Sepùlveda: «Gli immigrati sono la ricchezza d'Europa»

Sepùlveda: «Gli immigrati sono la ricchezza d'Europa» L'AUTORE CILENO TORNA A GENOVA Sepùlveda: «Gli immigrati sono la ricchezza d'Europa» «Una corrente di giovinezza per un continente vecchio La forma più alta della politica si chiama generosità» Alessandra Pieracd GENOVA .C IGNOR Sepùlveda, io sono ^O equadoriana e non la conoscevo. Ho scoperto lei e i suoi libri qui in Itaha, frequentando la scuola media, perché una equiparazione antica d costringe a rifare tutte le scuole. Siamo migliaia, soprattutto donne e moltissime con titoli di studio superiore. Però facdamo le badanti. Cosa pensa di noi stranieri in Italia?» «Penso che la corrente migratoria sia un grande apporto di giovinezza per un continente diventato vecchio. Tutta la storia dell'umanità è un ininterrotto movimento migratorio. Se l'Europa non capisce die la forma pohtica più alta si chiama generosità, significa che non ha capito niente». Un lungo applauso ha sottolineato la risposta dello scrittore aleno da parte di una platea in ed si contavano numerosiilatinoamericani. Luis Sepùlveda è tornato a Genova ieri, cinque mesi dopo un primo incontro pubblico che aveva lasciato all'esterno una piccola folla delusa, invitato anche questa volta dalla Provinda nell'ambito della rassegna «Provincia d'autore, died scrittori sulla rotta di Genova». Al cinema Olimpia, una delle dtime due sale sopravvissute in via XX Settembre, nel centro della dttà, è stato proiettato il film d'animazione La Gabbianella e il Gatto di Enzo D'Alò, adattamento dello stesso Sepùlveda del suo libro per bambini, o meglio «jjer piccole persone, non per piccoli cretini come i racconti destinati all'infanzia». Dopo il film, gli spettatori hanno assistito a un secondo, fascinoso spettacolo; ovvero l'appassionato intervento dello scrittore, solledtato dalle domande. Duro con gli Stati Uniti e il potere delle multinazionali, lo è allo stesso modo con quanti, in Europa, «sono ;;t«ne intenzionati ma male informati, còme quelli che simpatizzavano negli .Anni Ottanta per Benderò Luminoso, organizzazione di terroristi spietati senza pohtica, sorta di talebani del mondo andino, assassini per una rivoluzione che nessuno voleva». E ancora Luis Sepùlve da sul tema dell'emigrazione, rispondendo a una signora cilena di mezza età nata nel paese accanto al suo, ricorda la nonna partita da Livorno: «A lei nessuno ha dato dell'extralatinoamericana. Come nessuno lo ha detto ai 150 mila genovesi arrivati in Argentina o ai 250 mila toscani dispersi tra Brasi- . le, Perù, Nord Argentina». «Mi sento legato agli emigranti. Io sono arrivato dal Cile di Pinochet come esiliato pohtico, ma in tutto il mondo l'emigrazione è causata da ragioni politiche. L'Equador è un paese alla bancarotta per un consolidato sistema di corruzione, rovinato dalla pohtica estera statunitense. Era considerato una riserva di petrolio: se un giorno fosse venuto a mancare quello venezuelano, c'era quello equadoriano. Se fosse venuto a mancare quello dell'Arabia'Saudita, paese, ricordiamo, dove non si rispetta nessun diritto umano, c'era quello equadoriano. C'è stata persino una guerra tra il Perù e l'Equador: non si confrontavano né interessi, né sovranità, si confrontavano la Shell e la Texaco. Quando, grazie ai satelliti si è scoperto die la riserva petrolifera era irrisoria, l'Equador è diventato il paese dove si lavano i soldi delnarcotraffico». GH chiedono dei suoi rapporti con Vargas Uosa. Risponde: «Un amico, un maestro, e discutiamo furiosamente con grande rispetto. Mi deve una camicia di seta porpora, mi ha promesso che me la comprerà, ma non d credo. Ero stato chiamato a partedpare in Germania alla Settimana della cultura peruviana, Nessuno dei professori o cosiddetti intellettuali di sinistra aveva voluto dtare Vargas Uosa, come se in Italia si potesse affrontare la storia della letteratura senza parlare di Dante. Ho cominciato a parlare io di questo maestro. In fondo alla sala quattro o cinque giovani, travestiti da guerriglieri peruviani, ma autentici tedeschi, mi hanno tirato uova maroej Quando hanno fiaitovihò continuato il mio; interyeptp», i^j» il mio compleanno, quella camicia me l'aveva appena regalata la mia compagna» è la conclusione, tra i puntuali applausi. , i Luis Sepùlveda

Persone citate: Alessandra Pieracd, Brasi, Enzo D'alò, Luis Sepùlve, Luis Sepùlveda, Pinochet, Vargas, Vargas Uosa