Equilìbri più difficili a Strasburgo

Equilìbri più difficili a Strasburgo UNA CONSULTAZIONE ELETTORALE ALL'INSEGNA DELLA PROTESTA Equilìbri più difficili a Strasburgo Nuovi partiti alla ribalta nel primo voto della Grande Europa AUSTRIA La rivincita socialdemocratica Sconfitta peri Popolari del canceUiere Wolfgang Schuessel, sconfìtta per il partito di estrema destra di Haider che perde 17 punti percentuali e scende al quinto posto tra le forze politiche dell'Austria, e vittoria per il partito di opposizione dei socialdemocratici che si aggiudica alle europee il primo posto con il 33,4 per cento dei voti a fronte del 32,6 per cento del Partito Popolare. La vera sorpresa di questo eurovoto è però l'ottimo risultato della usta di Hans Peter Martin, ex socialdemocratico, che ottiene il 14,4 per cento dei voti, riservandosi almeno due seggi a Strasburgo e relegando al quarto posto i Verdi, con l'I 1,3 per cento. Martin è riuscito a intercettare quei voti di protesta che per anni sono andavati ai liberal-nazionalisti dell'Fpoe di Haider, ora fermo poco sopra al 6 per cento GRECIA I conservatori ancora davanti Eurottimisti, i greci sono andati in massa a votare, battuti per entusiasmo solo dai neofiti maltesi: 70 per cento di affluenza alle urne. E nessuna «vendetta» contro il governo Costas Karamanlis, anche perché è stato eletto appena lo scorso marzo, dopo 11 anni di centrodestra all'opposizione. I conservatori di Nea Dimokratia confermano la loro forza elettorale, i socialisti del Pasok perdono consensi rispetto al voto delle politiche, i comunisti mantengono i loro vóti ed entra con ogni probabilità all'Europarlamento il partito di estrema destra Laos. Nea Dimokratia ha raccolto il 44,6 percento dei voti (11 seggi), il Pasok il 34,1 per cento (8 europarlamentarì). Al Partito comunista Kke 18,14 per cento, a quello di estrema destra Laos il 3,65 e alla coalizione di sinistra Synaspismos il 3,62. OLANDA Una conferma per i democristiani I cristiano democratici del premier olandese Jan Peter Balkenende rimangono il primo partito dei Paesi Bassi con il 24,4 per cento dei voti, anche se all'Europarlamento si aggiudicano lo stesso numero di seggi, 7, degh avversari del partito di centrosinistra, il Pvda, che ha ottenuto il 23,6. L'alleato chiave dei cristiani-democratici, iliberah del Vvd, si sono fermati al 13,3 (4 seggi). La rivelazione delle europee dei Paesi Bassi è però Europa Trasparente, il partito che ha puntato a denunciare la «corruzione» di Bruxelles: ha ottenuto 2 Seggi (più del 7 per cento) e approda a Strasburgo trainato dal suo leader Paul van Buitenèn, un ex funzionario comunitario che conosce in profondità il funzionamento delle istituzioni Uè. Sparita la Lista Pim Fortuyn, ispirata al leader populista xenofobo ucciso nel 2002 BELGIO Tiene la maggioranza socialista e liberale I belgi, che ieri avevano anche le loro elezioni regionali, hanno premiato le forze della maggioranza (socialisti e liberali), che hanno guadagnato due seggi all'Europarlamento. Avanzano anche i cristiano-democratici (più 1 seggio) e l'estrema destra del Vlaams Bloc (tre seggi, più uno rispetto al 1999). Perdono un seggio i verdi (da tre a due). Perae entrambi i suoi seggi il Volksunie, partito fiammingo nazionahsta moderato. Nelle regionali - soprattutto nelle Fiandre - avanza ancora l'estrema destra del Vlaams Blok, che ottiene un quarto dei voti e diventa il secondo partito, superando i liberali fiamminghi del Vid. I pronostici davano il partito liberale del premier Guy Verhofstadt in forte difficoltà per un atteso voto di protesta che in realtà è stato inferiore ai timori della vigilia IRLANDA I vincitori sono tutti a sinistra Gh elettori hanno punito i due partiti di maggioranza irlandesi che appoggiano il governo in carica guidato da Bertie Ahern. Il Fianna Fall - il partito di Ahern - ha subito un forte arretramento, con una perdita di Voti di quasi l'S per cento: 30,9 per cento dei voti, un calo di 8 punti rispetto alle europee e amministrative del 1999. Grande successo invece per per il partito nazionahsta repubblicano Sinn Fein, che ha raddoppiato i suoi voti passando dal 6,3 all'I 1,9 per cento. Il secondo partito del Paese, il Fine Gael, al momento all'opposizione, è ugualemente in cedo al 26 per cento, confermando la tendenza del sistema politico irlandese verso il multipartitismo. I vincitori sono dunque tutti a sinistra: il Labour ha ottenuto