Inguscezia, notte di guerra dei ribelli ceceni: 75 morti di Anna Zafesova

Inguscezia, notte di guerra dei ribelli ceceni: 75 morti RAID LUNGO IL CONFINE. PUTIN: «TROVEREMO E ELIMINEREMO I TERRORISTI» Inguscezia, notte di guerra dei ribelli ceceni: 75 morti Gommando attacca in nove zone posti di blocco e caserme Decimato il potere federale, tra le vittime il ministro dell'interno Anna Zafesova MOSCA Non un'imboscata, non un agguato, non un attentato dinamitardo, lunedì notte nel Caucaso è scoppiata la guerra. La gueniglia cecena ha colpito con un'operazione militare su larga scala, una manifestazione di potenza impressionante: per ima notte Mosca ha perso il controllo delllnguscezia, una piccola repubbhca autonoma al confine con la Cecenia, invasa e devastata dai ribelli. H bilancio è terribile: almeno 75 morti, di cui 28 civili e 47 uomini dell'ordine, poliziotti, militari, magistrati, agenti dei servizi segreti, guardie di frontiera, decimando gu uomini del potere federale. Tra le vittime anche il ministro dell'Interno inguscìo e un funzionario dell'Orni, che ha ieri sospeso le sue missioni in Caucaso. Vladimir Putin è volato subito in Inguscezia, ma prima ha convocato i suoi ministri al Cremlino per ordinare loro di «trovare e eliminare» i terroristi, davanti alle telecamere per mostrare alla nazione di avere in mano la situazione. Ma in faccia degli uomini del presidente si leggeva chiaro lo sconcerto: solo due attaccanti sono rimasti uccisi, gli altri guerriglieri, 200-300 uomini armati fino ai denti, si sono dileguati nel nulla dopo aver scorrazzato impunemente per tutta llnguscezia. Che l'alba ieri ha scoperto devastata: edifici bruciati, autoblindo e macchine dell'esercito carbonizzate, decine di famiglie in lutto, centinaia di feriti negli ospedali E' stato un ciclone di violenza, feroce e perfettamente organizzato. Alle 22 di lunedi i guerriglieri hanno scaghato l'attacco contemporaneamente in 9 direzioni, puntando soprattutto sul centro principale delllnguscezia, Nazran. In pochi minuti i terroristi hanno spazzato via i posti di blocco dei militari russi lungo la strada Rostov-Baku, l'arteria principale dellaregione. Testimoni presimostaggio e poi rilasciati dai guerrigheri raccontano di decine di corpi di soldati al bordo della strada, mentre i terroristi, in passamontagna e tute mimetiche, fermavano le macchine di passaggio e fucilavano a sangue freddo i passeggeri in unifonne. Molti estremisti erano ceceni, ma la maggioranza parlava inguscio. «Siamo mujaheddin, ab¬ biamo conquistato llnguscezia», ha detto uno degli uomini mascherati agh ostaggi. E non era lontano dal vero: Nazran è stata subito tagliata fuori dai'soccorsi, mentre l'attacco veniva scaghato anche contro Karabulak e Slepzovsk. Ma gli scontri più violenti infuriavano attorno al ministero dell'Interno a Nazran, dove 15 poliziotti hanno tenuto l'assedio fino all'alba, costringendo i guerrigheri a ritirarsi dall'edificio quasi distrutto. Sono stati saccheggiati i magazzini di armi ed è stato preso d'assalto il carcere, probabilmente nel tentativo di liberare i compagni detenuti dei ribelli. La battaglia ha infuriato nella città fino al mattino e per salvare la repubbhca dal caos i russi sono stati costretti a paracadutare i corpi speciah di polizia «Omon». I ribelli hanno cercato di spostarsi verso la capitale Magas, ma dopo aver incontrato resistenza hanno preferito ritirarsi verso la valle Assinovskaja, perdendosi nelle foreste che confinano con la Cecenia: nonostante per tutto il giorno gh ehcotteri abbiano sorvolato la zona, non sono state trovate tracce né dei terroristi, né dei due camion zeppi di armi. Un'operazione sfacciata che ha dimostrato che a dominare il terri¬ torio nel Caucaso è sempre la guerriglia, che dalla Cecenia si estende anche alle regioni confinanti. L'attacco è stato rivendicato da un «emiro Assadulla» che ha proclamato il «pieno successo» dell'operazione, affermando che il bilancio reale delle vittime tra «occupanti russi e collaborazionisti» è di 150-200 uomini. Assadulla ha smentito stragi di civili (fonti russe hanno parlato di una donna incinta uccisa), «abbiamo colpito solo obiettivi del nemico», e ha promesso di proseguire gh attacchi. Anche il leader degli indipententisti ceceni Aslan Maskhadov aveva promesso nei giorni scorsi di passare all'offensiva dalla «resistenza passiva» di agguati e atten¬ tati. E, a due mesi dalle elezioni del nuovo presidente filorusso della Cecenia, dopo l'omicidio del fedelissimo di Putin AMunad Kadyrov, la guerriglia si dimostra potente come non lo appariva da anni. E per giunta rinforzata da nuove leve. Gh ingusci, etnicamente imparentati con i ceceni, sono spesso stati accusati da Mosca di collusioni con i separatisti, ma mai prima avevano agito così numerosi e sul propio territorio. Secondo i ribelli, il raid di lunedì notte era ima rappresaglia per vendicare ingusci rapiti o uccisi dalle truppe russe. I «desaparecidos» sono stati una quarantina solo negli ultimi due mesi, tra cui Rashid Odzoev, un magistrato che indagava sui crimini dei russi. Il portavoce di Maskhadov, Akhmed Zakaev, ha smentito - come sempre, del resto - la responsabilità del suo comandante, ma ha aggiunto minaccioso che, se il Cremlino non aprirà un negoziato con i ribelli, la guerra si estenderà a tutto il Caucaso. Nella strage hanno perso la vita 47 agenti e 28 civili, solo due mujaheddin sono rimasti uccisi, gli altri sono riusciti a dileguarsi Il corpo di un soldato al bordo di una strada a Nazran: qui i terroristi hanno fermato le macchine di passaggio e fucilato a sangue freddo i passeggeri

Persone citate: Akhmed Zakaev, Aslan Maskhadov, Kadyrov, Maskhadov, Omon, Putin, Rashid Odzoev, Vladimir Putin

Luoghi citati: Cecenia, Mosca