«Adesso sono nazioni stabilì»
«Adesso sono nazioni stabilì» «Adesso sono nazioni stabilì» Pollen (Pioneer): il vero problema in quegli Stati è il prezzo del petrolio corrispondente da BERLINO LE banche occidentali sono molto ben posizionate nei paesi dell'Est, e costituiscono vm buon punto di riferimento per il risparmiatore straniero intenzionato a cominciare un investimento. Al primo posto ci sono gli istituti austriaci Bank Austria Creditanstalt, Erste Bank e Reiffeisen Zentralbank - che controllano circa il 28 per cento del mercato. Gli italiani, presenti con Unicredito, raggiungono una fetta di mercato del 15 per cento; poi arrivano i belgi della Kbc, tedeschi, francesi, americani e olandesi. Gli esperti dell'agenzia di rating tedesca «Feri Trust» consigliano, ad esempio, il fondo «Central Europe B» della banca svizzera Ubs o l'sCsteuropa Aktien A» proposto dall'austriaca Raiffeisenbank. «Un fondo come quello dell'Ubs - dicono alla Feri Trust - non si brucia, e non contiene fattori di alto rischio come titoli russi». «Quello della Raiffeisenbank è anche consigliabile - aggiungono - perché la banca austriaca è da tempo radicata nel territorio e ha una buona conoscenza dell'economia in Europa dell'Est». Questi fondi investono soprattutto in Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, in alcuni casi in Russia, e in misura molto minore negli altri paesi. Unicredito, che ha una strategia di investimenti e una presenza sul territorio molto simile a quella di Kbc e Erst Bank, possiede 1*8,2 per cento del bilancio complessivo degh istituti stranien, per un totale di 17,3 miliardi di euro. In Polonia controlla il 53,04 per cento della maggiore banca polacca, la Pakao, e ha diverse consociate in Bulgaria e Croazia. «Per orientarsi negli investimenti - ci dice John Pollen, responsabile per i fondi in Europa dell'Est per Pioneer Invest¬ ment, che gestisce i fondi per Unicredito - la prima cosa è rivolgersi a un financial advisor specializzato nell'Europa dell'Est. E poi, se posso dare vm consiglio, la cosa migliore in questo momento è comprare Unit Trust o Mutual Fund». Internet è sempre un buon punto di partenza, e le pagine di Pioneer o J.P Morgan, alla sezione Investement Funds divisa per aree geografiche, possono dare indicazioni e suggerimenti utili. «Noi ad esempio dice il rappresentante di Pioneer - diamo la possibilità sia di investire in fondi che comprendono, oltre all'Est Europa, mercati più difficih come la Turchia o Israele, sia di concentrarci esclusivamente sull'Est Europa, in particolare Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria». Il fondo Eastem European Equity A, ad esempio, propone un portafoglio di titoli farmaceutici, energetici e finanziari che è composto per il 670Zo da azioni dell'Est Europa. Per quanto riguarda i rischi, dice ancora Pollen «chi vuole rischiare di più deve esporsi in ■Russia, perché sono in corso cambiamenti strutturali di cui il mercato dei capitali beneficerà senz'altro, mentre ad esempio in Turchia c'è ancora troppa volatilità, e dunque gli investimenti sono più difficih». Rispetto a Russia e Turchia, «L'Europa dell'Est è molto più sicura, e per il singolo risparmiatore , soprattutto in questo momento, costituisce un punto di riferimento essenziale». Da tenere presente, in ogni caso, l'impatto che hanno su questi mercati gli eventi macroeconomici. «Adesso, per esempio - osserva John Pollen - un fattore determinante per capire il futuro di questo genere di investimenti è l'evoluzione dei prezzi del petrolio». Se la situazione si stabilizzerà, allora sarà più facile investire in questi mercati. [f. s.J
Persone citate: Erste Bank, Feri, J.p Morgan, John Pollen, Pollen
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