il 13 per cento, il Sinn Fein 1' 11,9 per cento, i Verdi il 4 per cento POLONIA Trionfano la destra e l'astensione Bassissimo tasso di partecipazione, in una tornata elettorale in cui l'astensionismo è elevato quasi dappertutto: 15 per cento, il dato più basso nei 25 paesi dell'Unione. Cosi non | stupisce che vìncano gh euroscettici, insieme all'opposizione di centro-destra. Prima forza pohtica è la Piattaforma Civica, partito di centro-destra europeista moderato, con il 28 per cento dei voti. Al secondo posto; la formazione nazionahsta «Lega della famiglia polacca», con 1116 per cento delle preferenze, seguita dal partito dei contadini «Samoobrona», con il 13. La coalizione di governo «Alleanza democratica di sinistra» è al quinto posto con l'I 1 per cento delle preferenze, dietro al partito conservatore «Diritto e giustizia», che ha avuto il 12. La scelta di entrare nelTUe è dunque ancora mal digerita CIPRO Vittoria della destra ma solo al fotofinish I partiti contrari alla riunificazione di Cipro si sono aggiudicati quattro dei sei seggi riservati all'isola nel parlamento europeo. I risultati definitivi assegnano a Popolari e Comunisti due seggi ciascuno. Un seggio va ai socialisti, che hanno ottenuto il 16,7 per cento, l'altro ai liberali. E' stato un testa a testa tra conservatori e comunisti, ma poi vince il Disy, il partito di destra all'opposizione, raccogliendo il 28,2 per cento delle preferenze. L'Akel, il partito di sinistra al governo, si ferma al 27,8 per cento ma guadagna ugualmente due seggi. Al terzo posto il partito Diko del " presidente Tassos Papadopoulos, un altro partito dell'opposizione di centro-destra, cui è andato il 17,1 per cento e un parlamentare. L'affluenza alle urne a Cipro - è stata del 70,4 percento , LETTONIA La coalizione al potere sconfitta dalla destra Il governo di coalizione ha subito una pesante sconfitta a vantaggio dell'opposizione di destraJE in testa l'opposizione di destra Madrepatria e libertà (Lnnk), con il 29,8 per cento dei voti, seguita da Nuova Era, dell'ex primo ministro Einars Repse (19,6). Al terzo posto, il partito russofono di sinistra Diritti umani in una Lettonia unita, con il 10,7 per cento dei suffragi. Nella coalizione governativa solo il Partito del popolo mandrà un , rappresentante all'Europarlamento. La batosta più grande è toccata al partito del premier «Verdi e Contadini», che non ha superato la soglia del 5 per cento e non manderà alcun deputato a Strasburgo. Poco è andato anche agli alleati del. premier: 6,6 per cento al Partito del popolo (liberale di destra)e il 6,5 alla «Via lettone» PORTOGALLO Schiaffo al premier Vincono i socialisti Le europee sembrano non interessare i portoghesi: è andato a votare soltanto uno su tre. Anche qui la maggioranza dei voti è andata all'opposizione al governo del premier José Manuel Durao Barroso: il maggior partito di opposizione portoghese, il partito socialista, ha battuto il partito di governo con il 44,5 per cento dei voti. Il partito della coalizione social-democratica ha avuto il 33,2 per cento. Alle precedenti elezioni per il Parlamento europeo, cinque anni fa, il Ps aveva ottenuto il 43,06 per cento dei voti (12 deputati), il Psd il 31,0ff (9 deputati) e il Cds/Pp l'B, 17 con due deputati. Terza forza è da ieri il Partito comunista-Ecologisti verdi, che ha ottenuto il 9 per cento dellb preferenze; segue il Blocco di sinistra, che ha raccolto circa il 5 per cento delle preferenze REPUBBLICA CECA Il vóto ài partito euroscettico Due giorni di voto - sabato e domenica - non sono bastati per alzare il tasso di affluenza al voto, ben lontano dal 50 per cento. Ma il risultato è netto: con il 29, i per cento dei voti hanno vinto gh euroscettici guidati dal Partito Civile Democràtico, principale movimento di opposizione che ha fatto la sua campagna elettorale contro un'eccessiva cessione delle prerogative dello Stato a Bruxelles: ha vinto la paura di cedere la sovranità. Al partito Civile Democratico sono andati 9 dei 24 seggi disponibDi. Al secondo posto c'è il Partito comunista, con il 21,3 per cento e 5 seggi; soltanto al terzo posto i socialdemocràtici del premier Vladimir Spidla, il principale partito di governo, che hanno ottenuto r8,7 per cento e due seggi. Amaro u commento del premier: «Hanno vinto i partiti contro l'integrazione europea» SLOVACCHIA L'Europa, dóve sono entratilo scorso primo maggio, interessa poco gh