«Ritornerò a fare il medico all'AsI»

«Ritornerò a fare il medico all'AsI» «Ritornerò a fare il medico all'AsI» L'unico rimpianto: avrei dovuto fare piazza Cavour in cotto personaggio HHHV9HHBHBBI DOPO 9 anni Gabriele Bagnasco lascia ' da vincitore la Eoltrona da sindaco, che solo la igge è riuscita a soffiargli. La sua pupilla, Mariapia Massa, contro ogni immaginazione, ha spopolato persino ai Cappuccini, al Cervetto, in quella benedetta via Canton Bilhemme, dove la gente pareva pronta a far la rivoluzione per un ponte crollato, una strada chiusa, una raccolta differenziata impossibile. E invece, è ancora e sempre Bagnasco. La sua. ricetta magica?. Sempre la stessa: un'incrollabile, flemmatica sicurezza di aver ragione. «Ero fiducioso, direi sicuro che Mariapia andasse al ballottaggio». Poi non rinuncia all'ultima stoccata al nemico storico, quel Valeri che gli ha avvelenato molti Consigli. «Chi ha cavalcato in modo strumentale gli aspetti critici, non ne ha tratto benefìcio. La gente ha più buon senso e capisce che non abbiamo la bacchetta magica. E poi avrebbero dovuto avere più credibihtà, mentre l'opposizione sembrava partire da questioni personali». E ora? «Sono fiducioso nella vittoria - riconferma Bagnasco perchè sento crescere il consenso e la disponibilità degli elettori, e la stima in Mariapia Massa». Ma dal 32 per cento messo in cascina al 51 necessario per perpetuarsi, ce ne córre. Servirà un apparentamento? «La ricomposizione dop o il primo turno non mi piace - ripete, ed è la terza vòlta -. E' sensato invece un accordo pohtico, una rinnovata disponibilità al dialogo. Contiamo sui vercellesi, che si sentiranno più rassicurati dal nostro candidato perchè ne conoscono già l'attività amministrativa. E poi sulla voglia di democrazia: sarebbe preoccupante e in controtendenza avere un totale predominio del centrodestra in Regione, in Provincia e in Comune». In campagna elettorale «perenne», ha un unico momento di debolezza, quando, girando lo sguardo nella stanza che è stata sua dal 1995, ammette: «Sì un po'.mi dispiace lasciare. La politica è coinvolgente». Pòi scherza: «E soprattutto mi chiedo come farò a traslocare in un paio di giorni tutto quanto. Ma sa vinceremo, sarò felice perchè i progetti messi in cantiere proseguiranno». Certamente, e magari con Ba- guasco alla guida, del Consiglio comunale. «No: non farò né 1 assessore, né il presidente. Tutt'al più il consighere. E io non mento mai». Il ricordo più (elice? Risponde: «La vittoria nel '99 perchè è stato un momento di entusiasmo collettivo». Il progetto realizzato più importante? «Di sicuro aver detto sì all'autonomia dell'università, anche se ci ha dato e ci darà ancora problemi». Di cosa si congratula con se stesso? «Di andarmene con la coscienza a posto, nel senso che ho sempre fatto le cose, giuste o anche sbagliate, in buona fede». Sbagliate? In nove anni raramente questo aggettivo è stato usato. Dunque cosa non rifarebbe? La risposta è inattesa: «Forse avrei dovuto rifare diversamente piazza Cavour: una pavimentazione in cotto, senza il legno e soprattutto senza la statua di Cavour. Ma quando i progetti sono grandi, il rischio è di non farne poi nulla». E da lunedì 28 Bagnasco che farà? «Tornerò a lavorare all'Ufficio d'igiene dell'Asl, e dato che non ho maturato ferie, non andrò nemmeno in vacanza». Sulle vacanze sarà anche così, ma Bagnasco dietro ad "^a scrivania Asl in attesa della pensione sembra poco credibile. Anche perchè fra meno di un anno l'appuntamento politico sarà con le elezioni regionali. Id.b.J Un po' di commozione «Mi dispiace andarmene la politica è coinvolgente Non farò né l'assessore e neppure il presidente tutt'al più il consigliere» Il sindaco uscente con il presidente dei Verdi Pecoraro Scanio Gabriele Bagnasco la sera del 27 giugno 1999 mentre festeggia la vittoria su Lorenzo Piccioni che gli è valsa il suo secondo mandato alla guida del Comune di Vercelli

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