Berlusconi, appello a urne aperte: è polemica di Antonella Rampino

Berlusconi, appello a urne aperte: è polemica IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DOPO AVER VOTATO A MILANO Berlusconi, appello a urne aperte: è polemica Attacco a sinistra e piccoli partiti. Fassino telefona a Pisanu : violata la legge Antonella Rampino ROMA L'ultima polemica elettorale è divampata ieri a urne già aperte. Alcune dichiarazioni rilasciate da Silvio Berlusconi poco prima e poco dopo aver votato al seggio elettorale di Lorenteggio, hanno infatti suscitato violente reazioni politiche da parte dell'opposizione. «Sono ottimista, supereremo il 250Zo», «la sinistra non è in grado di governare il Paese», ha detto fra le altre cose il premier. Letti i lanci delle agenzie di stampa, il segretario dei Ds Piero Fassino ha immediatamente telefonato al ministro degli Interni Pisanu facendogli notare «la gravissima violazione della legge elettorale messa in atto dal presidente del Consiglio». Letti quegli stessi lanci d'agenzia, da Forza Italia hanno repheato i coordinatori Sondi e Gicchitto. L'uno notando che «Berlusconi ha solo risposto per cortesia ai giornalisti», l'altro incalzando piuttosto il centrosinistra «a non fare polemiche strumentali nel giorno del voto». Pochi minuti dopo la telefonata del segretario della Quercia al ministro degh Interni, la Lista Prodi ha emesso una nota in cui si stigmatizza il comportamento del presidente del C^iglip; ,«pggi è giorno di assoluto silenzio elettorale per rispetto verso gh elettori. Noi ci atteniamo a questo silenzio e diffidiamo i mezzi di comunicazione dal riportare, in violazione della legge, dichiarazioni e comizi tenuti nei seggi elettorali». La preoccupazione del centrosinistra, poiché Berlusconi ha parlato attorno alle 18,30 del pomeriggio, era che quelle dichiarazioni fossero poi trasmesse dai telegiornali in pienoprime time: «Le esternazioni politiche di Berlusconi fuori dal seggio sono di pessimo gusto e non hanno precedenti nella tradizione elettorale repubblicana» ha spiegato il responsabile della Margherita per l'informazione. Paolo Gentiloni: «Sono sessant'anni che la giornata elettorale è accompagnata da sobrietà e rispetto delle regole, e dunque di certo quehe affermazioni di Silvio Berlusconi non finiranno sui telegiornali». E poiché il premier aveva rinnovatoci proprio invito a «non votare per partiti piccoli e piccolissimi», una certa reazione c'è stata anche dalla Lega. Se Roberto Calderoli, memore della polemica che la stessa frase aveva suscitato già qualche giorno addietro, ricorda che allora «il silenzio stampa dovrebbe valere per tutti, in questo momento», il ministro del Welfare Roberto Maroni si chiude in un no comment, «essendo chiusa la campagna elettorale, preferisco non esprimermi». Come che sia, subito dopo le dichiarazioni del premier, Fabrizio Gicchitto s'è affrettato a precisare che «il presidente Berlusconi non ha fatto alcun comizio, si è solo limita¬ to a rispondere alle domande dei giornalisti: c'è la preoccupazione ossessiva ad impedirgli a ogni costo di parlare anche del tempo». In contemporanea, Sandro Bondi: «E' sintomatico che questa sinistra cerchi di montare uno , scontro pohtico nel mentre sono aperte le urne, mentre le giornate del voto non vanno turbate con polemiche strumentali». Da Alleanza nazionale sarà poi in serata il coordinatore Ignazio La Russa a dire la sua: «Mi pare che dal presidente Berlusconi ci sia stata una forzatura involontaria dei comportamenti che di solito si tengono nei seggi elettorali, ma mi pare che la polemica seguita sia eccessiva». Il fatto «è che Berlusconi è un comunicatore ai limiti delle interpretazioni» e del resto le cose che ha detto, proprio perché dette davanti a un seggio elettorale all'ultimo minuto «non spostano neanche un voto». Dunque, «non facciamone un dramma». Piero Fassino e Francesco Rutelli, i leader della Lista Unitaria, al seggio elettorale iZàT^ZZZZ! iZàT^ZZZZ!

Luoghi citati: Milano, Roma