Mammariccio vuole un ciuccio

Mammariccio vuole un ciuccio Mammariccio vuole un ciuccio Il ciuccio era lì, sul davanzale. Una vista allettante, per occhi e orecchie di Mammariccio. Da quando il suo piccolo aveva iniziato a mettere i primi aculei non faceva che piangere. Gh aveva cantato ninna nanne, preparato latte tiepido, l'aveva cullato, tra una carezza pungente e l'altra. Riccetto continuava a strillare. Da qualche anno abitavano vicino alla casa delle due bimbe e Mammariccio aveva subito intuito la funzione del ciuccio. Greta piangeva e oplà, il ciuccio tappava le grida. Poi Greta era cresciuta (forse le erano spuntati tutti gh aculei, aveva pensato Mammariccio) e l'aveva abbandonato. Era arrivata però la sorella Anita, che piangeva e, tap, ecco il ciuccio. Le lacrime svanivano in fretta. Quel miracoloso oggettino umano doveva essere suo, ma Anita non lo mollava mai. Fino a quel pomeriggio. Mammariccio corse pm veloce di un coniglio e lo prese. Poi si sentì in colpa e lasciò un biglietto: «Sono la Fatina del Ciuccio, l'ho portato nel Regno dei Succhiotti». Poi tornò alla tana. Quella notte Riccetto dormì tranquillo. La mattina: «Fatinaaa - chiamava Anita mi riporti il ciuccio?». E la sorella Greta: «Sei sicura che le fate esistano? Secondo me è un'invenzione della mamma». A Mammariccio si strinse il cuore, e troppo timida per mostrarsi, quella sera posò un biglietto sul davanzale: «Sono la vostra vicina di tana. Ho preso il tuo ciuccio, Anita, per darlo al mio piccolo riccio che piange sempre. Ora finalmente dorme, posso tenerlo?». Anita ci pensò su: «Preferisco che lo tenga un riccio piuttosto che ima fata dispettosa». Gridò: «Ricciooo, ti regalo il ciucciooo, ma attento alle fateee». Ad Anita, 2 anni e mezzo e Greta, 4 anni. Pino Torinese GGarberoglio@Lu- ero.it (se vuoi dedicare una storia al tuo bambino scrivici) l'aftgdlOtJÌ Giorgia

Luoghi citati: Mammariccio, Pino Torinese