Ci vuole la bontà di una donna per salvare a vita di coppia di Raffaella Silipo

Ci vuole la bontà di una donna per salvare a vita di coppia Ci vuole la bontà di una donna per salvare a vita di coppia Lina Sotis Raffaella Silipo IL divertimento era la sfida: trovar qualcosa dì buono in tutti». In una metropoli intemazionale piena dì cinismo e donne troppo magre ed eleganti, qualcuno dedde di rompere le convenzioni e credere nella bontà. Perchè se «ì buoni sono noiosi» come dice Lei, d cattivi lo sono di più» risponde Lui. A me piace quella lì è un romanzo-pamphlet. Più che una storia d'amore, untrattatello sull'amore contemporaneo, i suoi limiti, le sue contraddizioni, la sua esistenza nonostante tutto. Se, appunto, si crede in quella merce rarissima che è la bontà. Perchè Lina Sotis ci crede. Alla bontà e alla fiaba di Cenerentola. Tant'è vero che dedica il libro «a una coppia che sembra aver inventato l'amore». La vera sfida dell'«antì Cenerentola» Maddalena e del suo Principe Azzurro senza nome (dì luì sappiamo solo che è perfetto e che il suo mestiere sono ì cartoni animati) è «im amore tutto da inventare». Qualcosa di diverso dall'uso comune in cui «sentimento ed erotismo sono secondari, l'importante è piacere e soprattutto avere la riprova che si può piacere, provare agli altri e a se stessi che sì riesce». In un mondo in cui prevalgono le prove di forza, la paffuta Maddalena d chiama fuori. E' diversa. Non vuol esercitare fascino o potere, vuole ridere. Per questo luì la sceglie, la vuole, la ama: «Mentre il mondo vìveva in un modo, Maddalena e luì vìvevano in un altro. Era un accordo tacito: aveva iniziato lui, continuava allegramente lei... insieme erano qualcosa di non banale, forte, diverso». Intorno a questa coppia anomala c'è im panorama tratteggiato con mano sicura di chi osserva da anni i suoi simili senza farsi troppe illusioni. Notazioni fulmìneee: «Le donne, su un nome, a tutte le età, costruiscono castelli». «La sociologa in gonna corta per ribadire con le sue gambe brutte che in una studiosa si guarda il cervello, non le gambe». «Ha paura del primo incontro, anzi del secondo, forse del terzo». «Aspettare la telefonata di uno che piace è già noioso, ma accorgersi di aspettare anche la telefonata di uno che non piace è iimi1iant.fi» A ben guardare, la teoria della Sotis è molto cattolica: la coppia riusdta ha un dovere nei controntì del mondo, quello di testimoniare che l'amore è possibile. Perchè «ci sono coppie di ogni tipo, unite da misteriosi giri interiori o evidenti patrimoni esteriori... Capita ogni tanto però, ed è un ricordo che nessuno può dimenticare, dì incontrare una coppia speciale, avvolta dì luce particolare: sono le coppie che hanno inventato l'amore, non lo repheano, non lo fingono, ma ne sono avvolte e ne avvolgono chi lì circonda». Come finisce la favola? Vivono tutti più o meno felici e contenti, soprattutto il principe azzurro che, definitivamente, esìste «ma non è importante quanto le ragazze insignificanti die hanno delle idee: il mondo è in mano alle donne normali». Solita vittoria dei Buoni sui Cattivi? Non poi così solita, no. Infondo, ammonisce la Sotis, bisogna «fare molta attenzione alla bontà, dosarla. Perchè, come scrissero in tanti, ma sanno in troppo pochi, quando è implacabile diventa crudele». Lina Sotis Lina Sotis A me piace quella lì Rizzoli pp.189.ei4 ROMANZO

Persone citate: Lina Sotis, Sotis