Parte senza squilli l'Italia dei buoni propositi di Marco Ansaldo

Parte senza squilli l'Italia dei buoni propositi IL DEBUTTO EUROPEO CONTRO LA DANIMARCA CANCELLA L'OTTIMISMO DELLA VIGILIA: E' DECISIVO L'ESAME DI VENERDÌ' CON LA SVEZIA CHE HA TRAVOLTO LA BULGARIA Parte senza squilli l'Italia dei buoni propositi Totti, Vieri e Del Piero non inventano nulla e allarma la condizione atletica Marco Ansaldo inviato a GUIMARAES Una rondine non fa primavera, quindi non intoniamo il «de profundis» per l'Italia che ha pareggiato senza reti e senza applausi la partita dell'esordio nell Europeo contro la Danimarca. Vorremmo capire, tuttavia, se questa sia una squadra di rondini a riposo su qualche filo della luce o sia un gruppo di ti-tubanti piccioni, come si vedono in piazza San Marco vagare senza criterio alla ricerca della prima mollica. La seconda opzione sarebbe grave. Sarà la prossima partita, venerdì contro la Svezia a Oporto, a spiegarci la verità. Qualche sospetto ci è venuto. Lo stadio di Guimaraes era una fornace capace di togliere le forze, ma non prendiamolo come un alibi se i danesi riuscivano a correre e a produrre football più di noi: non risulta che il tropico passi alla latitudine di Copenaghen, quindi se soffrivano Ù caldo gli azzurri figuratevi quegli altri. Il punto è che, nel breviario dei suoi luoghi comuni, padre Trap considera ancora la Danimarca come l'espressione di un robusto calcio nordico e l'Italia l'ambasciatrice della tecnica latina, mentre si è visto che la tecnica degli azzurri si riduce a un colpo di tacco qua e là, mentre i nostri avversari sanno mettere ^insieme una frase di gioco con un palleggio superiore al nostro. L'analisi del possesso di palla è impietosa. Il titic-titoc degli azzurri è stato lento, stucchevole, mai aggressivo, già lo si era visto nel primo tempo con la Tunisia. Non sappiamo dialogare con intensità, il centrocampo fatto da bravi operai e senza un regista, contrariamente al Milan, non dà respiro alle azioni: abbiamo il timore che le lezioni del Trap siano aride e che tutto il copione si riduca a ima battuta, «date la palla a Totti», poi se Totti si riduce a una figurina pazienza. Vedere l'Italia è stata una sofferenza pur in un torneo che ha prodotto solo un buon calcio spagnolo e le reti di Zidane, che il Trap giudica inferiore a Totti però nelle partite decisive fa le cose importanti mentre il romanista, chissà come, le sbaglia. Ieri aveva il problema degli scarpini nuovi. A parte il fatto che per non stare male poteva usare quelli vecchi, non è che quando Totti ha cambiato calzature siano suonate le arpe degli angeli. Che un fuoriclasse sia condizionato da scarpe e calzini all'esordio nell'Europeo sembra un insulto al buon senso alla stessa maniera di chi osserva che il migliore della Danimarca è stato Soerensen, il portiere che gioca nell'Aston Villa. L'erede di Schmeichel ha salvato la porta con quattro parate formidabih ma non è questa la cifra del gioco dell'Italia. Palle gol casuali, campioni sfioriti, ima Squadra senza chiarezza: questo si è visto a Guimaraes e speriamo di non vederepiù. La Danimarca veniva da un periodo opaco. Morten Olsen ha riprodotto lo schema dell'Italia, con Sand di punta e il terzetto Rommedbal-Tomasson-Joigensen alle sue spalle, come Camoranesi-Totti-Del Piero stavano dietro a Vieri. I nostri pallonacci esaltavano persino l'ex milanista Laursen, la Danimarca teneva invece palla a taira e al 6' quasi acchiappava il rigore per una spinta di Cannavaro accentuata da Tomasson, che ha appreso da Inzaghi certe tecniche. Più incalzanti nel ritmo, più tonici nella corsa (ma la gran preparazione di cui ci diceva il Trap dov'è finita?), i danesi avevano il sopravvento a centrocampo. Vieri spariva nel rosso delle maghe avversarie, Totti si vedeva al 13' solo su una punizione che sfruttava la volabilità di questo attrezzo, il Roteiro, che ci dicono sia un pallone ma vorremmo conoscere chi Iha inventato: brutto, difficile da vedere sull'erba e infido. Del Piero a sinistra aveva rari squarci: un dribbling aereo al limite dell'area, un assist di tacco per Zambrotta. Neil' insieme poca cosa e anche poca corsa, rispetto ai suoi standard. L'Italia pativa qualche affanno (4 ammoniti alla fine, tròppi), Nesta metteva le pezze, Jorgensen e Tomasson non infierivano. Sul finire del tempo, Trap passava al 4-4-2, con Totti seconda punta, e da un rimpallo nascevano le palle gol: in cinque secondi, Soerensen si opponeva alla botta forte e centrale di Del Piero, quindi alla replica bassa di Totti. Buffon lo imitava nel minuto successivo su Jorgensen. E nella ripresa, con Totti un filo più creativo, gh azzurri provavano a dare ritmo alla danza. Zambrotta con l'esterno destro sprecava l'assist del romanista, mettendo fuori; al 12' si vedeva finalmente Vieri con un colpo di testa su cross di Zambrotta e Soerensen era spettacolare ad arrivarci. Il turnover portava in squadra gh scontenti: Gattuso, Cassano e Fiore. Non si notava una gran differenza, solo Gattuso incideva nel gioco dimostrando che è in forma. Cassano franava. L'occasione per chiudere il match l'aveva infatti la Danimarca al 30': buco diPànucci, contropiede, palla prima a Tomasson poi a Rommedahl. Buffon usciva dalle ombre di una stagione incerta per respingere le due botte sicure e confermare che è ancora lui il più bravo. (4-2-3-1) ^ Soerensen 8; Helveg 6, Laursen 6,5, Henriksen 5,5, N. Jensen 6; D,Jensen 6, Poulsen 6,5 (31' st Priske 6); Rommedhal 5, Tomasson 6, Jorgensen 5 (27' st Perez 6,5); Sand 5 (24' st C. Jensen 6). (4-2-3-1) ** Buffon 7,5; Panucci 5, Nesta 6,5, Cannavate 6, Zambretta 6,5; Perretta 6, Zanetti 5 (12' st Gattuse6);Camoranesi 5,5 (22' st Fiore 5,5), Totti 5, Del Piero 5(19'st Cassano 5); Vieri 5,5. Ali.: Olsen 6,5 I AH.: Tra paltoni 5 Arbitro: Mejuto Genzalez (Spagna) 6,5 Ammoniti: Tomassen, Cannavaro, Helveg. Cassano, Gattuso, Tetti. Spettatori: 20 mila circa. Sono passati 19 minuti della ripresa eTrap manda in campo Cassano al posto di Del Piero: la staffetta annunciata