SUBWAY La vera vita di New York di Maurizio Molinari

SUBWAY La vera vita di New York LA GRANDE MELA E' CRESCIUTA E SI E' SVILUPPATA DI PARI PASSO CON LA METROPOLITANA INAUGURATA CENTO ANNI FA, IL 27 OTTOBRE 1904 SUBWAY La vera vita di New York Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK ^T\ ICHIARO la subway ^A-/ aperta». Così il sindaco George McClellan alle due del pomeriggio del 27 ottobre 1904 decretò la nascita di quella che cento anni dopo è diventata la metropolitana più estesa del Pianeta. Girando l'interruttore McClellan fece partire le carrozze elettriche dell'Interborough Rapid Transit Company dalla stazione di City Hall, dove ancora oggi si trova 11 municipio, per una corsa di 26 minuti sotto Broadway Avenue fino alla 145" Strada, nel cuore di Harlem. Il costo del biglietto era di un nichel e a comprarlo furono in decine di migliaia, trasfor- mando il debutto in ima colossale ressa. Quel primo tragitto, orgoglio dell'allora presidente Teodoro Roosevelt nato a Manhattan, fu possibile grazie al denaro ed all'ingegno di August Belmont jr: il banchiere che rischiò la propria fortuna per realizzare il progetto, trovò ed assunse l'ingegnere William Barclay Parsons per realizzarlo e quindi diventò il primo presidente della subway, termine che ancora oggi i newyorkesi usano per indicare la loro metropolitana. Pensata sul modello della Underground londinese, che era stata inaugurata nel 1863, e aperta cinque anni dopo la metropolitana di Boston - la prima in tutti gli Stati Uniti l'evoluzione della subway ha accompagnato nei decenni la crescita della città di New York, contribuendo a disperdere la popolazione, far nascere quartieri, modificare abitudini e rappresentare il luogo dove il melting pot si mostra in tutta la propria complessità per via delle innumerevoli lingue che si sentono parlare - o si vedono leggere - quando si è in viaggio da una stazione all'altra. «Semplicemente New York non sarebbe stata possibile senza la subway» riassume Brian Cudahy, storico divenuto noto per gli studi sui sistemi di trasporto acquatici e terrestri della Grande Mela. La prima linea, con l'innovazione dei quattro binari, consentiva di percorrere solo l'isola di Manhattan ma partendo da City Hall, a ridosso dell'attracco dei traghetti sotto Ponte di Brooklyn, costituiva anche il primo collegamento fra due delle cinque grandi aree urbane (le altre sono Queens, Bronx e State Island). Quattro armi dopo verme scavato il percorso sotto l'East River ed il 1 maggio del 1908 venne aperto il terminal di Long Island, ovvero lo sbocco sulle spiagge dell'Atlàntico a cui sarebbe seguita più avanti la stazione di Coney Island con conseguenti vacanze di massa. La subway conquistò in fretta le abitudmi dei newyorkesi, destando forte preoccupazione perché in troppi si affollavano dentro poche carrozze e su poche piattaforme creando caos ed obbligando l'azienda-gestore a continue estensioni del percorso, a cominciare dalla creazione sulla 42" Strada (Times Square) di imo snodo dove si incrociavano due linee sepa¬ rate che collegavano l'East Side ed il West Side con la parte sud dell'isola di Manhattan (Downtown). Times Squadre si impose così come il cuòre della città - anche perché nello stesso periodo vi si trasferì il New York Times - al pari di quanto la Grand Central Station collegava la subway ai treni per fuori città. Fra il 1915 ed il 1928 le linee crescono verso Brooklyn ed anche il Bronx, nel 1929 è l'ora di Queens, all'epoca un quartiere talmente verde da attirare quei contadini immigrati dall'Europa dell'Est che cercavano ambienti a loro famigliari, nel 1939-40 l'Esposizione mondiale che si svolge a Flushing Meadows - adiacente ad una stazione della metropolitana - coincide con l'avvento delle nuove vetture, più comode perché