Bomba a sede dì Forza Italia, tre arresti di Guido Ruotolo

Bomba a sede dì Forza Italia, tre arresti IN PROVINCIA DI CAGLIARI. I TERRORISTI, COLTI IN FLAGRANTE, TUTTI APPARTENENTI ALL'AREA ANARCHICA Bomba a sede dì Forza Italia, tre arresti Pisanu: colpito il centro dell'eversione sarda Guido Ruotolo ROMA Quarto Sant'Elena, alle porte di Cagliari. Sono passate le tre di notte e in viale Colombo una Panda, con tre persone a bordo, viene intercettata dalla polizia, che la segue per pochi metri. Non è un «aggancio» casuale: quell'auto con i suoi occupanti venivano «sorvegliati» da tempo e anche viale Colombo era una strada «controllata». La Panda si ferma. Scendono i tre occupanti che piazzano un pacco sotto la sede elettorale del candidato a presidente del centrodestra. Mauro Pili, e di un candidato al Consiglio regionale di Forza Italia, Giorgio La Spisa. Il pacco esplode. E' un ordigno rudimentale composto da bombolette di gas da campeggio collegate a una tanica di cinque litri di benzina: una miccia a lenta combustione, l'innesco. I tre vengono arrestati. Vinicio Frigau, Luca De Simone e Carlo Francesco Di Marco sono anarchici, del Centro di documentazione antagonista Fraria di Cagliari, il cui leader storico è Costantino Cavalieri, che sulla rivista «Nihil» ha teorizzato re¬ centemente la costituzione di un fronte di lotta comune tra le componenti marxiste, anarchiche e indipendentiste. Lo stesso centro - ieri il prefetto di Cagliari, Efisio Orrù, lo ha chiuso per motivi di ordine pubblico - che negli ultimi tempi è frequentato da vecchi brigatisti della colonna sarda, come Giuliano De Roma. Commenta il ministro dell'Interno, Beppe Pisanu: «E' stato colpito il centro nevralgico dell'eversione sarda, dove si intrecciano residui brigatisti e indipendentisti», I tre arrestati, dunque, erano seguiti, sorvegliati, intercettati da tempo, come continuano ad esserlo diversi indagati in Sardegna, uno degh epicentri dell'eversione cosiddetta «minore», che minore non è, degh ultimi anni. Da qpesto punto di vista, la rete lanciata dah'antiterrorismo ha iniziato a produrre i suoi primi risultati positivi dopo l'arresto anche quello in flagranza di reato - del 3 febbraio scorso di Luca Farris, uno dei leader dell'Asai, l'Anonima sarda anarchici insnrrezionalisti che aveva rivendicato diversi attentati e un pacco bomba spedito a casa Prodi, a Bologna. A proposito di Farris, nel volantino di rivendicazione dell'attentato del 29 marzo scorso a Genova, contro il commissariato di polizia di Sturla, gli anarcoinsurrezionalisti inneggiavano proprio a Luca Farris. Da tre anni ormai in Sardegna vi è uno stillicidio di attentati «minori» contro i simboli dello sfruttamento ambientale dell'isola, contro le istituzioni, i sindacati, le banche, le caserme. Pacchi bombe, lettere con proiettili, ordigni esplosivi. Attentati anonimi, ma anche rivendicati da sigle diverse: «Nuclei proletari per il comunismo», Asai - dall'arresto di Farris nessun attentato è stato più rivendicato da questa sigla «Organizzatzione indipendentista rivolutzionaria». In Sardegna, ne sono convinti investigatori e inquirenti, si sta sperimentando una enclave eversiva - dove confluiscono esperienze fìlobrigatiste, anarcoinsurrezionaliste e indipendentiste - che rischia di svolgere una funzione d'apripista perché questa enclave può essere imitata anche in altre realtà del Paese, dopo la neutralizzazione delle Brigate Rosse. Primi segnali che vanno in que¬ sta direzione, del resto, già ci sono, come sembra dimostrare la nascita in Toscana e a Roma delle Cellule offensiva rivoluzionaria. Gli arresti di ieri potrebbero rappresentare non solo una conferma positiva del lavoro degh investigatori e della magistratura cagliaritana, ma anche l'inizio dello smantellamento di quello che il ministro Pisanu ha definito «il centro nevralgico deh'eversione». Per il momento, ai tré arrestati è stato contestato soltanto l'attentato dell'altra notte. Ma probabilmente, come lascia intuire il questore Antonio Pitea, potrebbero essere loro gh autori di altri attentati avvenuti durante la campagna elettorale contro sedi di partito o di candidati (Forza Italia, An, Ds): «Sono tutti episodi compiuti con le stesse caratteristiche e modalità, quindi - sostiene il questore - riconducibili a una stessa mano, quella degh anarchici». Dei tre arrestati di ieri, il personaggio di spessore sembra essere il genovese Carlo Francesco Di Marco, che fu anche denunciato il 22 ottobre scorso, tra gh altri, per gh scontri con le forze di pohzia in occasione della prote- sta per l'arresto di Massimo Leonardi, l'anarchico sardo trapiantato a Viterbo. Di Marco prima del G8 di Genova era un frequentatore assiduo del capoluogo ligure, in particolare del centro sociale Immensa, e dei centri sociali antagonisti di Siena. Ma dopo i fatti di Genova si è trasferito in provincia di Cagliari, dove ha iniziato a frequentare il Centro di documentazione Fraria. Sardegna, Viterbo, Siena, Genova. Forse, con gli arresti di ieri si è iniziato ad acciuffare il bandolo di questa matassa eversiva italiana: «Siamo convinti - sostengono in Procura - che l'eversione si muove su due piani apparentemente sfalsati ma in realtà colle¬ gati. Il primo piano è quello degh anarcoinsurrezionalisti che dalla. Sardegna, a Roma, Viterbo, Pisa e Genova si muovono seguendo una propria direttrice, n secondo, quello più specifico sardo, vede esponenti dell'anarcoinsurrezionalismo interagire con le esperienze filobrigatiste e indipendentiste». m:m lypS La sede di Forza Italia a Quarto dopo l'attentato