Billia, la trattativa è a rischio

Billia, la trattativa è a rischio DOPO CHE IERI SI E' SAPUTO DEL SEQUESTRO CAUTELARE DELLE QUOTE LEFEBVRE DECISO DALLA CORTE DI LONDRA Billia, la trattativa è a rischio La complicata vicenda all'esame di Finaosta Enrico Martìnet SAINT-VINCENT. La trattative sull'acquisto dei beni intorno al Casinò, già complicata per l'azione legale di sequestro della casa da gioco, rischia di saltare. Ieri è giunta in Regione un'ordinanza dell'Alta Corte di Londra che sequestra in modo cautelare e per un valore di 60 milioni di euro, le quote dei Manfredi Lefebvre D'Ovidio e del padre Antonio in 89 società, tra cui la «Grand hotel Billia» che sta trattando la compravendita con la Regione. La causa londinese è stata fatta dalla Sflt, che detiene il 25 per cento di Sitav e che si sente danneggiata dai vari passaggi societari del gruppo Lefebvre di quei 60 milioni. Non è una vicenda definita e i Lefebvre si Opporranno, tuttavia il sequestrò cautelare rischia di far rinviare la trattaitiva. La Regione hón cominenta, ina ha affidato alla Finaosta e ai suoi legali lo studio dell'intera vicenda e dell'ordinanza del giudice londinese. 11 piimo effetto è che è stato rinviato l'incontro fissato mercoledì prossimo con ■c. l'avvocato Giampiero Tasco, che si occupa della questione per le società proprietarie dei beni che «accerchiano» il Casinò. Ma l'avvocato dice: «Esorto la Regione a valutare gli aspetti giuridici della vicenda, non il folclore. E sono certo che di fronte alle mie argomentazioni non potrà che definirle corrette», n legale sostiene che il sequestro «non può cambiare le cose, a meno che non lo si vogha usare in modo strumentale». Spiega che «le società Billia e Du Park sono legittimate a concludere una trattativa già quasi definita». Ancora: «Le società possono disporre con pienezza dei loro diritti. U sequestro riguarda i beni di Manfredi Lefebvre, non la società». Lefebvre è però proprietario delle società. Risponde l'avvocato Tasco: «Non lo so, ma se anche cosi fosse siamo di fronte a due soggetti diversi. Uno è la società Grand hotel Billia, l'altro è il proprietario. Il ragionamento è semplice. La Grand hotel Billia ha un bene. Ammettiamo per ipotesi che Manfredi Lefebvre ne sia il proprietario. Con il sequestro del giudice di Londra, ammesso sempre che non sia revocato, non può disporre della sua parte. Ma la società del Billia può vendere senza rischi per l'acquirente perché il denaro ricavato non inficia il patrimonio. E se il proprietario, sempre in linea teorica, dovesse alienarlo nonostante il sequestro, sarebbe perseguito. Tuttavia, ripeto, il rischiò per chi compera, è uguale a zero». Proprio questo, cioè i rischi possibili, fa parte del quesito che la Regione ha posto a Finaosta. Rischi che erano stati esclusi durante la stima dei beni della «Grand hotel Billia». In quella valutazione esisteva tuttavia una clausola di garanzia; per evitare pericoli il denaro ricavato dalla vendita sarebbe stato acquisito soltanto alla fine di luglio, al riparo cioè, sempre secondo la stima degli specialisti, di eventuali contenziosi. Le due società proprietarie erano disposte ad attenersi alla clausola di garanzia. Da ieri però tutto ciò appare «non sufficiente» secondo la Regione. Tasco aggiunge: «Con grande amarezza temo che se la trattativa non andrà in porto in tempi accettabili l'azienda Billia sarà costretta a procedere ai licenziamenti». ALTRO SERVIZIO NELLE CRONACHE Il Grand hotel Billia di Saint-Vincent al centro della trattativa di compravendita

Luoghi citati: Londra, Saint-vincent