Il Portogallo delle stelle affondato dalla Grecia di Roberto Beccantini

Il Portogallo delle stelle affondato dalla Grecia SORPRESA NELLA GARA DI APERTURA A OPORTO. REHHAGEL DA' UNA LEZIONE TATTICA AL CAMPIONE DEL MONDO SCOLARI l Il Portogallo delle stelle affondato dalla Grecia Figo e Rui Costa comparse di fronte al ciclopico Dellas e ai suoi compagni Roberto Beccantini Inviato a OPORTO La nuova Europa è un inno alla ragion di stato, al calcio tutto sudore e reticolati che predicava il Trap prima di buttarsi in «politica». Portogallo uno Grecia due: dalla caravella che ha riempito di sé la cerimonia inaugurale - pallosa ma, per fortuna, ridotta all'osso - sbarca un risultato che sbriciola gli equilibri e prende a schiaffi i pronostici. Strani tipi, gli ellenici: nei lavori di casa (le Olimpìadi, mica un tomeuccio qualsiasi) la tirano così in lungo da rischiare la scomunica, ma non appena vanno all'estero, diventano reattivi e implacabili, un gol subito e un altro in avvio dì ripresa, con tanti saluti al narcisismo dei violinisti lusitani, un dribbling qui, un altro là, e la palla sempre al punto di partenza. Sembrano, i portoghesi, comparse reclutate dalla mattina alla sera, come se l'impresario avesse anticipato ì tempi della tournée e buttato giù dal letto il regista: su, sbrighiamoci. Tra le battute che si scambiano Figo e Rui Costa, non ce n'é una che strappi un mezzo sorriso. Eppure, era da un mese o giù di h che Scolari lavorava su interpreti e sceneggiatura, in piena libertà, con tutto il Paese meno una dttà. Porto, ai suoi piedi. In riva al Douro ne masticano, dì calcio; comeno.Elebische clandestine non sempre pagano: Couto al posto di Ricardo Garvalho, Rui Costa preferito a Deco e, più in generale, un'orchestra slombata, senza cuore, subito pizzicata da quei calabroni di Vryzas e Charisteas, sentinelle avanzate di uno sciame che Otto Rehhagel ha gestito dagl'alto di una straordinaria malizia, insensibile al vento popolare. Piano piano, il battesimo degh Europei si è trasformato nel funerale di un sogno, in un'arena che non ha fischiato finché l'amor patrio ha retto, ma alla fine sì: e tanto. Certo, Dellas, «questo» Dellas, è da ufficio inchieste (in senso buono, per carità): sembrava metà Baresi e metà Maldini. Di solito, in questi casi, sì scrive che gatta ci cova. Ma quante gatte c'erano sotto e sopra il divano dell'Achille romanista? Da Pauleta, isolato, a Simao e Rui Costa, da Figo al resto della compagnia. Cavalieri di sventura, Rui Costa che fallisce, di testa, l'unica occasione del primo tempo, Pauleta che non ne azzecca una. Figo ciondolante fra ì corridoi e le pareti di un magazzino zeppo di scaffali e scartoffie. E la difesa, poi. Paulo Ferreira perde palla, Couto non «esce» dall'area. Ricardo anna¬ spa. Solo eoa poteva segnare Karagounis, che, naturalmente, nell'Inter non aveva mai segnato. La Grecia è una squadra, non eccelsa,-non irresistibDe, ma impostata come Dio comanda. A Rehhagel basta mettere in tasca a Charisteas, classe 1980, la falsa patente dì centravanti per confondere gli arroganti avversari. Il Portogallo si trascina per il campo a testa bassa, non un guizzo, non lo straccio di un'idea. Zagorakis, Basiuas e Giannakopoulos ne bloccano ì rifornimenti e sabotano i convogli. Vryzas incassa e distribuisce. Povero Scolari: la sera gli sfugge via come una saponetta: per cambiare, cambia, e di sicuro Deco al posto di Rui Costa e l'ingresso di Cristiano Ronaldo sono mosse sensate, ancorché tardive. H problema è che l'impeto giovanile spinge Ronaldo, proprio lui, a im fallo inutile su Seitaridis, imbeccato da Giannakopoulos. Rigore: figuriamoci se Collina non lo dà, lo dà e Basinas lo trasforma, alla grande. Collina, già: ha diretto in pantofole, tre gialli e un paio di occhiatacce ai tuffatori di turno. I protagonisti l'hanno aiutato, nessuna tolleranza zero: non ce n'era bisogno. Rehhagel è un «italianista» che, a differenza del Trap, non è mai sceso a patti con le mode. La sua Grecia gioca a immagine e somiglianza del suo Werder Brema. Pane e salame, repartì incollati e sortite scaltre, insidiose. In alcune fasi, era persino imbarazzante l'agio con cui tagliava le ali al Portogallo. La rete di Cristiano Ronaldo - dì testa, su corner appartiene agli sgoccioli dì un destino segnato e al più classico dei copioni: coloro che avevano la coscienza sporca, tutti avanti; gli altri, allineati e coperti in attesa di raccogliere il frutto legittimo dì una semina tatticamente esemplare. (RFdAgCNg(mnIAA (4-2-3-1) Ricardo 5; Paulo Ferreira 5,5, Fernando Couto 5, Jorge Andrade 6, Rui Jorge 5; Maniche 5, Costinha 6 (21' st Nuno Comes 6); Figo 5,5, Rui Costa 4 (V st Deco 6), Simao 5(1'st Cristiano Ronaldo 6); PauIeta4. Ali.: Scolari 5 EEM (3-5-1-1) Nikopolidis 6; Dellas 7,5, Kapsis 6, Fyssas 6; Seitaridis 6,5, Zagorakis 7, Basinas 6,5, Giannakopoulos 6 (22' stNikolaidissv),Karagounis 7 (V st Katsouranis6);Charisteas 7 (29' st Lakis sv); Vryzas 6. Ali.: Rehhagel 7 Arbitro: Collina (Italia) 7 Reti: pt T Karagounis; st 6' Basinas rigore, 47' Cristiano Ronaldo. Ammoniti: Costinha, Karagounis, Seitaridis. Spettatori: 60 mila. Oltre al romanista brilla Karagounis, riserva nell'Inter. Entrano tardi Deco e Cristiano Ronaldo - ,- ■.. . i fiu sa iioo è! Collina a colloquio con Figo durante il match di apertura