slovacchi: neppure la metà di loro è andata a votare. La coalizione di destra al governo in Slovacchia è in testa nei risultati per il voto europeo, con il 4096 delle preferenze, secondo i primi dati. Segue il partito di centrosinistra Smer con il 20%, mentre il Movimento por-una Slovacchia democràtica è al 190Zo. La campagne elettorale era stata fiacca, con una evidente inaneanzà di dimensione europèa déil dibattito politico, e un disinteresse generalizzato dell'opinione pubblica e dei media per tutto ciò die esula dalla pohtica interna. La Slovacchia ha diritto a 7 parlamentari, ma l'unica questione emersa nella campagna elettorale è stata una generica rivendicazione della rappresentanza degh interessi nazionali a Strasburgo. DANIMARCA La spunta la sinistra euroconvinta E' il partito social democratico, attualmente all'opposizione ma fautore convinto del processo di integrazione europea, a vincere le elezioni europee: come già prevedevano tutti i pronostici, l'ex premier Poni Nyrup Rasmussen, grande favorito della vigilia, ha portato il suo schieramento ài 42,9 per cento dei voti, pari a 6 europarlamentarì. Il partito liberale dell'attuale primo ministro Anders Fogh Rasmussen è al secondo posto con il 21,4 per cento delle preferenze, e ha perso due dei cinque seggi che aveva nella scorsa legislatura. L'affermazione di un partito europeista, insieme a un'accresciuta affluenza alle urne (solo il 24 per cento degh aventi diritto, ma cinque anni fa alla stessa aveva votato solo il 17 per cento), mettono la Danimarca in controtendenza rispetto al resto dell'Europa LITUANIA Un miliardario russo rilancia i laburisti I laburisti lituani guidati dal miliardario di origine russa Viktor Uspaskichhanno vinto con il 32,8 per cento dei voti. Il partito socialdemocratico di governo ha guadagnato il 12,7 per cento seguito dal partito conservatore, 11,5 per cento, e dai liberali, 8,5 per cento. I candidati erano 242, divisi in 12 hste, per. 13 seggi. Scarsa l'affluenza ài voto: alla fine deUa giomata solo il 23,9 per cento degh aventi diritto aveva votato per il doppio appuntamento con le europee e le presidenziah. Ieri si scegheva infatti anche il presidente, con cinque candidati. Si andrà al ballottaggio tra il favorito, l'ex presidente Valdas Adamkus, un centrista indipendente sconfitto a sopresa l'anno scorso dopo avere guidato la Lituania per cinque anni, e l'ex premier Kazimeir a Pruns&iene SLOVENIA Sì al centrodestra ma con pochi voti Europeista convinta, la Slovenia ieri ha mandato un segnale opposto bocciando i partiti al governo che, con determinazione, hanno condotto il Paese in Europa e facendo registrare la più bassa affluenza alle urne da quando, nel 1991, è diventata uno stato indipendente. L'opposizione di centro-destra ha vinto le elezioni europee; un sorprendente 22 per cento dell'elettorato ha votato per la formazione Nuova Slovenia, guidata dall'ex primo ministro Lojze Peterle, già due volte ministro degli Esteri. Il partita liberaldemocratico di governo ha ottenuto il 22,3 per cento, il 14 per cento in meno rispetto alle politiche del 2000, ottenendo due seggi, rispetto ai tre previsti. Il Partito democratico sloveno ha ottenuto il 17 per cento delle preferenze, che potrebbero diventare due seggi. La lista Unitaria dei Socialdemocratici ha ottenuto un seggio. ESTONIA Sei seggi in palio tutti al centro sinistra Si sono disinteressati delle elezioni, gli estoni, ancorché freschi di Unione europea. Undici hste e 95 candidati per i sei seggi disponibili, ma il governo estone è rimasto a bocca asciutta: vanno infatti all'opposizione tutti i sei seggi riservati al paese baltico nel parlamento europeo. Tre seggi sono andati, contro tutte le aspettative, al Partito socialdemocratico, filoeuropeista; gh altri tre al Partito di centro, al Partito della riforma liberale e all'Unione per la patria, tutti di destra. «Il risultato non può certo essere considerato un voto di fiducia per il governo ha commentato il portavoce del premier Juhan Parts, leader del partito Res Publica. - Una delle ragioni di questo risultato scadente va ricercata nella scarsa affluenza». Solo il 26,7 per cento degh aventi diritto sono andati ieri a votare LUSSEMBURGO Juncker, il candidato per il dopo Prodi Le elezioni politiche - ieri si votava anche per rinnovare il Parlamento nazionale - hanno rubato la scena alle consultazioni europee, passate in secondo piano rispetto