più lunghe (18 metri) e più large (3 metri). Il 12 giugno del 1940, alla stessa ora e nello stesso luogo in cui era avvenuta l'inaugurazione 36 anni prima, è il sindaco Fiorello La Guardia che a no¬ me della Città di New York rileva quello che è diventato oramai il più importante mezzo di trasporto della collettività. L'assunzione di responsabilità da parte del Board of Transportation comunale si trasforma dopo la fine della guerra in migliori servizi per i cittadini: vengono create nuove stazioni negli angoli di Manhattan e Brooklyn fino ad allora meno serviti, si include nella rete il percorso di tram locali del Bronx e tutti treni vengono dotati di particolari cartelli che informano i viaggiatori su direzione, percorso e provenienza. Le vetture sono rinnovate a ritmo serrato passando per il debutto - nel 1984 - delle prime «made in Japan» aggiudicatesi la gara per via dell'aria condizionata. Dall'inizio del nuovo secolo la flotta della subway comprende 6400 treni che corrono su un totale di 1155,2 km attraverso 468 stazioni trasportando ogni giorno 4,5 milioni di persone. I numeri descrivono il torrente umano che attraversa la città: ogni anno 35,6 milioni di passeggeri transitano per Times Square, 31,5 per Grand Central, 19,3 per Pennsylvania Station, 13,7 per il Rockefeller Center. Ma ciò che più conta è quanto la subway riflette la vita della metropoh. Non solo per musicisti ed artisti che intrattengono il pubblico ma anche per vicende come la lotta al crimine, che ebbe una svolta negli anni Novanta quando il sindaco Rudolph Giuliani iniziò ad applicare a «tolleranza zero» nei confronti dei piccoli criminali che imperversavano proprio nelle stazioni sotterranee. L'esperimento ebbe a tal punto successo che poi, trasportato in superficie dall'ex capo degli agenti della subway promosso alla guida della polizia, cambiò il volto della città. I treni bloccati nella stazione Cortlandt dal crollo delle Torri Gemelle fanno parte della storia dell'11 settembre 2001 quanto la recente inagurazione della stazione «World Trade Center», prima struttura a riaprire al pubblico sulle ceneri di Ground Zero con un segno di riscatto che non ha mancato di suscitare orgogho in una megalopoli che si emoziona molto raramente. Frequentata dai visitatori quanto dai residenti la New York sottotterranea ha generato di tutto: dai romanzi Subway Series di Leela Corman sulla vita dei teenagers al film Subway di Lue Besson, da quadri come il Subway Rider di Bernard Safran a infiniti motivi musicali, fotografie e jerfino nomi di squadre di Daseball come nel caso dei Brooklyn Dodgers che in origine si chiamavano Trolley Dodgers perché per andare ad allenarsi dovevano superare le rotaie che erano state costruite per i primi filobus (trolley). In un curriculum da primato il neo resta l'assenza di un collegamento sotterraneo con Staten Island - dove si arriva ancora solo a bordo dei traghetti - mentre ciò che manca alla bacheca della subway è l'aver ospitato un presidente in carica. Fra le decine di milioni di viaggiatori avuti non c'è mai stato un inquilino della Casa Bianca. Gli unici presidenti a farsi fotografare su una metro durante il loro mandato sono stati infatti Richard Nixon, a Fast Bay nella natia California, e Bill Clinton, nella città di St. Louis. ■V ■v-- ^•- ii (ll f di Ali V m --.; m s ^ m. ■' , giovane in attesa Immagini scattate in stazioni e carrozze della subway newyorkese alla quale sono stati dedicati film, romanzi persino un quadro di Bernard Safran: «Subway Rider» e infiniti motivi musicali ' Da sinistra (nelle foto di Alain Volut, Paola Agosti e Giuseppe Fassino) gente su-una linea popolare, passeggera nera al finestrino, si dorme in piedi nel vagone, salita ai treni, poliziotto controlla una carrozza, giovane in attesa w'^^*~ ■'