Avati inventa una parabola dei talenti

Avati inventa una parabola dei talenti VIAGGIO SUL SET DELL'ULTIMO FILM DEL REGISTA, «MA QUANDO ARRIVANO LE RAGAZZE?» Avati inventa una parabola dei talenti «Film autobiografico, da ragazzo volevo fare il clarinettista» Simonetta Roblony inviata a NEPI Avati ha avuto un'idea interessante ed attuale: indagare la differenza che c'è tra l'aver passione per qualcosa e possedere il talento necessario a metterla in pratica. Ma dal momento che non scrive saggi sociologici, intorno a quest'idea ha costruito una trama. Una trama che, come gli accade in questi ultimi anni, non è una semplice sceneggiatura ma un autentico racconto, a riprova del suo crescente interesse per la letteratura, la storia, la poesia. Al centro di «Ma quando arrivano le ragazze?» c'è 1' amicizia tra due ventenni di oggi che suonano musica jazz. L'attore Paolo Briguglia, che il padre ha avvicinato allo studio per risarcirsi del proprio mancato successo come musicista, suona il sax tenore. L'altro, Claudio Santamaria, che è fighe di un benzinaio, suona una vecchia tromba trovata in ima automobile lasciata al lavaggio. I due stringono alleanza, fondano un gruppo, cominciano ad esibirsi: ma imo è bravissimo, l'altro no. Uno ha solo la passione, l'altro ha anche il talento. Tra loro una ragazza. Vittoria Puccini, la bellissima «Elisa di Bivombrosa»: è fidanzata con quello che ha solo la passione ma lo tradirà, sia pure per un attimo, per quello talentuoso. L'amicizia tra i due entra in crisi quando quello di talento comincia ad andare avanti da solo passando di successo in successo, mentre l'altro, invidioso del suo dono naturale e della bellezza della sua musica, ripiega su una professione qualunque avendo però accanto la ragazza dei suoi sogni. Tra gli interpreti Johnny Dorelli, amico di Avati, che toma al cinema dopo «State buoni se potete» di Magni di tanto tempo fa. Lo produce per 3-4 milioni di euro la Duea di Antonio Avati e la Rai che lo distribuisce con la 01. Sono gli ultimi giorni di girato. Nella basilica romanica di Castel Sant'Ebe, a due passi dal paese di Nepi, tra Roma e Viterbo, si celebrano le nozze di Paolo Briguglia e Vittoria Puccmi, delicata come una figura hbertynelsuo abito matrimomalema assai infastidita dai pettegolezzi della stampa «rosa;) che vorrebbero finito il suo fidanzamento con il fascinoso Preziosi, suo partner in «Elisa», con il quale invece tutto fila a meraviglia. Pupi Avati racconta che andando avanti negli anni fa film sempre più personali, biografici, fuori dal tempo e dalle mode. «Questo mi è venuto in mente ripensando alla mia giovinezza. Nessuno, né la scuola né i genitori, ci aiuta a capire qual è il talento che possediamo. Eppure ognuno ne ha uno. Da ragazzo io ero convinto di esser il migUo clarinettista jazz di Bologna finché non ne conobbi due che eramo molto meglio di me. Uno era Lucio Dalla. Suonava in manie¬ ra magnifica. Lo invidiavo con tutto me stesso. La delusione per non esser quel che speravo fu tanto violenta che una sera, a Barcellona, pensai di ucciderlo. Lo portai sulla cupola della Sacra famiglia del Gaudi sperando di aver il coraggio di buttarlo giù. Lui, che vide nei miei occhi quel lampo di follia, spezzò la tensione dicendomi con sempheità: "Ma che sei scemo?". Fu allora che rinunciai al clarinetto». E oggi vorrebbe esser al posto di «Dalla ? «No. Anche se lui è infinitamente più popolare e più ricco di me, è più basso. Siamo amici». Il cinema che fa è riuscito a sostituire nel suo cuore la musica? «C'è riuscita la scrittura che per me viene prima dei film». Prova invidia per qualche suo collega? «Non vedo i film degli altri per preservarmi. Se son belli proverei rabbia, se brutti fastidio per il tempo perso». Dimagrito di dieci chili, pronto a intraprendere un altro film con la Rai, «La seconda notte di nozze», che farà interpretare a Neri Marcorè, Katia Ricciarelli e a un terzo grande nome intemazionale da decidere, Avati fa battute, racconta storielle, ironizza su se stesso e sugli altri, dimostrando una rinnovata e sorprendente vitalità. La persona più ricca di talento mai meontrata? «L'uomo che fa le fotocopie dei miei copioni: è come ' se impartisse un sacramento mentre le stampa». La cosa che più le piace di questo film? «Il titolo perchè nella vita dei maschi di qualunque generazione c'è una volta sola per questo momento». Cosa l'ha maggiormente sorpreso dei suoi giovanissimi inteipreti? «La loro musicalità. Sono più bravi di De Niro quando suonano». A differenza di quanto avvenuto in passato questo film non sarà presentato in anteprima a Bologna, città natale di Avati: è stato fatto sindaco Cofferati detto «Il cinese» e Avati che voleva Guazzaloca gli toghe il suo film perché Cofferati non è bolognese e la sua vittoria gli pare un'offesa all'orgogho cittadino. Vittoria Puccini con Pupi Avati e Johnny Dorelli. Il regista è pronto a intraprendere un altro film con la Rai, «La seconda notte di nozze», che sarà interpretato da Neri Marcorè e Katia Ricciarelli

Luoghi citati: Barcellona, Bologna, Nepi, Roma, Viterbo