Scarpini, l'arte sublime di conversare con Bach
Scarpini, l'arte sublime di conversare con Bach Scarpini, l'arte sublime di conversare con Bach Sandra Cappelletto AVVICINARSI attraverso il colore del pianoforte siila vera essenza del lavoro e afferrare il pensiero dì Bach nella sua forma più pura per mezzo dì una sonorità indifferenziata e quasi astratta": una seria iniziativa editoriale riporta alla nostra attenzione il magistero di Pietro Scarpini (1911-1997), qui interprete de L'arte della fuga, estremo, incompiuto capolavoro dì Johann Sebastian Bach, dolcissimo monumento dì diciotto "contrappunti" costruiti e sviluppati a partire da un unico tema, che mentre si modifica rimane se stesso, immagine invisibile di continuità e dì metamorfosi, "come un'idea madre, come - in una sola parola - una fede", scrive Scarpini. Come una geometria nata anche a scopi didattici e diventata poesìa. Il pianista fiorentino - sconosciuto all'ultima generazione per i lunghi anni dì isolamento e dì malattia che hanno preceduto la scomparsa - ha avuto un ruolo fondamentale per la diffusione nel nostro paese (e non solo) dì tanta musica del Novecento, italiano ed europeo: da Dallapiccola a Prokofiev, da Janacek a Skijabin, a Schoenberg, ali amato Busoni. La sua avventura interpretativa, la consuetudine con tanti compositori, l'eleganza fragile dì una personalità acuta ed emotiva è raccontata con precisione dì notizie, affettuosa intelligenza critica, graffio polemico quando serve, da Leonardo Pinzanti nel volume dì cinquantatré pagine che accompagna l'elegante pubblicazione del doppio compact-disc, corredato anche dalle riflessioni dello stesso Scarpini scritte in occasione dì un concerto tenuto agh Amici della Musica dì Firenze nel 1955: attualissime! Come è lontana questa lettura, dove talvolta l'idea prevale sulla varietà del tocco, dall'intenzione oggi dominante, tutta muscoli e virtuosismo, gran botte date dì corsa sulla tastiera o sulle corde. Qui Bach sembra conversare con Leibniz, ma senza pompe, nel salotto dì casa, divertirsi "in Stylo francese", far lezione ai figli. E nell'ultima, non finita, bruscamente interrotta "Fuga a 3 soggetti e 4 voci", decollare come un satellite spedito oltre ogni frontiera, lì dove la musica perde ogni materialità e rimane pura, "quasi astratta" idea che commuove. La registrazione, effettuata in uno studio privato, risale al 1976; lo strumento scelto è un Bechstein, più intenso che brillante, più profondo e risonante che smaltato dì suono: tutto toma. J.S. Bach L'arte della fuga pianista Pietro Scarpini cofanetto di 2 ed con libro 35 euro Ed. Polistampa. tei. 055-2337702 - www.polistampa.com
Luoghi citati: Firenze
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