir del Diavolo ( 1815-16) - i personaggi sembrano costretti da un destino bef-i fardo a misurarsi di continuo con i loro aZter ego, in una giostra tra il macabro e il grottesco. Trent'anni dopo un Fèdor Dostoevskij venticinquenne (1812-1881), al suo secondo romanzo dopo Povera gente, subisce con II sosia (1846) un bruciante insuccesso. Eppure la storia del piccolo funzionario di San Pietroburgo Goliadkin, che incontra la notte in una stradina della città il proprio sosia e si lega a lui di un'improvvisa amicizia, destinata progressivamente a tramutarsi in aperta rivalità e quindi in un odio profondo, ha una sua allucinante forza evocativa sino all'esplosione finale della follia. Un grande successo saluta invece nel 1886 Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson (1850-1894): quarantamila copie vengono vendute in pochi mesi nella sola Inghilterra, e presto lo scrittore - che tre anni prima era divenuto celebre grazie a L'isoZa del tesoro sarà assillato da richieste pressanti di adattamenti teatrali in Francia, Germania, Stati Uniti. La metamorfosi di un rispettabile medico e scienziato in un orribile stupratore e assassino e l'irreversibilità di questa mostruosa doppiezza scuotono il pubblico, gli insinuano il dubbio che essa possa annidarsi anche nella più puritana e irreprensibile delle coscienze. Anche li ritratto di Dorian Gray (1891) di Oscar Wilde (1854-1900) fa scandalo. Il morboso legame che si instaura tra un aristocratico, Henri Wotton, un suo amico pittore. Basii Hallward e il giovane modello dalla straordinaria bellezza, il Dorian del titolo; il cinismo di Wotton che lentamente «corrompe» l'originaria purezza di Dorian; la progressiva discesa di costui nell'inferno del vizio; il tutto riflesso per diciotto lunghi anni nel tgtem-tabu di un ritratto, che solo si fa carico dell'inarrestabile degradazione del protagonista: c'è quanto basta per suggerire ai sudditi della regina Vittoria, che nutrono un istintivo ribrezzo per l'omosessuale Wilde, che non basta l'immutabile astrattezza di un Doppio «dipinto» a proteggere un criminale dalle proprie colpe: fuor di metafora, che l'arte o la letteratura non potranno mai far da paravento alle turpitudini insondabili del- la nostra esistenza indifesa. Con Wilde e il suo implacabile verdetto accusatorio siamo quasi alle soglie del «secolo nuovo». Ma sbaglierebbe chi pensasse che il Novecento non annoveri altre vicende parimenti inquietanti, e dunque altri romanzi sul Doppio. Naturalmente non è questa la sede per una compiuta rassegna. Ma, anche limitandoci rapsodicamente alle nostre personali letture, vorremmo almeno ricordare opere come L'equivoco ( 1936) del russo-americano Vladimir Nabokov (1899-1977), in cui a Praga un uomo d'affari russo, Hermann, s'imbatte in un mendicante, Felix, che ravvisa identico a sé; Le teste scambiate (1940) di Thomas Mann (1875-1955), tragicomica «leggenda indiana» - questo il sottotitolo - tra due amici, il nobile bramino Shridadan e il fabbro plebeo Nanda, innamorati ambedue della bella Sita e per lei decapitatisi, con conseguente erroneo scambio dei loro capi mozzi per la caparbia ostinazione della dea Kalì; Il visconte dimezzato (1952) del nostro Italo Calvino (1923-85) con la metà buona di Medardo di Terralba fervidamente protesa a riparare i torti ingiustamente inflitti ad altri dalla sua metà cattiva; Le meteore (1975) del francese Michel Toumier (1924) sulla doppiezza-gemellarità di Jean e Paul (anzi Jean-Paul) Surin, figli di una famiglia di industriali bretoni, alla vigilia della seconda guerra mondiale; Djinn (1981-85) del poliedrico Alain Robbe-Grillet (1922), in cui il maestro del «nouveau roman» miscela fantascienza e spystory nella vicenda di un killer dalle numerose identità. Simon Lecoeur, assoldato dall'americana Djinn-Jean, a sua volta sdoppiata in una bambola con magnetofono, nella lotta clandestina contro il Macchinismo trionfante. [...] E' un'entità autonoma ma identica. Lo mette in auge il romanticismo tedesco e subito attrae l'attenzione di Fichte: il filosofo scrive un'opera sull'io orribile che ci abita II più ossessionato dal tema è Hoffmann Poi arrivano Stevenson con Jekyll e Hyde Wilde con Dorian Gray fino a Dostoevskij Kafka, Mann e Nabokov Il romanzo di Robert Louis Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde fu accolto da un grande successo di pubblico. L'autore fu assillato da pressanti richieste di adattamenti teatrali in Germania e negli Stati Uniti. Il film di Victor Fleming//dottor7efcyZZeMf. Hyde, girato nel 1941 e interpretato da Spencer Tracy, sancì un successo che continua tutt'ora. Un'illustrazione di Emanuele Luzzati per un'edizione Einaudi del Visconte dimezzato di Italo Calvino. In quest'opera lo scrittore racconta la metà buona di Medardo di Terralba impegnata a riparare i torti ingiustamente inflitti ad altri dalla sua metà cattiva. Oltre che fortunato in libreria, il romanzo ha avuto riduzioni teatrali soprattutto per il teatro di marionette. George Sanders interpretò al cinema, nel 1945, Il ritratto di Dorìan Gray che il regista Albert Lewin aveva tratto dal romanzo di Oscar Wilde. Al suo apparire il libro sollevò scandalo per la degradazione a cui il bellissimo Dorian è costretto dal cinico Henri Wotton, ma anche per l'omosessualità dello scrittore, verso il quale i sudditi della regina Vittoria nutrivano un vivo ribrezzo.

Luoghi citati: Francia, Germania, Inghilterra, Praga, San Pietroburgo Goliadkin, Stati Uniti, Terralba