ai risultati elettorali intemi. Sulle elezioni nel Granducato campeggia la figura del premier uscente Jean-Claude Juncker, dal 1994 alla guida dell'esecutivo lussemburghese e destinato a rimanere nell'incarico anche per i prossimi cinque anni, a meno che non si faccia irresistibile il richiamo a Bruxelles al posto di Romano Prodi. A rendere gradita la figura di Juncker contribuiscono alcuni elementi che ne fanno il :(Mr. Europa» ideale in questo momento: appartiene alla famiglia pohtica del centro-destra europeo, proviene da un Paese piccolo e ha un indubbio prestigio pohtico SVEZIA Controtendenza vince chi governa In Svezia le europee premiano i socialisti del premier Goran Persson, che restano il primo partito del Paese cori il 24,7 per cento. Segnano però un ottimo risultati gh euroscettici della Junilistan ( 14,4 per cento), prima dei Verdi (14,5 per cento) e vicinissimi allasinistra del Vaenstrepartiet ( 15 per cento). I cristianodemocratici del Kd hanno ottenuto il 5,6 per cento, i liberali del Fp il 10.1 pronostici avevano sottolineato l'interesse degh elettori per la «Lista di Giugno» del professor Nils Lundgren, favorevole alla permanenza della Svezia nelTUe, ma contraria al «centralismo» dell'Unione, alla Costituzione europea e alla moneta unica. Una Usta appena nata, alla quale i sondaggi attribuivano intorno al 5 per cento dei consensi. Sui 19 seggi al Parlamento europeo, 5 dovrebbero andare ai socialisti, 4 ai popolari e 4 ai liberali FINLANDIA Replica del '99 primo il centro destra Tutto esattamente come cinque anni fa: in Finlandia l'esito del voto europeo di ieri ricalca quello del 1999, con il Partito di centro del premier Matti Vanhanem che conquista quattro seggi, i conservatori all'opposizione che ne prendono altrettanti, e tre che vanno ai socialdemocratici che fanno parte della coalizione di governo. L'unica variazione rispetto a cinque anni fa è l'affluenza alle urne, che è sempre bassa - 41,1 per cento degh aventi diritto al voto - ma molto meglio del 1999, quando era stata appena dèi 30,1 per cento. 114 seggi assegnati alla Finlandia al parlamento europeo risultano così ripartiti: tre ai socialdemocratici, quattro ciascuno a Partito di centro agrario e Partito della coalizione nazionale, uno ciascuno a Verdi, Partito popolare (liberale) e Alleanza di sinistra MALTA il sorpasso dei laburisti Come dicevano da tempo tvftti i pronostici, l'affluenza ai seggi di Malta, uno dei Paesi dove si è votato sàbato, è stata altissima: è andato a votare 182,3 per cento degh aventi diritto. Nessun altro Paese europeo ha fatto megho. La vittoria schiacciante e significativa - è andata all'opposizione laburista, che ha ottenuto il 48 per cento dei voti e portato a casa tre dei cinque seggi a disposizione. I nazionalisti sono scesi al 41 per cento, circa 11 punti in meno di quanto avevano fatto nelle ultime elezioni generali: a loro sono andati due seggi. Ottima la performance dei Verdi di «Altemattiva demokratika», che hanno ottenuto il 10 per cento, ma non sono riusciti a prendere quel seggio su cui contavano e che invece è loro sfuggito per il sorprendente risultato dei laburisti UNGHERIA Battuta la sinistra al potere Gh ungheresi, benché freschi di Uè, hanno disertato le loro prime elezioni europee: l'affluenza al voto non è andata oltre il 38,3 per cento, ben al di sotto delle aspettative, inferiore anche a quella del referendum sull'adesione alTUe dell'armo scorso (46 per cento). La vittoria è andata ai conservatori del Fidesz guidati dall'ex premier Viktor Orban, che hanno preso il 47,41 per cento dei voti e 12 seggi. Ai socialisti del Mszp il 34,31 per cento e 9 seggi, ai liberali del Szdsz il 7,72 e 2 seggi, al Mdf (Foro democratico) il 5,33 con 1 seggio. Non hanno ottenuto mandati, rimanendo sotto il 5 per cento, l'estrema destra, gli ex comunisti del Partito Operaio e il partito socialdemocratico. Sui 24 seggi disponibili, 11 dovrebbero così andare alla coalizione di governo di centrosinistra e 13 all'opposizione di destra E'Malta II Paese con la percentuale di votanti più elevata: 82 per cento Seguono la Grecia con il 70 per cento e l'Irlanda con il 61. Tra gli Stati con i tassi più bassi di partecipazione ci sono la Polonia con il 15,40 la Danimarca con il 24 e il Portogallo con il 27^ intendenza èa^tìiifé»lgoverno in carità, sottolineando più l'aspetto di politica interna che non una visione europea di ampio respiro