Con Benson le canzoni di una vita di Luca Dondoni

Con Benson le canzoni di una vita IL GRANDE CHITARRISTA HA APERTO A MILANO IL NUOVO TOUR ITALIANO Con Benson le canzoni di una vita Vecchi hit e furberie per conquistare e entusiasmare i fans Luca Dondoni MilANO E^a difficile scovare un venticmquGnne fra i tantissimi spettatori che domenica sera sono andati ad ascoltare la serata di debutto del tour italiano di George Benson al teatro Smeraldo, Chitarrista virtuoso e riconoscibile grazie al suono vellutato della sua stupenda Ibansz, questo signore un pò vanesio die grazie alla chirurgia plastica si è rifatto un nasino alla Michael Jackson, porta in giro una serata che incanta. Nato il 22 marzo del '43 a Fittsbuigh (ocgi ha sessantun'anni), George coinvolge in una sharada di emozioni i fans di sempre, quelli per intenderci che hanno tutti i dischi e negli anni ottanta con «Weekend in LA» hanno conquistato la fidanzata. Fin troppo facile quindi pensare che l'uomo non farà fatica a coinvolgere gli italiani cresciuti a pane e soui music innamorati delle ballate soffiò. A Milano per tutta la senta il protagonista oltre a sudare sette camicie, ha fatto la spola fra canzoni interpretate senza l'ausilio dello strumento e digressioni marcatamente jazz dove la tecnica, le dita che corrono veloci sul manico della chitarra e la tecnica scat che gli permette di mischiare voce e suono così da fame scaturire una melodia fantastica, scaldano la platea. Lassù in galleria, sono in tanti i fans che si catapultano sino ai lati della balconata per ballare senza sosta-Iragazziele ragazze (tantis^ sime) presenti non smettono mai di applaudire e Benson, furbo e consapevole del fatto die il pubblico da lui vuole le hits, dà quello die gli viene richiesto. Ecco allora, una via l'altra, «This masquerade». «Give me the night», «Tuxn your love around», «California pm», «Love ballad» «Love x Love», «Breeziri», «Kisses in the moonlight» la cover di «La mère» in inglese «Beyond the sea». Non poteva mancare il finalone con «On Broadway» e tutto il pubblico in piedi a cantare e ballare la canzone della vita. Quel pezzo infatti è stato senza dubbio la chiave di volta della camera di un Benson che sino a quel momento saltellava fra una classifica jazz e una pop senza mai raggiuEgere il grosso consenso popolare. Tra l'altro per questo tour italiano che porterà l'artista domani sera all'Arena (ielle Redine di Cattolica, e dopodomani a Catania, Benson si è portato una superband nella quale emergono due personaggi. Michael 0'Neal, chitarrista sopraffino che da vent'anni s egue George nelle sue scorribande live/discografiche e Kenia Hataway figlia di quel Donnie Hataway autore di alcune delle più belle canzoni soul di sempre. 0'Neal.. pur assomigliando al personaggio dei fumetti Nic e Carter («Fatsy... e l'ultimo chiuda la porta»!!!) è un musicista da dieci e lode. I suoi assoli hanno fatto urlare il pubblico dello Smeraldo e Io stesso Benson più volte si è voltato verso il suo musicista sgranando gli occhi per l'ammirazione. Bravissima, anzi eccezionale la giovane Kenia Hataway che oltre ad usare benissimo la voce è anche la percussionista della band. Con Kenia Benson duetta in più di una canzone. Soprattutto la si apprezza nd nuovo singolo «Celi Fhone» che annuncia l'uscii a anche in Italia dd ed «Irreplaceable» su etichetta Universa!. A proposito di questo lavoro che per la George Benson verità ha subito il completo disinteresse dell'etichetta, va detto che è un buon disco. Oggi Benson non solo si è avvicinato a un riil) più attuale, prodotto bene e con canzoni die non fanno fatica a trovare spazio nelle programmazioni dde. radio, ma la sua verve e una conoscenza dello strumento superlativa ne confermano, semmai ce ne fosse stato bisogno, una classe da superstar.

Persone citate: George Benson, Michael Jackson