An minaccia la crisi, ma la trattativa va avanti di Antonella Rampino

An minaccia la crisi, ma la trattativa va avanti IL FACCIA A FACCIA TRA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E GIANFRANCO FINI ALLENTA LA TENSIONE NELLA MAGGIORANZA An minaccia la crisi, ma la trattativa va avanti Berlusconi vuole affidare a Pollini il ministero delle Politiche comunitarie Antonella Rampino ROMA Gianfranco, ma secondo te se chiedessimo a Follini, che si vuole tanto occupare d'Europa, di fare U ministro per le Pohtiche comunitarie, lui ci starebbe? Non è dato sapere, come sempre dal chiuso deUe riunioni riservate, se Berlusconi abbia posto la cosa a Fini in forma di domanda, o non piuttosto l'abbia lasciata cadere U come un'ipotesi durante U colloquio che ieri a sorpresa tra i due s'è tenuto a Palazzo Grazioli. Novanta minuti, che erano partiti non proprio benissimo. Fonti governative hanno riferito che all'inizio, davanti alla Usta non breve dei desiderata del presidente di AUeanza nazionale, e suo vice neU'esecutivo che solo ventiquattr'ore prima aveva minacciato di lasciare proclamando pure che «tanto, U governo non c'è più», Berlusconi sarebbe sbottato: «Insomma, io devo accontentare te, i centri¬ sti e pure la Lega... Se non ti basta che io prenda in considerazione la coUegiahtà che tu chiedi nell'economia, fai un po' queUo che ti pare». Fini si è lasciato le mani libere, «devo parlare al partito». E di mezzo ci sono pure i baUottaggi aUe amministrative. Però di certo, appena uscito da via del Plebiscito, la prima telefonata Fini l'ha fatta a Rocco Buttighone, e solo più tardi s'è sentito con Follini. E l'attuale ministro delle Politiche comunitarie avrebbe lasciato intendere che certo, come si fa a dir di no se si tratta di rappresentare l'Italia aUa Commissione europea. Due minuti, e un altro ministro, Gianni Alemanno che daU'Agricoltura ha lavorato in stretto concerto con Buttighone proprio su queUo che è il settore strategico e la voce più pesante del bilancio comunitario, spontaneamente coi giornalisti si lascia andare a un «certo, Buttighone sarebbe un magnifico commissario europeo». Quanto poi gh scenari, le ipotesi o se si preferisce le voci dal sen fuggite abbiano possibihtà di affacciarsi a una concreta realtà, bisognerà vedere. E attendere. Non solo i baUottaggi in IO I Comuni eli Province che rappresentano anche la so¬ glia aUa quale Fini, e soprattutto Follini, attendono al varco Berlusconi e Forza Itaha. Il dato certo sarà influente. Ma U redde rationem, o se si preferisce la «verifica» si otterrà solo in Consigho dei ministri, il prossimo venerdì 25. In quella sede. secondo quanto progettato ieri nel faccia a faccia tra premier e vicepremier, si dovranno gettare le basi ideah del prossimo documento di programmazione economica e finanziaria, che dovrà essere incentrato, ha scandito Fini a Berlusconi, su competitività e sviluppo, dialogo sociale e attenzione alle imprese. Alleanza nazionale, due giorni dopo il duro scontro che a Palazzo Chigi s'era registrato tra il supermmistro dell'economia e la Confindustria, tiene particolarmente al taglio dell'Irap che a Berlusconi aveva chiesto U nuovo presidente dell'associazione degh industriali. Luca Corderò di Montezemolo, il giorno stesso del suo insediamento a Viale dell'Astronomia. E sarebbe naturalmente troppo malizioso e politicista sospettare che l'appoggio al taglio dell'Irap, per un partito per il solito ostile ai poteri forti, rappresenti essenzialmente un'ulteriore «limatura alle unghie di Tremonti», per usare il linguaggio di Via della Scrofa. Quale che possa essere la via d'uscita che prenderà la verifica di govemo, rimasta aperta come una ferita daUe amministrative deU'anno scorso sino ad oggi, di certo ieri un tasseUo è stato posto. Berlusconi e Fini doveva¬ no gettare le basi per una pace futura e questo hanno fatto, sia pure cominciando dai toni alti per poi declinare a più miti consigh. E' significativo che, ad incontro concluso da pochi minuti, sia arrivato sul telefonino del coordinatore Ignazio La Russa un sms: «Tutto bene». E che quel «tutto bene» sia il messaggio affidato ufficialmente a tutte le voci pubbliche, dal coordinatore di Forza Itaha Fabrizio Cicchitto al portavoce di Palazzo Chigi Paolo Bonaiuti, sino al presidente deUa regione Lazio Storace. Un «tutto bene» che contiene anche una speranza. Che la tenagha deU'asse FiniFoIIini sul premier si possa aprire. Se Berlusconi accetta la coUegiahtà in materia di pohtica economica, con l'attenzione al sociale e al Mezzogiomo che An e Udc chiedono. E sempre che Follini accetti queU'incarico europeo nel govemo italiano, cosa che Berlusconi pare considerare una garanzia per la futura stabilità del govemo.

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