Tre mesi e via Artom 99 sarà ridotto in briciole di Emanuela Minucci

Tre mesi e via Artom 99 sarà ridotto in briciole A META OTTOBRE COMINCERÀ L'ABBATTIMENTO DEL PALAZZO-SIMBOLO Tre mesi e via Artom 99 sarà ridotto in briciole Una gigantesca pinza radiocomandata aggredirà l'edificio non saranno utilizzati esplosivi e non verrà evacuata la zona Emanuela Minucci La pinza idraulica comincerà ad addentare la torta a nove piani alla fine di ottobre. L'ultimo pasto, consumato fra polvere e macerie, è previsto tre mesi dopo: gennaio 2005. Per quella data, del palazzo di via Artom 99 non ci saranno che briciole. Un abbattimento senza il disagio legato all'evacuazione di mezzo quartiere. Il fiero pasto delle ruspe costerà al Comune 750 mila euro. E così, anche per il «gemello» di via Fratelli Garrone 73/11 è scoccato il conto alla rovescia. Per questo secondo simbolo di una crescita urbana tumultuosa, all'ombra della Grande Fabbrica, però, la fine sarà lenta, consumata ad un ritmo inversamente proporzionale a quello con cui venne costruito. Non ci sarà più nessuno, fra i residenti di questo palazzo alto 40 metri con la vista sulle aiuole infinite di Parco Colonnetti, che dirà: «E' strano seppellire in trenta secondi trent'anni di vita felice». Perchè la divisione Periferie del Comune, diretta 'dall'assessore Roberto 'raéétìeb1 ha deciso che via Artom 99 non cadrà più sotto i colpi di ima violenta esplosione: «Non era possibile dal punto di vista tecnico, replicare l'esperienza di via Fratelli Garrone ha spiegato ieri al fianco del presidente di Mirafiori Maurizio Trombotto - avrebbe comportato costi" eccessivi, e avremmo dovuto chiudere troppe strade alle auto e intervenire anche sul Comune di Nichelino. Inoltre non volevamo arrecare ai cittadini il disagio di una seconda evacuazione». Così la decisione di intervenire con una mega-pinza idraulica radiocomandata del peso di oltre 100 tonnellate che arriverà a Torino con tanto di scorta (eoa come accadde per le «talpe» che stanno costruendo il tunnel per il metrò): «Per la fascia alta del palazzo hanno spiegato gli ingegneri responsabili della demolizione - fra i 23 e i 36 metri di altezza, sarà utilizzato un escavatore dotato di un lungo braccio di demolizione e una pinza idraulica montata su una gru telescopica in grado di tagliare il cemento. Nella seconda fascia, fra 113 e i 23 metri, saranno impiegati anche escavatori cingolati. Nella fascia più bassa, infine, si utilizzeranno soltanto gli escavatori con pinze e frantumatori». La complessa opera di demolizione - assicura l'equipe - verrà realizzata «con il silenziatore», in modo tale da disturbare il meno possibile gh inquilini del quartiere. «Ad oggi - ha aggiunto Tricarico risultano ancora occupati 40 alloggi sui 120 totali. Dieci si libereranno in questi giorni, venti famiglie hanno già scelto la loro nuova destinazione e traslocheranno entro luglio, e le restanti 10 sceglieranno la loro futura casa la prossima settimana. A metà settembre l'edificio sarà completamente vuoto». A far da sfondo alla conferenza stampa di ieri, le belle immagini, in anteprima del film di Alberto Signetto «Óvicogan,cne73» che verrà proiettato giovedì 24 giugno alla presenza del sindaco Cmamparino al cinema Massimo alle ore 11 (perinformazioni telefonare nei giorni feriali 011/443.50.50). Al posto dei vecchi edifici-simbolo della Torino da boom economico, una nuova, grande piazza cen-: trale con tanto di teatro all'aperto, giochi d'acqua e terrazze verdi. A collegare il futuro fulcro del quartiere con un Parco Colonnetti completamente riqualificato un cavalcavia ciclo-pedonale che s'affaccerà su una via Artom parzialmente ribassata. Il palazzone che negli Anni Sessanta fu edificato per assorbire l'urto delia Grande Immigrazione

Persone citate: Alberto Signetto, Colonnetti, Maurizio Trombotto, Parco Colonnetti, Tricarico

Luoghi citati: Comune Di Nichelino, Meta, Torino