Ago della bilancia in 18 sfide al Nord di Gigi Padovani

Ago della bilancia in 18 sfide al Nord Ago della bilancia in 18 sfide al Nord Il Carroccio decisivo a Milano, Bergamo, Biella e nel Veneto analisi Gigi Padovani QUINDICI Province su ventidue e tre Comuni capoluogo su sei: nella maggioranza dei ballottaggi che si svolgeranno il 26 e 27, la Lega è determinante per il risultato finale. In queste 18 amministrazioni a rischiare sono soprattutto giunte di centrodestra, una ventina, contro le cinque di centrosinistra. La scelta che prese Bossi, prima della malattia, di far scendere in campo i suoi parlamentari e amministratori come candidati solitari ha permesso di nuovo al Carroccio di giocare da protagonista la disfida elettorale, facendo ora pesare il patrimonio di consensi conquistato al primo turno. Fra due settimane si vota per 22 presidenti di Provincia - gli uscenti sono 15 di centrodestra e 7 di centrosinistra - e per sei sindaci di città capoluogo: le uliviste Biella, Firenze e Vercelli e le poliste Arezzo, Bergamo e Foggia. Le due realtà sulle quali sono puntati gli occhi di tutti sono il capoluogo toscano, dove il sindaco uscente diessino Domenici dovrebbe vincere a mani basse raccoghendo i consensi della sinistra radicale - che al primo turno aveva votato Ornella De Zordo -, e la Provincia di Milano, con la sfida tra l'ulivista Filippo Penati (ha ottenuto il 43,30Zo) e Ombretta Colli (parte dal 37,20Zo). AMilano l'assessore regionale lumbard Massimo Zanelle porta alla presidente uscente un 8,6 per cento, che potrebbe però non bastarle per vincere. MaalNordsono assai interessanti anche Biella e Bergamo, le uniche in cui si voterà sia per la Provincia sia per il Comune: nella città piemontese rischia il centrosinistra, in quella lombarda il centrodestra. La Lega è quindi «ago della bilancia», come titolava la Padania, in quasi tutto il Nord e si presenta con un patrimonio di voti consistente, che ieri il Comitato federale ha messo (teoricamente) a disposizione dei candidati della Casa delle libertà al ballottaggio. Si vedrà poi se gli elettori leghisti accetteranno di votare per un fordsta. E soprattutto conterà al partecipazione al voto: nei ballottaggi è molto più bassa. Al primo turno il Cairoccio ha presentato candidati che hanno ottenuto, specie nelle provinciali, risultati lusinghieri: al top ci sono i parlamentari Giacomo Stucchi (a Bergamo ha una «dote» del 21,9DZo da ofinre a Valerio Bettoni, che parte intesta dal 35,2^0) e Ugo Parolo, che a Lecco offre il suo 20,7,}4 per battere l'amministrazione ulivista uscente. A Cremona il patrimonio leghista è del 12,4 96, mentre a Piacenza (ma con altre liste) arriva all'8,1%. In Veneto la Lega ha presentato come candidati i suoi consiglieri regionali, e così Maurizio Conte a Padova (con solo l'8,S^) e Flavio Tosi a Verona (13,1) potrebbero consentire rispettivamente a Casarin e Mosele di vincere la presidenza della Provincia. A Belluno l'ex deputato Paolo Bampo porta il 7,1 % e il Polo parte svantaggiato rispetto all'amministrazione uscente ulivista, mentre Fon. Edouard Ballaman in Friub offre un sonoro 15,7 alla Gasa delle libertà. In Piemonte, le percentuali del Carroccio sono vicine al died per cento: il sindaco di Baveno Paolo Marehioni si è fermato all'I 1,1 nel Verbano-Cusio-Ossola, il sindaco di Borgomanero, Maria Piera Pastore, ha conquistato il 10,3 l}4 per la Provincia di Novara, mentre Roberto Simonetti - a Biella - ha un 7,6 "ft di partenza. Un caso a parte è Sondrio, dove il senatore leghista Fiorello Provera va al ballottaggio con un 28,3 per cento contro il presidente uscente Eugenio Tarabini, sostenuto dai Popolari retici (formazione inventata da lui), da Forza Italia e An. Meno rilevante il ruolo della Lega per i sindaci: Francesco Borasio a Vercelli ha il lO^/i, Silvano Rey~^ ^el)^ .paiate, da,!!^ njodèsto 5,3,'che però poixebbe bastare al ((ribaltone» in favore di Mello Bella, e infine la parlamentare (LuPJana Frosio Roncalli a Bergamo mette sul piatto il suo 11,4 per Veneziani contro il candidato ulivista uscito vincente al primo turno. Nel maggioritario a doppio turno eontano molto le alleanze, come dimostrano i risultati e il braccio di ferro durato due giorni sugli apparentamenti della Lega. E in un'analisi del voto condotta daU'Istituto Cattaneo di Bologna, preparato da Salvatore Vassallo, è stato messo a confronto il voto per i presidenti di Provincia nelle 63 amministrazioni al rinnovo con quebo per le Europee (tabella in alto). Lo studio dimostra che il centro-sinistra, pur pareggiando per Strasburgo con la maggioranza di governo, ha conquistato quasi tutte le presidenze. Secondo Vassallo, per tre ragioni: perché sui candidati ulivisti «sono confluiti gli elettorati di tutti i partiti della coalizione» e hanno un 5 per cento aggiuntivo; oltre alle divisioni del centrodestra, gli elettori che non hanno più votato per Berlusconi «sono stati intercettati solo in parte da An e Udc; infine il «valore aggiunto dei singoli candidati alla presidenza» è stato inferiore nel centrodestra. Ombretta Colli (Forza Italia) Filippo Penati (centrosinistra)