«No al Grande Fratello nelle scuole» di Maria Teresa Martinengo

«No al Grande Fratello nelle scuole» IL SINDACATO DI BASE CUB CONTRO L'INSTAUAZIONE DEI SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA «No al Grande Fratello nelle scuole» presidi: le telecamere servono ad evitare i furti Mi T Mif Ciiili dl il id rihi Maria Teresa Martinengo Il sindacato di base Cub Scuola contro l'installazione di sistemi di videosorveglianza negli istituti superiori. Sulfenomeno - considerato in crescita - è stato convocato un incontro di approfondimento nella sede di corso Marconi 34, venerdì pomeriggio. Si farà il punto sull'utilità, sul confine tra lecito e.illecito, sulla tutela della privacy, sulle modalità efficaci per mantenere la disciplina e così via. Al momento, le scuole «sotto osservazione» da parte della Cub sono tre: gli Itis «Avogadro» e «Pininfarina» e il professionale «Zerboni». «La giustificazione normalmente adottata dalle scuole è la necessità di evitare danneggiamenti alle cose, la salvaguardia dell'incolumità delle persone. Di fatto - osserva Cosimo Scarinzi, coordinatore della Cub - il tutto si traduce nella realizzazione di un modello sociale teso a sorvegliare e punire, cancellando ìl diritto alla riservatezza. In secondo luogo, si tratta di un bel business al costo medio di 10:15000 euro per installazione, l'equivalente di un'aula informatizzata di medio livello». Nei tre istituti videosorvegliati, le telecamere hanno avuto motivazioni diverse. «All^Avogadro" - spiega il preside Giulio Cesare Rattazzi - abbiamo preso la decisione perché l'edificio è grande, aperto fino a sera a ciclo continuo a molte attività studentesche e non solo. Tra l'altro, era capitato che le addette alle pulizie, una mattina, avessero trovato un tossicodipendente che aveva trascorso la notte dentro la scuola». L'installazione dell'impianto è stata oggetto di serrata contrattazione sindacale, come al «Pininfarina». Qui gli «occhi» elettronici sono all'esterno e nel locale bar. La molla che ha indotto il preside Antonino Moro a prendere la decisione è legata ad alcuni furti notturni. «Non si tratta di un problema di disciplina. Le cassette non vengono viste, salvo com'è accaduto nel caso di un'aggressione ai danni di uno studente avvenuta all'esterno - che non ce le chieda l'autorità giudiziaria». Allo «Zerboni», invece, sono stati problemi disciplinari e atti di vandalismo a convincere il preside Gaetano Spinelli ad installare la videosorveglianza nei corridoi. In particolare, un episodio più grave di altri: la caduta di un banco da una finestra dove poco prima si trovava un'operatrice. In generale, il sindacato richiama l'attenzione su un clima sempre meno sereno nelle scuole. Da un lato studenti difficili da gestire - l'ultimo giorno all'insegna dei «tradizionali» gavettoni, all'Itis «Peano» ha richiesto l'intervento delle forze dell'ordine dall'altro, secondo la Cub, docenti sempre più nel mirino. «Le sospensioni dal servizio sono cresciute, nel corso dell'ultimo anno scolastico, in maniera esponenziale», osserva Scarinzi. «Di solito, sono motivate con una presunta incapacità di tenere l'ordine in classe. Quando, però, i lavoratori cercano di far valere i propri diritti, si scopre che gli strumenti sono deboUssimi, che per esempio la contrattazione di istituto, pure prevista da leggi e contratti, viene resa in moltissime scuole quasi impraticabile». fW