La richiesta di aiuto di Ailawi in cima all'agenda del summit di Enrico Singer

La richiesta di aiuto di Ailawi in cima all'agenda del summit LA DECISIONE VERRÀ' PRESA UN GIORNO PRIMA DEL PASSAGGIO DEI POTERI La richiesta di aiuto di Ailawi in cima all'agenda del summit Il Segretario generale: TAIleanza non può dire no al premier iracheno analisi Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES LA Nato non può dire «no» alla richiesta d'aiuto che arriva dal nuovo governo iracheno. Alla vigilia del vertice che l'Alleanza atlantica terrà lunedì e martedì a Istanbul, il Segretario generale Jaap de Hoop Scheffer lancia un appello a tutti i leader che si ritroveranno tra quattro giorni attorno allo stesso tavolo. E lo fa con una frase molto diretta: «C'è una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell' Onu, c'è un primo ministro pienamente legittimato che ci scrive unalettera. Non possiamo sbattergli la porta in faccia». lyad Ailawi ha chiesto alla Nato di addestrare l'esercito iracheno e di-fornirgli assistenza tecnica e De Hoop Scheffer risponde che, «se gli alleati lo vorranno», si potrà fare. Che i mezzi e le strutture ci sono. Si tratta di trovare la volontà politica perché l'Alleanza decide per consenso: tutti i 26 Paesi membri devono essere d'accordo e proprio quest'accordo si dovrà verificare a Istanbul. Le prime indicazioni sono positive. De Hoop Scheffer ha riimito ieri nel quartier generale di Bruxelles il Consiglio atlantico - al livello dei rappresentanti permanenti - e alla fine dell'incontro si è dichiarato ottimista: «La mia impressione è che è ben possibile che i leader alleati decidano a Istanbul una qualche forma di addestramento». Quello che sembra escluso - c'è un veto tanto francese che tedesco - è l'invio di truppe in Iraq sotto la bandiera della Nato. Ma il Segretario generale ha confermato che nella lettera di Ailawi non c'è nemmeno una richiesta simile. L'aiuto che vuole Baghdad è centrato sull'addestramento del suo nuovo esercito e delle sue forze di sicurezza. Un addestramento che pUò essere anche fatto fuori dall' Iraq. La Germania ha già detto che sarebbe pronta ad accogliere sul suo territorio e a istruire militari e agenti di polizia iracheni. In Italia, a Roma, c'è il «Nato Defense College»: una delle scuole di formazione più importanti per gli ufficiali delle forze dell'Alleanza. Quando il Segretario generale parla di «mezzi che ci sono» si riferisce anche a queste strutture. Ma i modi e i tempi dell'aiuto della Nato al nuovo governo iracheno^ devono ancora essere precisati. Si dovrà chiarire anche in che cosa consiste quella «assistenza tecnica» che è l'altra richiesta contenuta nella lettera di Ailawi. Secondo gli esperti militari dell'Alleanza, significa fornitura di armi, dotazioni tecnologiche e logistiche. Sono tutti aspetti da approfondire, ma prima ci vuole l'accordo politico che dovrebbe uscire - almeno De Hoop Scheffer se lo augura - dal vertice di Istanbul che si concluderà quando mancherà soltanto un giorno all'ora X del passaggio dei poteri al nuovo governo iracheno. L'offensiva sempre più violenta e micidiale dei terroristi e delle milizie che vogliono impedire la stabilizzazione in Iraq moltiplica le attese per le decisioni che saranno prese a Istanbul. Il presidente americano Bush, che sarà già stasera a Shannon, in Irlanda, per il vertice Ue-Usa e che proseguirà poi il suo viaggio per la Turchia, solleciterà gli alleati della Nato a un «ruolo più attivo». Di sicuro chiederà di accogliere la richiesta di Ailawi di addestrare e di equipaggiare le forze armate e di sicurezza irachene. Forse anche di intervenire sul terreno per proteggere il personale dell'Orni quando questo tornerà in Iraq. Da Washington anche il candidato democrati¬ co alla Casa Bianca, John Kerry, ha detto che la Nato dovrebbe giocare un suo ruolo in Iraq. «Non dovrebbe andare a combattere, ma dovrebbe partecipare a operazioni come l'addestramento o il controllo delle frontiere», ha dichiarato Kerry. Lltalia - come ha annunciato ieri il ministro degh Esteri, Franco Frattini - «sostiene fortemente» la richiesta di aiuto del primo ministro iracheno. Gli altri Paesi devono ancora pronunciarsi. Il Segretario generale della Nato è convinto che la risposta «sarà positiva». Anche se sull'ampiezza e sui meccanismi dell'aiuto all'Iraq non si sbilancia. Ma per la Nato c'è anche un altro teatro di crisi molto importante: l'Afghanistan, Paese in cui l'alleanza è già impegnata con la missione Isaf sotto l'egida delle Nazioni Unite. De Hoop Scheffer si attende che a Istanbul si decida di espandere la presenza della Nato per sostenere il processo di stabilizzazione in vista delle imminenti elezioni. «Mi aspetto di poter dare personalmente questo messaggio al presidente Karzai a Istanbul», ha preannunciato ieri il Segretario generale senza precisare quanti soldati in più - e di quah Paesi - serviranno per rafforzare la missione Isaf. L'intervento della Nato, per ora, è limitato a Kabul e alla zona settentrionale di Kunduz, ed è raUentato dalla difficoltà di reperire gli aerei da trasporto e gli elicotteri indispensabili a superare le enormi distanze del Paese asiatico. Quello della disponibilità delle forze - ed anche delle risorse finanziarie - è un altro problema che sarà affrontato nel vertice di Istanbul. Non solo. C'è un terzo capitolochiave sul tavolo dei capi di Stato e di governo della Nato: la lotta al terrorismo. Joop de Hoop Scheffer ha anticipato che è pronto per l'approvazione un pacchetto di misure che comprende otto sistemi di alta tecnologia per difendersi da eventuali attacchi missilistici contro aerei e per difendere i porti, oltre a un aumento dello scambio di informazioni di intelligence. Il Segretario generale ha anche confermato die la Nato fornirà aiuto alla Grecia per proteggere - con aerei radar Awacs e navi - la sicurezza durante le prossime Olimpiadi. E ha annunciato che Russia e Ucraina sono state invitate a partecipare alla missione navale anti-terrorismo che si svolgerà nel Mediterraneo «ActiveEndeavour». Sul tavolo dei 26 anche l'espansione della presenza in Afghanistan e un pacchetto di misure contro il terrorismo, tra le quali sistemi per difendersi da attacchi missilistici

Persone citate: Bush, Franco Frattini, Hoop Scheffer, John Kerry, Karzai