Soldini: le mìe allucinazioni nell'Atlantico

Soldini: le mìe allucinazioni nell'Atlantico LO SKIPPER DOPO LA «TRANSAT», DA PLYMOUTH A BOSTON Soldini: le mìe allucinazioni nell'Atlantico «Vi racconto la sconfitta tra iceberg, tempeste e avarie» intervista inviato a MILANO ALLA fine ho avuto le allucinazioni: vedevo un sacco di gente a bordo, eppure non c'era un cane». Il Sahara ha i suoi miraggi, l'Atlantico produce i propri, soprattutto quando lo si attraversa in solitaria su un trimarano che va a 60 all'ora ed è sempre sul punto di scappare di mano e di ribaltarsi. Giovanni Soldini scoppia in una risata: «State tranquilli, nell'oceanoènoimalel». Mora appare anche nonnaie quello che non è. «La nube d'acqua polverizzata che avvolge la barca e ti trasforma gli occhi in occhi da rana, tanto bruciano e si gonfiano», «1 frastuono permanente», «gli scafi che si impennano di colpo sulle onde, scoprendo le derive», «l'iceberg che ti trovi davanti», «le corse nei candii di nebbia, sperando di non andare a sbattere contro un peschereccio», «passare tre ore a riparare una vela e sentirsi morto quando hai finito». Gli amici o i giornalisti b circondano dopo il volo che da Boston l'ha riportato a Milano e lo abbracciano. «Giovanni, bentornato dalla "Transat", ma quanto sei dimagrito!». Soldini, la sua ultima avventura con ((Tim Progetto Italia» è stata una sequenza di sofferenze e si è messa di mezzo anche la sfortuna, quando le avarie l'hanno rallentato nell'ultima fase della regata. Cosi ha dovuto accontentarsi del settimo posto. E'triste? «No, triste no. Tutto è andato abbastanza bene fino a Terranova e sono stato nel gruppo di testa, anche se qualche enore l'ho fatto, nella gestione del sonno e nelle strategie del meteo. Poi ci sono state le avarie». Le racconta? «L'8 giugno, il terzultimo giorno, quando puntavo su Cape Cod, Massachusetts, un colpo di vento a 40 nodi ha srotolato il genoa e recuperarlo è stato un'impresa. Mi sono dovuto arrampicare sull'albero, a 30 metri. Ore di lavoro tremende. Poi qualcosa, forse dei cavi, sono stati agganciati dal timone e ho dovuto praticamente fennaimi per liberarmene. La notte del giorno dopo si è rotto il punto di fissaggio della trinchetta e ho addirittura fatto dietro-front per mettermi in poppa e recuperare la vela. Cod in appena 24 ore ho perso 200 miglia e due posizioni. Da tagliarsi le vene!». Sfortuna appunto. Quanto conta in mare? «Sfortuna-fortuna... In mare d sono, ma d vuole anche una forma fisica perfetta, una barca che non ti tradisca, una scelta delle rotte indovinata». Allora ì soliti navigatori francesi sono stati più bravi di lei? Come il vincitore, il mitico Michel Desjoyeaux, su «Géant»: ha perfino bruciato il precedente record, scendendo a 8 giorni, 10 ore e 55 secondi «Desjoyeuaux va sui trimarani da quando era bambino, ha un'esperienza immensa che io ancora non ho. E anche Franck Cammas, che è anivato terzo, non scherza: è 10 anni che corre sui multiscafi. E Thomas Coville, secondo alla 'Transat', si è fatto le ossa con giganti come Peyron. Ma noi dei trimarani sappiamo che con queste macchine da fantasdenza l'imprevisto è continuo. Per esempio Steve Ravussin è rimasto dietro a tutti, lui che è bravissimo e che alla "Route du Bhum', la traversata da Le Havre a Salvador de Bahia, stava per anivare primo. Vud dire che, potenzialmente, con le macchine die abbiamo chiunque di noi può vincere». E' vero che è dimagrito ed è stanchissimo? «Qualche chilo l'ho perso, ma sono partito bello in carne! E ho dormito quasimente. Sui trimarani è così: i ritmi sono tali che hai pochissimo tempo per tutto il resto, soprattutto quando ti trovi venti da 50 nodi e onde da 6 metri: per farti un po'di pasta o per controllare la rotta. Il "routier" a terra che ti consiglia le strategie è fondamentale. E quando ti awidni a Terranova/non donni .proprio più, neanche i classdd 10 minuti: se timoni tutto il tempo, strappi «frnpnn 3 nodi in più. Sei sempre in ansia, sennò non tomi a casa». Ma c'è stato almeno un momento di felicità? «Si, quelle volte che guardavo il mio "Tim" correre: ho ritrovato le stese emozioni di quando ho cominciato. Mi mancavano». «Vedevo la barca piena di gente Sui trimarani si va così veloci da non avere più il tempo di dormire e di mangiare» Il trimarano «Tim Progetto Italia» di Giovanni Soldini in navigazione nell'Atlantico

Persone citate: Cape, Franck Cammas, Giovanni Soldini, Michel Desjoyeaux, Peyron, Soldini, Steve Ravussin, Terranova, Thomas Coville

Luoghi citati: Boston, Italia, Le Havre, Massachusetts, Milano, Salvador De Bahia, Terranova