L'abbraccio di Cassano non cancella la tensione

L'abbraccio di Cassano non cancella la tensione IL «FATTACCIO» ERA NOTO MA NEL CLAN AZZURRO TUTTI SPERAVANO CHE RIMANESSE ALL'INTERNO DELLO SPOGLIATOIO L'abbraccio di Cassano non cancella la tensione Tetti tace e nella partitella è un fantasma: oggi proverà a chiedere scusa Giancarlo Laurenzi inviato a LISBONA «Non mi ricordo, in novanta minuti si fanno tante cose». Totti fin^e di cadere dalle nuvole, quando il federale di turno gli bussa in camera, ansimante, per infoijnar- 10 del terremoto. L'aveva già avvisato Vito Scala, il preparatore atletico che lo segue anche alla Roma. Da Picasso a lama italiano, il passo da gambero gh corrode il morale, e diventa un dettaglio conoscere quah scarpini e calzini ci siano alle zampe del gambero. 11 Pupone sapeva, rammentava ogni dettaglio ma sperava nel! oblio, già due giorni di silenzio erano passati dopo la partita contro la Danimarca e l'infelice uscita di senno. Invece dagh scranni di qualche informatore scandinavo parte la soffiata e da lì il finimondo. Adesso è più chiaro che cosa volessero gli azzurri da Totti, nelle agitate riunioni post-partita e ancora martedì, prima e dopo gh inutili colloqui dei capi tribù con Trapattoni. Cannavaro, Gattuso, Nesta, infine Buffon: tutti avevano visto la reazione da coatto e valutato i rischi di quel gesto. «Attento a queste folhe, che puoi rovinare te e noi*. Gh azzurri speravano che la brutta storia fosse passata in cavalleria perchè mezz'ora dopo la partita Jens Bangsbo, vice allenatore danese e fino a maggio secóndo di Lippi alla Juventus, era entrato nello spoghatoio azzurro per abbracciare i bianconeri d'Italia e scambiarsi oltre ai saluti le magliette. Da Bangsbo nessun accenno al «casus belli», solo sorrisi e pacche sulle spalle. Così Totti e molti seguaci hanno tirato un sospiro di sollievo: «Non accadrà nulla, è acqua passata e l'arbitro non s'è accorto di nulla». Di vero c'era solo la parte relativa all'arbitro, giudicato dall' Uefa il peggiore di tutto il primo turno. Sul resto, invece, il peggio doveva ancora venire. Mentre la Federazione brancolava nel vuoto, i giocatori venivano informati attraverso la sohta sequenza di messaggi sui telefonini piovuti dall'esterno, uno tira l'altro, e presto la vicenda diventava di dominio pubblico anche alle reggia del «P estana Palace». Totti sentiva franare la terra sotto i piedi, nessuno aveva il coraggio di nascondergli la verità: nella mighore delle ipotesi avrebbe rivisto il campo in semifinale. Tra i problemi anche la recidività: l'Uefa lo ha già squalificato per la rissa di Champions con il Galatasaray (tre turni ridotti in appello a due) e per il gesto di reazione su Keown in Arsenal-Roma (una gomitata mai giunta a bersaglio), che costò l'espulsione ad Highbury e la successiva giornata di squalifica. Per questo il corteo di legali che lo accompagnerà oggi all'Hotel Meridien, sede della Commissione Disciplinare delTUefa, lo ha pregato di seguire l'unico iter dialettico possibile per uscire dalla melma. Totti ha annuito, obbedirà. In sintesi: «Chiedo scusa a tutta Europa per il mio gesto inqualificabile. E' stata una follia, avevo perso la testa. Non cerco alibi, ma lui mi ha provocato dal primo minuto». Ieri pomeriggio, prima di trasferirsi dall'albergo al campo del Belenenses, Totti ha parlato al telefono con Ilary, mamma Fiorella e i vertici della Roma: l'amministratore delegato Rosella Sensi e il direttore sportivo Baldini. Franco Sensi, nel frattempo, tuonava i suoi strali verso i giustizialisti e i moralisti di ogni latitudine: «Vedo che non si è perso tempo per metterlo alla gogna, probabilmente per colpire anche la Roma. Ebbene, si sappia che la Roma e Roma non abbandoneranno Totti in un momento del genere. Altri Palloni d'Oro si sono comportati male, prima di vincere quel trofeo». Un riferimento a Zidane. Totti si è allenato di malavoglia, nell'unica seduta prevista da Trapattoni dopo l'annullamento di quella mattutina, ufficialmente per studiare la Svezia al videotape. E quando Trap ha scelto le formazioni per la partitella a metà campo, con il cuore a pezzi ha consegnato a Cassano la casacchina per giocare accanto a Vieri e Del Fiero, di regola proprietà esclusiva del Pupone. Cassano ha capito e alla prima occasione s'è avvicinato al suo capitano, appoggiandogli la testa sulle spalle, da gattino affettuoso, prima di chiudere il cerchio della fusa con un abbraccio delicato. Della partitella, Totti s'è disinteressato, muovendosi ai margini del giocò sen- za che un'anima trovasse il coraggio di incitarlo, in distonia con Del Piero che saltellava come un pillo sull'erba. Così, appena il et lafischiatolafine, Tottiha sveltito il passo per lasciarsi inghiottire dalle scale. Vito Scala, che lo seguiva, ne ha interpretato il pensiero, e il ritornello rubato a Jovanotti era la sintesi dello stato d'animo del leader azzurro che non vuole finire al tappeto: «Io penso positivo, perché son vivo, perché son vivo». Totti è vivo, ma distrutto. Oggi vedrà la squadra partire per Oporto senza di lui, che raggiungerà i compagni in macchina. Spera nella clemenza della corte ma è consapevole che la sua immagine uscirà comunque a pezzi. Il suo clan casareccio ha faticato a mettere insieme due sponsor degni del talento (Nike e Pepsi-Cola) e adesso teme di perdere le fila del discorso, anche se la casa d'abbi- funento sportivo è pronta a cutere il rinnovo del contratto, spingendosi fino a 700 mila euro annuali per i prossimi quattro anni. Il Real e Berlusconi, invece, continueranno la corte, sperando vanamente che lo sputo tagli il prezzo. Di Totti, l'unico taglio sicuro sono le treccine. Scomparse improvvisamente dalla criniera del Pupone, sciagurato amuleto. Il giallorosso è recidivo per i precedenti di Champions League Sensi: «Vedo che non si è perso tempo nel metterlo alla gogna, non lo abbandoneremo» Problemi con gli sponsor Cassano durante una pausa dell'allenamento tenta di consolare Totti sul quale oggi si abbatteranno i fulmini dell'Uefa

Luoghi citati: Danimarca, Europa, Highbury, Italia, Lisbona, Roma, Svezia