Il ministero: esame regolare di Francesca Paci

Il ministero: esame regolare GLI AIUTI VIA INTERNET Al MATURANDI: NON C'È VIOLAZIONE DI SEGRETO D'UFFICIO Il ministero: esame regolare La polizia postale: solo intuizioni fortunate Francesca Paci ROMA Chi ha violato la zona rossa dell'esame di maturità? Internet, sostengono gli studenti e rilanciano la sfida annunciando per domani sera le tracce della terza prova, in largo anticipo rispetto al fischio d'inizio. Nessuno, replicano i tutori della legalità, solerti nel ribadire che .quest'anno è andato tutto «secondo le regole». Anzi aggiungono, ancora meglio degli anni precedenti, quando pure qualche furbo con il telefonino nascosto tra le pagine del vocabolario era stato sorpreso in flagrante irregolarità. Hanno vinto gli hacker o i poliziotti? Come all'alba delle elezioni politiche, non trovi uno disposto ad ammettere la propria sconfìtta. Il ministero della Pubblica Istruzione e i maturandi sono impegnati in un test parallelo a quello per il diploma. In ballo c'è l'esame stesso, che gli studenti vogliono dimostrare «una burletta» e i responsabili istituzionali difendono con ostinazione. Magari saranno semplici leggende metropolitane, eppure, alla fine, il dubbio che qualche abile figlio del cyberspazio abbia davvero messo le mani sui titoli dei temi d'italiano e la versione di Platone s'insinua anche nello schieramento avversario. «La nostra responsabilità termina con la lettura delle tracce», spiega Claudio Caroselli, vicedirettore del dipartimento di polizia postale, incaricato di sorvegliare l'eventuale fuga di notizie. Allora, a un minuto dalla dettatura del testo d'esame, decade la possibilità della violazione di segreto d'ufficio, reato perseguibile dall'autorità giudiziaria. E dopo? Mistero. Perché Caroselli ha ragione nel dire che «le notizie apparse in Rete martedì 15 giugno, alla vigilia della prima prova, sono il frutto d'intuizioni più o meno fortunate». I suoi uomini hanno monitorato oltre 40 siti Internet e conoscono la materia: in alcuni forum studenteschi veniva nominato Montale per esempio, ma mancava l'indicazione precisa della poesia da commentare. Un specie di roulette tiran¬ do a indovinare le intenzioni dei professori. Eppure, il 16 mattina, venti minuti dopo l'apertura delle buste sigillate con dentro la possibilità di scegliere tra l'ermetismo poetico, i due volti e le ambivalenze del Novecento, l'amicizia o la costituzione democratica per la federazione europea, il web aveva già rivelato il segreto. Se l'informazione è uscita dalla scuola, è lecito pensare che da qualche parte sia entrata? In pratica: come il problema appare online quasi in tempo reale, la soluzione può arrivare sui banchi. Claudio Caroselli glissa: «Ammetto la domanda, siamo stati tutti ragazzi e sappiamo cosa può fare l'ingegno. Rispondo solo della mia competenza: alla lettura delle tracce nessuno sapeva ancora nulla». Tutto a norma di legge insomma. La prossima sessione avrà la medesima sorveglianza. Il ministero conferma la versione della polizia postale: il sistema di sicurezza ha funzionato. Il responsabile del settore telematico della Pubblica Istruzione, Alessandro Musumeci, è soddisfatto: «In base alle no- stre informative non ci sono state violazioni. Abbiamo chiesto ai candidati dì consegnare i cellulari, l'hanno fatto». E la fu^a di notìzie su Internet pochi minuti dopo l'inìzio dell'esame? «Evidente: da qualche parte la voce è passata. Ma non ci sono solo le nuove tecnologie, basta che un ragazzo lanci dalla finestra aperta il foglio appallottolato con il testo del quesito e il gioco è fatto». Messa in questi termini, non c'è battaglia. Anche perché la fantasia va moltiphcata per 490 mila maturandi. Il ministro Letìzia Moratti aveva suggerito di liberare «la creatività». Gli studenti hanno obbedito con diligenza. La Rete, d'accordo. Ma anche gli stratagemmi storici utilizzati dai nonni quando l'unico telefono disponibile andava a gettoni. Bigliettini attaccati sotto i lavandini del bagno, teoremi nascosti nei calzini, l'esercizio di matematica issato dalle finestre con l'amo da pesca. Un aspirante ragioniere dì Como è stato addirittura sorpreso: fuori dalla scuola durante il'tema d'italiano: era sgattaiolato via dopo aver chiesto pressantemente di andare alla toilette. Immediata l'espulsione nonostante la scusa brillante: «Ero uscito per comprare una penna in cartoleria». Nella sfida alla zona rossa dell'esame dì maturità vìnce chi coglie l'avversario in fallo. Controllati o controllori? Staremo a vedere: lunedi c'è la terza verifica, quella che imo studente su due considera la più difficile. Per ora, l'unico errore certo è il refuso nel testo della versione latina dì Platone. Il Codacons, l'associazione dei consumatori, ha dato quaran tott'ore dì tempo al ministerd per emanare una circolare che assegni a tutti i maturandi del liceo classico il voto massima per quella prova, ossia 15 pun-l ti. Su Internet la distrazione umana non era prevedibile. Nessuna anticipazione via Internet ma i suggerimenti dalla Rete sono arrivati in tempo reale durante le prove

Persone citate: Alessandro Musumeci, Caroselli, Claudio Caroselli, Letìzia Moratti, Montale, Platone

Luoghi citati: Como, Roma