John Grisham: poco giallo, ma tanto stupendo Mississippi di Piero Soria

John Grisham: poco giallo, ma tanto stupendo Mississippi John Grisham: poco giallo, ma tanto stupendo Mississippi Piero Soria Ef stato bistrattato. Forse perché non d sono sod rapaci e giudid asserviti alle multinazionali. 0 fors'anche perché - d mormora - questa storia sarebbe usdta da un cassetto in cui giaceva negletta da tempo, tirata fiiori solo per rimpolpare u catdogo fortunato di un autore in crisi d'identità, saturo di legd thriller e degli ormai stantii balletti dei suoi eroi. Noia, in sostanza E il tentativo (md riusdto) di tirare il fiato prima di rigettard nella routine miliardaria. Niente di più falso. L'ultimo giurato (d solito nell'elegantissima tradudone di Tullio Dobner) è invece un piccolo gioiello. D'accordo: c'è poco giallo; scarso mistero. L'enigma sdolto nd finde non lascia privi di fiato. Ma vivaddio - c'è un grande racconto, immenso di cose e personaggi. Un Missisdppi straordinario, lento, vagamente primitivo, razzista, più dipinto che scritto, immagini, suoni e parole usdte da una tavolozza, John Grisham a mescolare nei colori l'anima e i volti di un Sud dd fascino antico, agreste nei cuori e nei destim, un filo sottile a tenere unite mille storie: le finestre assolate del Ford County lY'mes, settimande spedalizzato in necrologi vibranti, pigramente affaedate sulla piazza di Clanton, una sonnacchiosa cittadina di una ancor più sonnacchiosa contea della provincia più profonda, dove «morire dignitosamente è un aspetto importante del vivere, tanto per i bianchi quanto per i neri» e dove essere ricchi di famiglia non va confuso con la ricchezza vera e propria perché è uno status sodde che non ha mente a che fare col denaro, proprio di chiunque sia bianco ed abbia ricevuto un'educadone oltre il liceo, sia nato in una villa col portico e da stato cresciuto da una tata nera di nome Besde o Pearl. Succede dunque che all'indo degli anni '70 uno (fi questi «privilegiati». Miss Emma Caudle, novantatrè anni, da tempo relegata a letto in una modesta casa per anziani, ex benestante in terre e dollari, assd decaduta maancora proprietaria ed editrice del suddetto Ford County Times, direttore il figlio Wilson ultrasettantenne, una placca nella testa ricordo della Prima guerra mondiale spostatasi però all'indomani della Seconda, riceva l'inevitabile ingiunzione di fallimento; troppi debiti, alla testa dei creditori una cartiera di Memphis, banche varie e numerosi fornitori da mesi incapad di incassare un centesimo. Succede anche che un giovane novellino di redazione, il simpatico Willie Trainor (studi di giornalismo tra una sbornia e l'altra, voti mediocri, ma BeeBee, una nonna piena di soldi, a fornirgli risorse) rilevi la testata con la successiva e immediata «fortuna» di un delitto orribile (una giovane madre assassinata da uno stupratore sotto gli occhi dei figlioletti) a terrorizzare la comunità trasformando subito in copie l'investimento. Ad essere accusato è Danny Padgitt, membro di un famigerato clan familiare che da generadoni traffica rapina uedde dettando la sualegge da un bajou fangoso, sorta di endave sacra di acqua e terra, che nessun sceriffo (nemmeno quel- li non a libro paga) ha md osato violare. Parte di qua il racconto mirabile, per ritratti, di nove anni lenti, sudati e alcolici. Di un mondo a parte che assicura all'ergastolo quello che ritiene un assassino feroce ma die poi lo libera alla chetichdla dopo otto stapom di carcere beve come il fruscio del vento tra i sicomori lasciando campo libero a una vendetta silente, misteriosa che elimina ad uno ad uno i giurati s chieratisi a favore della condanna. Una pinacoteca di volti tracciati con maestria e penna intinta in grande inchiostro: dagli Hocutt, splendidi quanto squilibrati padroni di casa di Willie («il figlio Max quando mi aveva affittato 1 appartamento aveva 81 anni, le gemelle Wilma e Gilma 77 e Melberta, la piccola, 73 ed era completamente fuori di testa) d Ruffin, neri colti e segregati, messi in riga dalla eburnea e grassissima Miss Callie, bella madre e cuoca, forte caedatrice di refiid di necrologi. E poi avvocati, sindaci, gente comune, preti dì mille chiese: l'affascinante popolo del vecchio delta osservato quad con stupore da un uomo del Mississippi tornato finalmente a casa. BOTSWANAGIRLS Dopo le divertenti Lacrime della giraffa, toma la signora Precious Ramotswe, strabordante investigatrice nera di mezza età, titolare dell'unica agenzia del Botswana, («più che scovare assassini, risolviamo i problemi della gente») da sempre fidanzata con l'assai onesto signor JLB Matekoni, meccanico di vaglia, questa volta però vittima di un esaurimento nervoso così misterioso da renderlo insensibile all'amore ed al futuro, che si tratti della sposa promessa o della sua diletta Speedy Motors di Tlokweng road. Alexander McCall Smith in Morale e belle ragazze (Guanda, pp. 236, e 14.50, ottima traduzione di Stefania Bertela) riprende esattamente da dove si era fermato nel romanzo precedente, con un'unica grande novità: la valorizzazione della signorina Makutsi, diplomata alla scuoia per segretarie con novantasette su cento, già nominata assistente detective, ed ora - a causa del malessere del signor JLB Matekoni - insignita anche della carica di direttore esecutivo nell'officina meccanica abbandonata all'ignavia di due giovani apprendisti che, al fascino dei pistoni, antepongono di gran lunga la passione per le curve delle signorine. Anche in questo caso la vena gialla è impalpabile (tre piccoli casi da risolvere: l'identità di un bimbo che "sa" di leone; la moralità delle quattro finaliste al titolo di Miss Bellezza e Integrità e un tentato avvelenamento). Ciò che invece ammalia è l'africanità del racconto: orizzonti e personaggi difficili da dimenticare, [p.sor.] John Grisham L'ultimo giurato trad. di Tullio Dobner Mondadori, pp. 372, «78.60 ROMANZO

Luoghi citati: Botswana, Memphis